Via Roma, Banfi “svela” la storia dei bagolari: acquistati nel 1944
SARONNO – Da un paio di mesi sono al centro di un vivace dibattito cittadino ma qual è la storia dei bagolari di via Roma? E’ la domanda che diversi saronnesi si sono rivolti in questi giorni e a cui ha trovato una risposta il consigliere comunale Francesco Banfi.
“Per strada molte persone mi hanno fermato per chiedere informazioni sui bagolari di via Roma. Mi hanno mostrato fotografie di metà anni Cinquanta in cui gli alberi sono ritratti ed i più anziani serbano memoria di quelle piante. Mi sono quindi incuriosito sulla loro storia e ho così richiesto di consultare gli archivi comunali: l’unico modo per avere dati certi”.
“Nel 1944 – racconta Banfi – la Repubblica sociale di Salò con l’allora podestà Piero Zerbi, il 23 marzo 1944 comandava 400 celtis australis (i bagolari) alti 3,70 metri, al prezzo convenuto di 25 lire cadauna, da collocare lungo le vie Roma e Manzoni. Nella stessa lettera si ordinano anche alcune piante ancora oggi visibili nel giardino della Villa Gianetti. Insomma: si voleva rendere bella la città. Il 18 aprile vengono consegnati da un vivaio di Mariano Comense 408 bagolari per una spesa complessiva della manodopera per l’impianto pari a 10.695 lire”.
“E’ però il 22 giugno che Zerbi scrive al vivaio dicendo che sono morti tutti eccetto alcuni esemplari. Il carteggio prosegue, serrato, anche nei primi giorni di novembre. Non ho al momento trovato altro materiale, ma sicuramente o nel 1945 o nel 1946 la via Roma ha iniziato ad essere come la conosciamo”.
Una vicenda che il consigliere valuta con semplicità: “E’ certo che in un momento storico particolarissimo e difficile, i saronnesi che ci hanno preceduto, sia il podestà Zerbi (della Repubblica sociale di Salò) che il successivo sindaco Agostino Vanelli (del Comitato di liberazione nazionale alta Italia), tra aiuti ai meno abbienti, costi di ricostruzione, sostentamento delle truppe, costi per la difesa antiaerea, premi per la Liberazione, stipendi ai medici e alle ostetriche, rimozione dei cadaveri, spese per gli acquedotti, hanno inserito la piantumazione di grandi quantità di alberi.
Non saprei dire se per sensibilità ambientale, perchè cercatori di bellezza per confortare i cittadini o per mostrare che si stava facendo qualcosa di concreto per la città, ma sicuramente ci hanno lasciato quelle piante come testimoni della loro personale storia, di passaggi cruciali della storia italiana e saronnese”.
10032019