Ultima settimana per vedere le città invisibili di Edio Bison
SARONNO – Ultimi giorni per visitare la mostra di Edio Bison, fotografo saronnese, dal titolo “Città invisibili”. Il titolo riprende l’omonimo libro di Italo Calvino, un successo editoriale tradotto in 43 lingue e pubblicato in 49 Paesi.
Sala Nevera così allestita invita ad un ricordo, una riflessione sull’opera: le fotografie ritraggono i più diversi paesaggi cittadini, con atmosfere suggestive e affascinanti. A curare l’evento Stefano Natrella, esperto di cultura visuale ed ex docente all’Accademia di Brera.
“È attraverso il filtro della citazione – questo il commento critico di Stefano Natrella sulla mostra di Edio Bison – “qualsiasi casa dia da vedere e qualunque sia la sua maniera, una foto è sempre invisibile: non è essa che vediamo” che dovremmo osservare le fotografie che Edio Bison dedica al libro “Le città invisibili”. Una riflessione in forma di immagini che, come descritto da lui stesso, conduce a prendere in considerazione la possibilità che ‘le città invisibili, siamo anche noi'”.
Particolarmente apprezzata la fotografia “Morgana”, che ritrae un suggestivo paesaggio immerso nella nebbia, tra toni di grigi e bianco.
“A volte gli abitanti nel silenzio ovattato – si trova così descritta la fotografia – ritrovano il proprio destino magari girato un angolo o su un campanile di una chiesa, su un tavolino di un bar o nascosto dietro un tazebao, semplicemente per caso, perché si sa, il destino ha più fantasia di noi e sotto la sua maschera a volte si nasconde il miracolo. Non importa quanto ci si allontana nello spazio con il pensiero perché le cose ci risucchiano piene dell’ amore che abbiamo sprecato e questa è una legge non scritta, ma vale per tutti.”
La mostra sarà visitabile sino al 17 dicembre con i seguenti orari: giovedì e venerdì dalle 16 alle 18.30 e nel weekend di sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30.
Edio Bison nasce a Saronno e matura il suo interesse per il linguaggio della fotografia fin dagli anni giovanili. Dopo il diploma all’Istituto d’Arte e Comunicazione di Como inizia a collaborare come free-lance con diverse testate giornalistiche e con enti pubblici e contemporaneamente coltiva i suoi studie le sue ricerche sulla fotografia. Lavora sul paesaggio e sulla composizione dell’immagine, esponendo le sue opere in mostre personali in Italia e all’estero. Nel 2005 partecipa ai Rencontres d’Arles con una collettiva dal tema Terre d’Acqua patrocinata dalla provincia di Vercelli e nel 2006, sempre ad Arles, espone in una mostra collettiva dal titolo Paesaggi italiani.
(foto di Mauro Pomati)