Guzzetti riflette sul mondo del lavoro e i giovani
UBOLDO – Parte da un articolo pubblicato da Il Secolo XIX con la storia di Ernesto, 21 anni di Torino, che “rinuncia a cercarsi un lavoro” e vive la sua vita da NEET (http://www.ilsecoloxix.it/…/AScYxPSI-ernesto_smesso_guardar…).
La riflessione del sindaco Lorenzo Guzzetti sui giovani, la ricerca di lavoro e le prospettive future.
“Se la prende, Ernesto, con i falsi proclami dell’uscita dalla crisi e altre cose simili dandosi, meritoriamente però, la colpa a metà lasciando intendere che l’altra metà è forse di Renzie, Poletti, il Jobs Act, la Fornero (perchè lui andrebbe a fare il lavoro di papà…) e il mondo ingiusto.
Il buon selezionatore, nell’articolo, noterà che Ernesto dice e ammette di avere un diploma sì, ma di Liceo Artistico, ottenuto nemmeno con risultati più che brillanti e che da 3 anni cerca lavoro iscrivendosi in sette agenzie del lavoro (Sette???? Dovrebbero essere 777!!!!) e attendendo che passi a’nuttata.
Ecco.
Detto che il lavoro te lo devi cercare e non viene a bussarti a casa tua ci sarebbero delle cose su cui far riflettere Ernesto prima di farlo diventare rappresentante eroico di una generazione sfigata.
1) Sommessamente vorrei rappresentare ad Ernesto che forse è vero che anche gli orientatori delle medie non dicono la verità o forse la dicono ma i genitori non la accettano, ovvero che oggi e domani l’acqua nel deserto del lavoro saranno le competenze tecniche, informatiche e non quelle classiche.
Quindi viva gli ITIS, gli IPSIA e via discorrendo.
2) Quando inizi un liceo (artistico, per giunta) dovresti già pensare che il tuo destino è studiare, specializzarti, forse vivere di bandi una vita e andare all’estero, nei musei, perchè quelle sono le opportunità in quel mondo lì. Come ho spiegato a Camilla, due settimane fa, davanti ai suoi genitori che vuole fare all’università Beni Culturali. Ottima scelta, con i suoi pro e i suoi contro che devi tenere in considerazione fin da ora.
3)Oppure se vuoi fare altro devi tornare sui banchi, fare un corso tecnico e professionale che ti dia delle competenze e andare a lavorare.
4) Oppure, ancora, se vuoi fare altro usando ciò che hai ci sono piani europei e regionali di autoimprenditorialità quindi se hai un talento artistico gioca con quello in un mondo che da Milano a Melbourne è connesso e datti da fare sui social, sul web, per sfruttare il tuo talento.
Stare a casa a giocare alla Play, cucinare e portare fuori l’immondizia non è un lavoro e non è lodevole, ma è semplicemente essere uno di famiglia.
Rinunciare a cercare quindi non è colpa del mondo, ma colpa tua che forse dovresti capire cosa vuoi fare accorgendosi che nel mercato del lavoro non basta chiamarsi Ernesto.
(foto: Guzzetti con Poletti durante una visita a Uboldo)