Saronno, settanta in piazza contro la guerra in Ucraina
SARONNO – Bandiere arcobaleno ma anche quella di di Auser: sabato mattina una settantina di persone si sono ritrovate in piazza Libertà per far sentire il no della città alla guerra in Ucraina. “Fermiamo la guerra in Ucraina: un anno di guerra è troppo!” è proprio lo slogan dell’appuntamento che ha visto Saronno aderire all’iniziativa di Europe for peace per chiedere il cessate il fuoco, il dialogo e i negoziati di pace per costruire un’Europa sicura e pacifica per tutti.
All’iniziativa, organizzata da Emergency, hanno aderito Acli Saronno, Anpi Saronno, Gruppo Alice, Associazione Il Sandalo Equosolidale, Associazione sulle Orme di Maria Lattuada, Asvap4, Attac, AuserSaronno, Emergency, Centro Incontro, Equipaggio di Terra ResQ Saronno, Givis, L’Isola che non c’è, Pastorale Migranti Zona IV e Villaggio SOS Saronno.
Nel corso del presidio, che ha visto la presenza di molte mamme con i figli e anche molti ucraini arrivati a Saronno un anno fa, non sono mancati gli spunti di riflessione e le analisi.
Ecco il testo del comunicato letto da Emergency durante il presidio:
Oggi in tutta Italia cittadini e cittadine stanno manifestando per chiedere la pace in Ucraina e l’immediato cessate il fuoco.
A un anno dall’invasione del Paese da parte della Russia, siamo di nuovo in piazza perché avviare un dialogo reale per i negoziati di pace oggi è più necessario che mai.
Fino a oggi la politica italiana ed europea si è concentrata solo sul sostenere l’Ucraina dal punto di vista militare. Si è continuato a mandare armi come unica soluzione: in particolare dallo scoppio del conflitto al novembre 2022, l’Italia ha inviato armi per un valore che ha superato i 450 milioni di euro, secondo le stime degli osservatori indipendenti.
Ma dopo un anno, la guerra non è finita e non vediamo un impegno concreto per la pace mentre la popolazione civile continua a pagare le conseguenze più devastanti e dolorose del conflitto.
Siamo stati recentemente in Ucraina e abbiamo visto gli effetti della guerra sulla popolazione civile: le persone più vulnerabili, le persone con disabilità, gli anziani sono abbandonate a se stesse, come in tutte le guerre.
Mentre assistiamo all’aggravarsi del conflitto, con il rischio di coinvolgere tutta Europa, il rischio di un’escalation nucleare è sottovalutato in modo incosciente.
Proprio per questo siamo convinti che oggi più che mai sia necessario e urgente un appello concreto per la pace.
Il popolo che oggi è in piazza sa che la guerra non è la soluzione. Non crediamo a chi ci dice che la guerra è inevitabile per poter fare la pace: solo la pratica dei diritti umani può portare alla pace.
24 febbraio 2022 – 24 febbraio 2023