Omicidio, dal leccese a Bollate: ecco la storia di Alex Maggio
SARONNO – Da questa mattina, quando si è diffusa la notizia del suo arresto per l’omicidio della commerciante Maria Angela Granomelli avvenuta nel negozio in corso Italia lo scorso 3 agosto, la vita del 32enne Alex Maggio è stata passata al setaccio a caccia di qualcosa che spieghi il delitto che nella notte ha confessato agli inquirenti.
Alex Maggio è nato e cresciuto a Botrugno, piccolo comune in provincia di Lecce, a pochi chilometri da Scorrano e Maglie. Ha fatto il militare nei carabinieri e poi ha lavorato come agente di sicurezza. Qualche anno fa la decisione di lasciare il Salento e trasferirsi al Nord. In provincia di Lecce restano i parenti e gli amici di sempre. Chi lo conosce lo ricorda come una persona timida e riservata assolutamente estraneo alla violenza. La notizia del suo arresto ha lasciato letteralmente senza parole la comunità di Botrugno dove, dai bar in piazza ai social network oggi non si è parlato d’altro.
Arrivato in Lombardia Maggio ha iniziato a fare il cameriere, per qualche tempo anche in Svizzera: il suo ultimo lavoro è stato a Caronno Pertusella dove ha fatto il cameriere fino al dicembre scorso in una pizzeria alla periferia cittadina. Il titolare del ristorante e i colleghi, intervistati nelle ultime ore, lo ricordano come un buon lavoratore. A volte non aveva un carattere facile, dicono, e qualche volta esagerava con le spese o beveva qualche bicchiere di troppo. Nulla di fuori dal comune, tengono tutti a precidare. A dicembre il datore di lavoro non gli rinnova il contratto: il 32enne inizia un lento declino. Torna qualche settimana dopo il licenziamento al ristorante raccontando di vivere un momento difficile e poi si trasferisce a Bollate. Vive con la compagna al settimo piano di un palazzo in centro. Anche qui tutti lo descrivono come una persona schiva e riservata. Nessuno, infatti, riconosce il volto di quel ragazzo “tranquillo e gentile” nei fotogrammi che spopolano su televisione e giornali durante la caccia al killer della gioielleria.
Dopo il delitto è rimasto a Bollate. In passato ha avuto dei problemi con la legge, piccoli reati contro il patrimonio, ma non è mai stato fotosegnalato quindi sa che le impronte lasciate nel negozio non lo tradiranno. I giorni passano e forse consapevole del cerchio che gli inquirenti stanno stringendo intorno a lui Alex Maggio pensa di costituirsi. Gli manca però la forza. Quando mercoledì sera alle 21 i carabinieri entrano nell’appartamento mentre sta vedendo la partita del Milano non è sorpreso. Non oppone resistenza e collabora con gli inquirenti a cui presto confessa il delitto assistito dall’avvocato Carlo Alberto Cova. Non l’aveva detto nemmeno alla compagna che, secondo gli inquirenti sarebbe del tutto estranea all’episodio.
29082013