Indelicato: “Americani a Saronno… ma perchè?”
SARONNO – Riceviamo a pubblichiamo la nota di Alfonso Indelicato consigliere comunale indipendente dal titolo “Americani a Saronno” inviata come lettera aperta a IlSaronno.
Cara Sara,
sto parafrasando il titolo del famoso film con Alberto Sordi, naturalmente. Ma il mio dubbio è reale: per caso i marines sono stati paracadutati all’ombra del Santuario? Saronno è diventata la cinquantunesima stella? Oppure un bel giorno (e io non me ne sono accorto) abbiamo semplicemente preso atto che l’italiano non si usa più, che la cultura italiana è defunta, che la città degli amaretti è ufficialmente una colonia dello zio Sam?
Tutti questi dubbi sono comparsi nella mia mente retrograda, confesso, leggendo il tuo pezzo dedicato alla programmazione della pur benemerita Casa Morandi. Passi per “Mastercine” in quanto “master”, come evidente, è un derivato del più nobile “magister”, ma perché “FeverArt”? “Jazz” “Swing” e “Be-bop” quelli sono, ed è impossibile tradurli, ma per “american roots” ed “evergreen night” non si poteva trovare un corrispettivo nella lingua del padre Dante? “Notte sempreverde” suonava così male? Segue una mitragliata così concepita: “Rock and beer festival: band, dj set, birra e street food”, dove l’unica parola italiana è “birra”: un po’ poco. Di seguito leggo che l’ITC Zappa organizza una “Prom night”. Complimenti allo Zappa: qui siamo oltre le sperimentazioni linguistiche della buona scuola (si fa per dire) renziana: dell’high school (che vuoi, ci sono cascato anch’io) americana si prende tutto: la lingua ma anche i costumi. A proposito, sono previste le cheerleader? Se no, mi raccomando, provvedere per l’anno prossimo. Chiude il ricco e qualificato programma il “rock camp/English sport campus”, il quale non si capisce che sia, ma sarà senz’altro “something shocking” (cito a memoria da una celebre canzone di Elton John).
A proposito, e per concludere: vedo in una foto che accompagna il tuo testo l’Assessore alla Cultura Prof.ssa Miglino, brava e stimata collega insegnante. Sono certo che anche lei sarà rimasta sconcertata dall’abuso, nella circostanza, della lingua albionico-americana. Ha ella accennato al fatto che infine siamo ancora italiani? Non so. In ogni caso ti saluto e ti ringrazio (anzi: tibi ago gratias) per l’attenzione.