Visto da Varese: Quel turismo che morde ma non fugge più
14 Gennaio 2024

di EZIO MOTTERLE
Finita l’era del turismo mordi e fuggi, il Varesotto si propone al mondo del viaggio e della vacanza con le sue diverse opportunità legate anzitutto a grandi eventi sportivi, invitante luogo di soggiorno con un pernottamento medio che sfiora ormai i quattro giorni. È un dato rilevante quello che emerge dall’analisi della Camera di commercio sull’andamento gennaio-ottobre 2023 nelle strutture alberghiere ed extralberghiere. Già certificate 2.153.207 presenze, la stima è che l’anno si concluda oltre quota 2 milioni e 400mila, diventando così quello col maggior numero di pernottamenti in provincia. Un record storico. Continua insomma lo sviluppo di un settore che sta traendo beneficio da un attento lavoro di offerta, grazie a un sistema turistico che – su un territorio ricco di attrazioni paesaggistiche e culturali con i suoi sette laghi e quattro siti Unesco – conta ora su oltre 2mila strutture ricettive. Questo grazie a una crescita che ha abbinato alle realtà alberghiere quelle come bed & breakfast, campeggi, case vacanze e alloggi agrituristici. Un insieme rivolto a un sempre più variegato target di pubblico, con una permanenza media che cresce, toccando i 3,5 giorni nell’area dei laghi prealpini e i 3,8 nelle vallate del nord della provincia. Altro che gita fuori porta con rapido rientro serale, insomma. I numeri delle presenze, che equivalgono ai pernottamenti, sono importanti ed evidenziano il forte impegno degli operatori, sottolinea il vertice dell’ente camerale. A loro va il gran merito di questa crescita, frutto del supporto garantito dalle istituzioni e dalle altre realtà che entrano in gioco in un settore turistico che si sta confermando fattore di sviluppo complessivo per il territorio. Con un obiettivo, cogliere cioè gli effetti positivi offerti dalle olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Amarcord delle gite anni Sessanta, domenica con tutta la famiglia sulla Seicento, pasta, padelle e condimenti nel bagagliaio, via verso la cime dei colli al confine con la Svizzera, plaid sul prato, fornello accanto, gran mangiata, pennica di rigore, poi giù verso casa, rientro e pernottamento tra le mura, niente “presenza” dunque registrata dalla statistica. Che decolla ora sull’onda di grandi manifestazioni in grado di occupare tutto il sistema ricettivo. Ma anche di un ambiente unico, valorizzato con cura.