Uboldo, un anno (piú o meno) intorno all’Asia, intervista a Marco Carnelli
26 Novembre 2023

UBOLDO – “Mollo tutto e parto”, quante volte durante il giorno, un po’ tutti pensiamo questa frase, magari subissati dalle responsabilità e dallo stress, dalla voglia di uscire dai canoni e dalla ruotine quotidiana, è quello che ha fatto Marco Carnelli, 28enne uboldese, fotografo amatoriale e appassionato viaggiatore, starà via un anno (forse meno o forse di piú), alla scoperta delle bellezze del continente asiatico.
È partito a fine estate, circa due mesi fa alla volta di Istanbul per poi dirigersi ad Abu Dhabi, Dubai, l’Isola di Socotra in Yemen, l’India, il Nepal, fino alle pendici dell’Everest; zaino in spalla, qualche tappa predefinita, fino ad ora, e poi da inizio dicembre, spazio all’improvvisazione. Abbiamo deciso di fargli qualche domanda:
Da dov’è nata l’idea di questo viaggio?
“L’idea di fare un viaggio di questo tipo è nata qualche anno fa, poi c’è voluto un po’ di tempo per metabolizzarla, per organizzarla e per prender coraggio per partire, sapevo non sarebbe stato facile, e infatti non lo è stato: stare lontano dalla mia famiglia e dai miei amici per molto tempo, lasciare il calcio e i miei compagni di spogliatoio e tutte le persone con cui condividevo qualcosa qui in Italia; ma sentivo che questo era il momento giusto per partire e per vivere questo tipo di esperienza.”
Hai un itinerario preciso o stai improvvisando?
“Avevo un itinerario abbastanza preciso fino a novembre: avevo delle tappe prestabilite che dovevo per forza rispettare a causa di voli già prenotati e per il fatto che mio papà mi avrebbe raggiunto in Nepal a inizio mese.
Da dicembre ho un itinerario di massima con dei posti che mi piacerebbe vedere ma nulla di definito e non mi precludo la possibilità di cambiare completamente programma da un giorno all’altro; diciamo che mi sto organizzando più o meno di settimana in settimana.”
Che Paesi hai visitato finora?
“Sono partito da Istanbul e ho fatto circa venti giorni in Turchia, poi ho preso un volo per Abu Dhabi e ho passato due giorni lì e due a Dubai per poter poi raggiungere l’isola di Socotra in Yemen. Dopo una settimana sull’isola sono tornato ad Abu Dhabi e ho volato verso Dehli. Dopo due settimane circa nel nord dell’India, a inizio novembre sono arrivato in Nepal dove mi ha raggiunto mio padre dall’Italia per fare insieme il trekking al Campo Base dell’Everest, ora starò in Nepal (credo) fino a inizio Dicembre.”
Quali saranno le tue prossime tappe?
“Dopo il Nepal vorrei rientrare in India via terra e andare a Varanasi, poi proseguire per il Rajasthan e fare tutta la costa ovest dell’India fino al Kerala, in seguito potrei volare in Sri Lanka o direttamente in Thailandia, ma lo deciderò più avanti.”
Per il tipo di fotografie che stai facendo ti stai ispirando ad un fotografo in particolare? E perchè?
“Ho sempre amato fare foto durante i miei viaggi, penso che la fonte di ispirazione di chiunque scatti questo tipo di foto, professionalmente o solo per diletto come me, sia Steve McCurry.”
Hai dovuto lasciare il lavoro per intraprendere questo viaggio? Se sì, sei stato criticato per questa scelta? Se sì, vuoi rispondere a chi ha mosso delle critiche?
“Fortunatamente non ho dovuto lasciare il lavoro ma ho chiesto un anno di aspettativa non retribuita all’azienda in cui lavoravo e mi è stato concesso; questo mi consente di avere un “paracadute” in caso decidessi di terminare il mio viaggio o, dopo di esso, mi accorgessi di voler tornare alle vecchie abitudini, infatti non so se starò in viaggio per tutto un anno, per quattro mesi, per sei mesi o per più tempo; comunque vada però lo riterrò un successo perché saprò di aver provato a vivere questa esperienza e non avrò mai il rimorso di non essermici “buttato”.
Devo dire di non aver ricevuto grosse critiche dalle persone che mi stanno intorno ma più che altro tante parole di incoraggiamento e di stima per la scelta intrapresa.”
Hai conosciuto persone in questo viaggio che hanno cambiato il tuo modo di vedere le cose?
“Ho conosciuto tantissime persone, per lo più ragazzi e ragazze come me che viaggiano da soli e zaino in spalla per un periodo più o meno lungo di tempo e ovviamente molte persone del posto, Quando si viaggia per ostelli non ci si deve mai preoccupare di rimanere da soli.
Dopo circa due mesi che sono in viaggio mi sto rendendo conto che più che i luoghi che visito, più che una montagna, una spiaggia o un tramonto, sono le persone che incontro a rendere veramente speciale questa esperienza, ogni persona con cui parlo e con cui passo del tempo, mi arricchisce: può essere un ragazzo come me con cui condivido parte del viaggio e con cui quindi instauro un legame, può essere una persona che sta facendo qualcosa di completamente diverso da me, e che quindi mi permette di vedere tanti aspetti della vita da un punto di vista totalmente differente e nuovo, oppure può essere un ragazzo come me ma che magari è nato in un villaggio dell’India e magari non potrà mai fare un’esperienza come la mia e magari nemmeno uscire dalla propria nazione.
Di questi ragazzi, ne ho incontrati tanti, non si pongono mai con un atteggiamento di invidia ma anzi, sono spesso felici per il mio viaggio e fanno di tutto per aiutarmi.
Questi incontri mi insegnano a non dare nulla per scontato, a vivere la vita con più spensieratezza e mi ricordano sempre di quanto sia fortunato a poter vivere questo viaggio.”
Per rimanere aggiornati sulle tappe del suo viaggio, Carnelli sta tenendo una sorta di social-diario a scopo divulgativo sul suo account Instagram @marcocarnelli
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