Corteo studentesco venerdì: ecco le motivazioni
“L’annuncio di una nuova legge che avrebbe peggiorato l’organizzazione delle scuole aveva spinto, l’anno scorso, moltissimi studenti ad occupare le strade di Saronno e di tutta la provincia per manifestare il proprio dissenso. Dopo che il ddl Aprea non è stato approvato, sembra che tutti i problemi che colpivano le scuole siano tutto d’un tratto scomparsi, ma è impossibile non notare la povertà, la rabbia e la crisi che al giorno d’oggi colpisce famiglie, anziani, giovani, e non risparmia certo le scuole.
L’università diventa sempre più un lusso che solo pochi si possono permettere. Nello stesso senso va anche la crescente differenza di reddito medio delle famiglie dei ragazzi iscritti ai licei e di quelli iscritti negli istituti tecnici.
E tutto questo mentre continuano gli aiuti economici pubblici alle scuole private. Mentre una fetta consistente di scuole su e giù per lo stivale cadono letteralmente a pezzi o sono invase dall’amianto, i soldi vengono spesi per aumentare il controllo sugli studenti, sempre più pensati e trattati come carcerati. Telecamere ad ogni ingresso, controlli costanti della polizia dentro e fuori le scuole, cariche e denunce ai cortei di protesta.
L’ultima pensata è quella della proibizione del fumo nei plessi scolastici. Le libertà individuali anche dentro le scuole, come nel resto della società, vengono sempre più erose. Sfortunatamente è sempre più raro vedere ragazzi che si uniscono nelle lotte per combattere situazioni che li riguardano in prima persona. Cosa possiamo fare per cambiare questa situazione? Crediamo che prendere coscienza del modo in cui si percepisce la scuola, nonostante questa vari da persona a persona, sia il primo passo verso un atto di resistenza contro la quotidiana passività. La scuola insegna, non ad emanciparsi, crescere e autodeterminarsi, ma a rendersi utili alla società. A che tipo di società ci dobbiamo rendere utili? Forse a quella rappresentata da politicanti, una società verticistica, dispotica, autoritaria, capitalista, protetta dai cani da guardia pronti a reprimere violentemente ogni atto di ribellione e in cui l’unica cosa importante è credere ciecamente nei suoi valori, il profitto e il “progresso”, nella sua cultura e nelle sue strutture. Abbiamo scoperto invece l’anno scorso, durante le autogestioni e le manifestazioni, che il desiderio di studiare nasce dagli studenti in ambiti liberi, gioiosi, non gerarchici e solidali.
Siamo noi studenti che siamo pronti a mettere in discussione parte di quello che ci circonda per essere i veri protagonisti dei luoghi che viviamo e sta a noi partecipare attivamente e resistere con ogni mezzo necessario!
Verso nuove mobilitazioni!
(Foto d’archivio)