Elezioni ’20 dai mal di pancia alla ricerca di un nuovo dottore: la crisi del centrodestra saronnese
SARONNO – In questo momento è il segreto meno segreto della città di Saronno. Il vero tema di campagna elettorale di cui si parla in ogni incontro e in ogni piazza cittadina. La crisi del centrodestra cittadino nel sostenere il sindaco Alessandro Fagioli è nota ed evidente. Ufficialmente nessuno ne parla sia chiaro ma basta spegnere i microfoni e il malcontento diventa un fiume in piena che rompe gli argini della riservatezza ed esplode con un mix di risentimento ed amarezza.
Anche senza ricorrere alle indiscrezioni dei beninformati a raccontare la crisi basta il tiepido esordio della campagna elettorale che ha il proprio fulcro nei gazebo solitari del Carroccio in piazza Volontari del Sangue.
In queste settimane il centrodestra saronnese (Lega, Sac, Fi e Fdi) ricorda quelle coppie sposate che, per i figli e per l’apparenza, continuano a vivere nella stessa casa ma dormono in letti separati. Si salutano a stento, vomitano continuamente risentimento sul coniuge e consultano di nascosto l’avvocato cercando scappatoie per il divorzio.
L’ultima bordata arriva da Forza Italia o meglio dalla base di Fi che, alla riunione del centrodestra provinciale di ieri a Luino, ha fatto arrivare “tutto il proprio disagio” nel dover sostenere la candidatura di Alessandro Fagioli. Le cause del mal di pancia sono diverse a partite dallo scarso feeling del candidato leghista con la città. Del resto Fi sente il fiato sul collo della discesa in campo dell’ex sindaco Pierluigi Gilli che rischia di portare via non pochi voti. Certo ci sono gli equilibri provinciali da mantenere (non si vota solo a Saronno) ma il sogno della base è, sempre più, una corsa in solitaria (o creando una sorta di centrodestra senza Lega) sfruttando la visibilità e il legame con la città creato dall’assessore Maria Assunta Miglino, tra gli asset positivi dell’attuale Amministrazione ma vittima negli ultimi mesi di una sorta di ostracismo da parte del primo cittadino.
Se Sac, dopo alcuni tentativi di avvicinamento con altre coalizioni abortiti nei primi approcci, sembra essersi messa l’anima in pace in casa Fratelli d’Italia le anime sono decisamente in pena. Ci sarebbe un trend nazionale da sfruttare, successi da capitalizzare il tutto con la nuova linfa che arriva dall’ingresso di Doma nunch e del pragmatico Gianpietro Guaglianone ma… Anche qui a tarpare ali e sogni di gloria arriva Fagioli e la Lega che si rifiutano di fare gioco di squadra, di dare garanzie e mettono un forte veto sull’astro nascente della sezione saronnese di FdI. Un’ingerenza difficilmente accettabile in qualsiasi condizione, da qualsiasi partito e ancor di più a fronte di motivazioni decisamente evanescenti.
Insomma tornando alla metafora della famiglia è un po’ come se la mamma di fronte ad un bimbo col mal di pancia invece di cullarlo gli assestasse un paio di sonore sculacciate e poi pretendesse che facesse i compiti e riordinasse la camera con diligenza ed entusiasmo.
Ed è strano perchè 5 anni fa questi problemi e mal di pancia li aveva anche la base leghista capitana da Fagioli nei confronti di una coalizione vista come una matrigna e un candidato sindaco che sentiva lontano. La medicina era stata proprio la candidatura di Alessandro Fagioli che aveva risposto facendo squadra e valorizzando le forze della coalizione. E chissà che, visto che il medico non riesce a curare sè stesso, che i malati non abbiano già trovato un altro dottore pronto a curare mal di pancia, lenire ferite, risaldare anime preparando la squadra, che sulla carta non manca di talenti e risorse, alla corsa finale.
(foto d’archivio: uno scatto del 2018 in cui il centrodestra saronnese annunciava l’allargamento della coalizione)