“C’è la crisi. Siete licenziate”: così 7 sarte si sono ritrovate senza lavoro
CARONNO PERTUSELLA – “Ovviamente valuteremo il da farsi dal punto di vista normativo e sindacale ma al momento a colpirci è l’incredibile mancanza di rispetto dimostrata per sette lavoratrici e per le loro famiglie. L’etica e la responsabilità sociale delle aziende, giorno per giorno, diventano sempre più concetti astratti”.
Così Antonio Ferrari, portavoce dei Cobas già attivo nel Saronnese nella vertenza dell’Ims (l’ex Emi), iniziata a raccontare la vicenda delle 7 sarte della Dress Baby, l’azienda con sede in via Bainsizza 252 che lunedì scorso sono state licenziate senza nessun preavviso.
Fino a settembre l’azienda, che produce vestiti per bambini dai 0 ai 16 anni, aveva sede a Rovellasca poi è arrivato il trasferimento a Caronno Pertusella: “A ottobre abbiamo attivato la cassa integrazione per 16 lavoratrici ma con il passare dei mesi non è stato rinnovato ed anzi il personale è stato invitato a fare straordinari. A fine gennaio hanno iniziato ad esserci dei ritardi nei pagamenti e nelle ultime settimane come sindacati siamo stati contattati per avviare una nuova procedura di cassa integrazione. Pensavamo di organizzare il primo incontro subito dopo Pasqua quando lunedì siamo state chiamati dalle dipendenti”.
“All’improvviso – spiega una sarta che lavora nell’azienda da 15 anni e a cui mancano 6 mesi di lavoro per andare in pensione – ci hanno chiamato in ufficio e ci hanno consegnato la lettera di licenziamento chiedendoci di firmarla. Senza motivazioni. Ci hanno solo detto che per le altre dipendenti ci sarebbe stata una cessione di ramo d’azienda. Siamo state invitate ad uscire e a non tornare in azienda”. I sindacati si sono subito mobilitati chiedendo di poter organizzare un’assemblea nella giornata di giovedì ma dal primo aprile l’azienda è stata chiusa così oggi le lavoratrici si sono ritrovate davanti ai cancelli. Dalle 9 si sono radunate davanti al cancello chiuso dell’azienda per fare il punto della situazione e valutare il da farsi.
“Nelle missive che hanno ricevuto a casa si parla di una decisione dettata dalla crisi che ha portato a chiudere l’intero reparto di cucitura – continua Ferrari – ma manca completamente il rispetto per il lavoratore e le famiglie che dall’oggi al domani si sono ritrovate senza entrate. Tra le 7 donne licenziate una è a casa in maternità. E’ l’ennesimo esempio di imbarbarimento dei rapporti di lavoro dove ormai non si considerano più le persone ma solo le necessità dell’azienda”.
In mattinata durante la riunione delle ormai ex dipendenti, abbiamo provato a suonare e a chiamare telefonicamente la proprietà per una dichiarazione ma non siamo riusciti a parlare con nessuno.
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02042015
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Commenti
Ma no dai, va tutto bene così, fidatevi, lo dice Renzi. Ahahahahahahahahah…………..Ahahahahahahahahah…………….
Vergognoso se si pensa a quanto fanno pagare un abito di questa azienda!!! Meriterebbero di fallire veramente queste case di moda!!
niente paura avete la disoccupazione diversamente da chi il lavoro non ce l’ha avuto negli ultimi tempi…
e poi andrete in pensione e vi sentirete finalmente tutelati rispetto a tutti gli altri
I cinesi nascosti in qualche capannone gli hanno sottratto le commesse