Morti sospette: l’infermiera Taroni condannata “perchè ha agito con persistenza criminale”
4 Dicembre 2019

SARONNO – Sono severe le conclusioni a cui è giunta la prima Corte d’Assise d’appello di Milano, che a luglio ha confermato la condanna di Laura Taroni, l’infermiera di Lomazzo processata per duplice omicidio.
La sentenza è riassunta in 122 pagine, dove viene ribadito che “la pena rimane fissata in quella dell’ergastolo senza isolamento che, applicata la diminuente per il rito abbreviato, si converte nella sanzione di anni trenta di reclusione” per gli omicidi del marito Massimo Guerra e della madre Maria Rita Clerici, con il concorso dell’amante Leonardo Cazzaniga, aiuto primario del pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno.
Tutto è iniziato il 30 giugno 2013 con la morte di Massimo Guerra, 46 anni e marito della Taroni, “curato” per anni dalla moglie con farmaci “non necessari e pericolosi somministrati in accordo con il suo amante Cazzaniga allo scopo di rendere il marito inoffensivo inizialmente e poi anche per liberarsene, essendo egli un ostacolo per la relazione extramatrimoniale che coltivava – così scrive il presidente estensore Ivana Caputo – l’aggravante della premeditazione emerge proprio dalla persistenza del proposito criminoso per un tempo particolarmente lungo”.
Per i giudici milanesi anche l’omicidio di Maria Rita Clerici, deceduta il 4 gennaio 2014 in casa della figlia, è premeditato. “La Taroni negli interrogatori ha spiegato in maniera precisa e compiuta che l’effetto morte è conseguito alla somministrazione di un farmaco portato appositamente a casa sua dal Cazzaniga, che lo ha iniettato con il suo consenso o comunque senza la sua opposizione – prosegue – Non si era trattato comunque di una decisione estemporanea perché la preparazione del delitto risulta programmata da alcuni giorni avendo sia la Taroni sia Cazzaniga diffuso la notizia, tra familiari e conoscenti e colleghi di lavoro che la Clerici non stava bene, aveva la febbre alta e forse la polmonite, il che non corrispondeva a verità”.
04122019