Furto a donna incinta: condannati e… liberi

GERENZANO – Si è tenuto lunedì mattina al tribunale di Busto Arsizio il processo per direttissima a carico dei due romeni che sabato notte hanno rubato la borsa lasciata in macchina da un 37enne gerenzanese in dolce attesa salvo poi essere arrestati dai carabinieri mentre tentavo di prelevare ad uno sportello bancomat con la tessera della loro vittima.
I due, residenti nel campo nomadi di Garbagnate Milanese, sono stati scarcerati subito dopo essere stati condannati ad una pena di un anno e due mesi di reclusione per le accuse di furto in concorso e di uso fraudolento di carte bancomat.
Tutto è iniziato sabato sera intorno alle 19,20 quando una futura mamma si è recata in via Risorgimento a Gerenzano per prendere il latte ad un distributore automatico. La donna, una 37enne, è scesa dall’auto del marito una Ford Galaxy lasciando nell’abitacolo la propria borsa. Tre uomini presenti nella zona hanno sfruttato la leggerezza della gerenzanese: sfondando un finestrino si sono impossessati della borsa e si sono dileguati.
All’intero della borsa la donna aveva, oltre ai propri effetti personali, anche il cellulare e così il marito dopo aver avvisato i carabinieri ha tracciato il telefonino che si stava muovendo verso Origgio fino a fermarsi in via Circonvallazione.
I carabinieri hanno intuito che i ladri stessero utilizzando le carte bancomat nel distributore automatico dell’istituto di credito presente nella zona e così hanno deciso si arrivare sul posto senza sirene e lampeggianti. Così hanno bloccato due dei tre complici, un 19enne ed un 23enne fermati mentre erano ancora all’intero del bancomat dove avevano appena prelevato 500 euro.
La donna ha riavuto la borsa, ritrovata abbandonata poco distante dal luogo del furto, il portafoglio e il cellulare ed anche i soldi prelevati con la sua tessera all’automatico.
28012015
Commenti
Mi chiedo quali potevano essere le conseguenze nel caso fossero stati assolti… Insomma, se la condanna corrisponde a zero azioni punitive…
Torno a ribadire: la vera grande anomalia è l’esistenza stessa del campo rom (questo e qualsiasi altra forma accampamento di zingari/giostrai/vagabondi, paradigma del nomadismo criminale).
Ahahahahahahahahah. ……..silenzio…….. va tutto bene…… Ahahahahahahahahah. …….. se no, non si spiegherebbe perché la gente continua a votare e credere allle sinestre di Porro a Saronno ed a Renzi con i suoi inciucci di palazzo al governo. Ahahahahahahahahah. …. VERGOGNA. … Ahahahahahahahahah. ….
Esatto … le forze dell’ordine faranno i salti di gioia.
Sarebbe ora di introdurre anche in Italia delle pene alternative al carcere (piutost che nient) . Mandarli a ripulire strade, parchi, muri ecc.
… e pensate quanto tutto ciò sia incentivante per il lavoro dei poveri Carabinieri !!! … povera Italia.
Bene io lavoro e pago iva e tasse e multe se non pago il parcheggio….ma se rubo non spendo niente mi pagano l avvocato e mi lasciano libero subito!!viva l Italia viva lo stato evviva evviva evviva!!!!!!???
PERCHE’ I ROMENI NON SONO STATI RISPEDITI IN ROMANIA, CON DIVIETO DI RIENTRO IN ITALIA?
non stai parlando di extracomunitari, la Romania fa parte della comunità europea. ecco perchè. Semplice.
PERO’ GLI ITALIANI SENZA LAVORO, POCHI MESI FA, SONO STATI RISPEDITI A CASA DAL BELGIO, COME FUNZIONA?
..perchè la legge non lo prevede.Banale
forse sarebbe bene ripensare di corsa ai meccanismi che permettono queste oscenità, invece di fare la guerra ai giorni di ferie dei magistrati. Non capisco come mai non siano state costruite le carceri che sono state messe nei programmi dei vari governi, o come mai non si copino i vari paesi europei, vantandoci poi di essere la patria del diritto efacendo ridere il mondo
sono stati scarcerati subito dopo essere stati condannati ad una pena di un anno e due mesi di reclusione.Questo è il vero problema…nn gli fanno un c…o, è ci ridono dietro…
vengono qui apposta a delinquere perché sanno che la giustizia qui é una barzelletta. E con le ultime novitá apportate dal bomba – fino a 5 anni niente galera – la situazione non puó che peggiorare.
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