Guzzetti plaude ai pignoramenti dei furbetti delle tasse comunali di Caronno
UBOLDO CARONNO – “Ho scoperto qualche giorno fa questa notizia di un paese vicino al mio. Conosco il sindaco Giudici da tempo e devo dire che ha tutta la mia stima per questa che, in fondo, non è una notizia ma non è null’altro che l’applicazione del regolamento dei servizi sociali del distretto saronnese in vigore da qualche anno (a Uboldo dal 2018 dopo l’approvazione a fine 2017) e che anche Caronno, evidentemente, ha deciso di iniziare a utilizzare”.
Inizia così il commento condiviso ieri sera dall’ex sindaco di Uboldo Lorenzo Guzzetti in merito alla notizia della “lotta ai furbetti delle tasse comunali” del comune di Caronno Pertusella.
E prosegue con alcune considerazioni: “E’ curioso notare come i media visto che il sindaco non è leghista non diano risalto a questa notizia. Fosse stato un sindaco della Lega c’era già bellicapelli col cerchietto davanti la chiesa di Santa Margherita a dire che “caronnononsilega”. Dio, grazie di averci scampato da questa nefasta visione. Se il sindaco fosse stato della Lega avevamo la D’Urso qui domenica (Marco, nel caso chiamami…)
Sostengo e appoggio completamente la linea intrapresa da Caronno che conferma quanto si va dicendo da anni: la “povertà vera” la raggiungono, grazie a Dio, poche famiglie nei nostri comuni. E di solito queste famiglie sono le più dignitose e le più restie a farsi aiutare perché vogliono farcela da soli e a volte serve proprio spiegarlo che un aiuto serve eccome per ripartire. La restante platea è malata di “disordine consumistico” ovvero semplicemente nessuno che gli dica a questi signori che no, con 1300/1400 euro al mese non ti puoi permettere (e lo Stato italiano non annovera ancora come diritto) Sky, Premium, 4 smartphone con relativi canoni (uno per bambino, ci mancherebbe, mica vuoi che a 10 anni non abbia il cellulare!), le balenciaga, il colmarino, l’outlet di Serravalle, 15 giorni di viaggio, i tatuaggi, l’estetista e le unghie come appuntamento fisso settimanale, Spotify, Netflix, il televisore da 60 pollici, la mensa anche se sono a casa disoccupato (circa 100 euro al mese solo quella), il ristorante/pizza almeno il sabato o la domenica.
Questa operazione nel mio paesello portò da 68.000 euro di contributi a poco più di 5.000 euro all’anno”.
E conclude: “Ora attendo solo che qualche mio amico di vecchia data che mi definì disumano pubblicamente anche solo privatamente mi mandi un whatsapp chiedendo scusa.Nel frattempo, complimenti Marco! Avanti così!”