Messa dell’Epifania, la storia dei Re magi
SARONNO – La messa dell’Epifania, presieduta da don Claudio Galimberti in Prepositurale, si è svolta in una chiesa gremita di fedeli.
Al termine del vangelo è stata annunciata la data della Pasqua il prossimo 31 marzo. Nella sua omelia, il prevosto ha analizzato le figure dei re magi, personaggi tipici del presepe ma di cui si sa molto poco sulla loro storia.
“Anche se le leggende e le tradizioni sono molte, dei magi sappiamo poco ma ci sono elementi che il vangelo mette come fondamentali: devono essere personaggi meravigliosi per la loro anima, con la passione di sollevare domande alte, di interrogare e interrogarsi, di inseguire il senso della storia dell’uomo e il destino di ogni uomo. Hanno l’animo dei pellegrini, capaci di appagare ogni attesa.”
“Nel vangelo si parla di un viaggio e, nelle sacre scritture il viaggio ha un valore simbolico: é l’aspetto sacro della vita. Se il nostro Dio è un Dio dei viandanti bisogna guardare con ammirazione a coloro che cercano: chi non cerca é un personaggio spento come Erode. I personaggi vivi sono coloro che si interrogano. Anche i veri credenti si interrogano e cercano continuamente. Se non ci fosse l’inquietudine, non ci sarebbero tante scoperte; ma ci serve anche un’anima contemplativa per offrire e orientare la ricerca. I magi erano abituati a scrutare il cielo, le stelle erano vive come se avessero dei messaggi da comunicare. Tutto nella natura ha una voce, se solo fossimo più capaci di ascoltare. Una luce particolare é racchiusa nella Bibbia.”
Un’altra caratteristica riguardante i re magi è stata delineata da don Claudio: la limpidezza del cuore e la genuinità dello sguardo. “Per arrivare a Betlemme per contemplare il bambinello, i magi erano abituati a scrutare il cielo e furono capaci di vedere brillare una stella negli occhi del piccolo bambinello.”
“I re magi arrivarono tutti insieme? Forse sarebbe meglio farli arrivare in tempi diversi. Il vangelo non ci costringe a vedere che siano arrivati tutti insieme. Il tempo della ricerca é diverso per ognuno di noi e qualcuno arriva a credere prima degli altri. Ciò che importa è cercare sempre, camminare, Dio rispetta i tempi di ciascuno, non impone date e scadenze improrogabili ma aspetta tutti.”
Una domanda importante a cui si fa fatica a dare una risposta certa è se i re magi siano stati veramente tre o ci fosse un quarto che non arrivò mai a Betlemme.
“C’è la storia del quarto magio che vide la stella ma che non arrivò a destinazione perché, durante il viaggio, incontrò tanti poveri e usò i suoi doni per aiutarli. Nel capitolo venticinque del vangelo di Matteo, l’evangelista ci aiuta a leggere questa storia. Gesù parla del giudizio finale in cui saranno divisi i giusti dai peccatori che incuriositi gli chiesero quando hanno dato da mangiare, da bere e vestito il loro Signore e Gesù risponde loro che tutto quello che hanno fatto a uno dei suoi fratelli lo avranno fatto a lui. Perciò la domanda vera è: se non si arriva alla fine della ricerca il cammino é inutile?”
Altro punto di riflessione dell’omelia è stato incentrato sull’aiuto dato ai bisognosi secondo cui “nessuno può dire di non aver incontrato i bisognosi. La luce dell’Epifania continuerà ad avvolgerci solo se saremo capaci di aiutare.”
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