Rimpasto bis: un nuovo pasticcio che non è rimasto segreto
SARONNO – Quando un sindaco cambia assessori o le loro deleghe si parla di rimpasto ma a Saronno in realtà sembra sempre di più un pasticcio. Ma cosa sta succedendo esattamente? Chiariamolo subito, non ci sono informazioni ufficiali ma ormai contorni, personaggi e criticità sono di pubblico dominio. Qualcuno l’ha paragonato a Beautiful o a una soap opera, e non a caso per capire gli ultimi eventi serve un riassunto delle puntate precedenti.
A metà mandato il sindaco leghista Alessandro Fagioli decide, anche per equilibri provinciali, di fare entrare nella coalizione di maggioranza Forza Italia. Visti i maldipancia leghisti per il progetto, il primo cittadino lancia un appello alle segreterie di maggioranza che (non avendo peso in consiglio comunale) rispondono “obbedisco”. Nonostante la benedizione Fagioli ci mette più di due mesi a concretizzare l’ingresso di Fi in Giunta, con Maria Assunta Miglino alla Cultura. Toglie le deleghe a Maria Elena Pellicciotta, avoca a sé l’Urbanistica e assegna a Lucia Castelli le oscure “Comunicazione e Valorizzazione del territorio”.
Malgrado il pasticcio Fagioli non demorde e rimarca in diverse occasioni che il rimpasto non è finito. Già, perchè sul piatto c’è un cambio tra Francesco Banfi, giovane talento di Sac, con il veterano della politica saronnese Paolo Strano. Il problema è come farlo. Sì, perchè per entrare in Giunta Paolo Strano deve lasciare il posto in consiglio comunale a Francesco Banfi che difficilmente potrà restare in una maggioranza che l’ha “accoltellato”. A rendere ancora più critica la situazione il fatto che manchi un “Bruto”: gran parte della lista civica si schiera con il giovane assessore e il sindaco, malconcio dopo il primo cambio, non se la sente di tagliare un’altra testa di quella Giunta di cui fino a metà febbraio si diceva entusiasta. Testa, quella di Banfi, che per altro lui ha fortemente voluto. Da qui l’idea di una mozione di sfiducia della maggioranza che costringa Sac a cambiare assessore e permetta al sindaco di uscirne pulito.
La soluzione però è dura da digerire: c’è chi è costretto e firma, c’è chi ci crede, ma Fratelli d’Italia e Doma nunch non ne voglio sentire parlare. L’operazione lascia sconcertata anche la stessa Giunta che non viene informata dal sindaco ma dalle rispettive segreterie. La Lega, che si è fatta di promotrice dell’operazione, gioca tutte le sue carte: dal fatto che manterrà l’assoluta riservatezza del documento, alle lusinghe. FdI capitola ma Doma nunch non ne vuole sapere. Del resto avevano già mal digerito l’ingresso di Fi e l’operazione in stile Prima Repubblica proprio non è nelle corde degli econazionalisti.
Colpo di scena nella giornata di domenica quando il documento “segretissimo” viene svelato su Prealpina da un articolo di Roberto Banfi. Ed ora cosa succederà? Il sindaco si ricorderà di avere una maggioranza bulgara e prenderà una decisione o si cercherà di tenere vivo il siparietto della sfiducia delle segreterie? Del resto la vicenda è trapelata da più parti tanto da essere nota all’intero mondo politico saronnese. Opposizione compresa. E la maggioranza? Dopo l’ingresso di Fi, le forzature del documento segreto ma reso pubblico resterà unita o perderà pezzi vanificando il progetto di Fagioli per la sua ricandidatura?
(foto: la giunta Fagioli, il giorno della nomina)
09042018