Indelicato e “le prove tecniche di dittatura”
In un’intervista rilasciata a Repubblica tv, Antonio Nicita, presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha recentemente dichiarato che “bisogna smetterla di proferire parole di odio contro gli immigrati nei TG e nei telegiornali, e i programmi di intrattenimento dovranno evitare parole cariche di intolleranza, odio, razzismo quando parlano degli immigrati”. Il giornalista che lo intervistava, dal canto suo, ha annunciato soddisfatto che a breve lo stesso Garante “fornirà delle indicazioni che daranno una bussola agli operatori della comunicazione per non sbagliare (sic)”.
Proviamo dunque a immaginare come potrebbe dipanarsi un’intervista nel corso di un programma come “Quinta colonna” o “Dalla vostra parte”, ma riveduto e corretto secondo le indicazioni del Garante.
Intervistatore: – Ci racconti quello che le è successo ieri, signora. Ma mi raccomando: sorvegli il suo lessico, o le toglierò subito la parola. –
Vecchietta milanese abitante a Quarto Oggiaro: – Ciumbia, vengo via di casa verso le dieci per fare la spesa al mercato, e quando torno me la ritrovo occupata! –
I: – Ohibò! E chi è stato? –
V: – Ma come chi? Inn semper lur … gli zingari! –
I: – Cara signora … così non va bene … non deve dire “zingari”. –
V: – E come devo dire? –
I: – Nomadi. –
V: – Ma quali nomadi, se si sono piazzati in ca’ mia, e non se ne vogliono più andare! –
I: – Non fa niente signora, sempre nomadi sono! E poi, badi a non generalizzare! Anche gli italiani occupano le case altrui!
V: – Sarà, ma quelli là sono zin… nomadi. –
I: E dica, cosa ha fatto quando ha trovato quei birbantelli a casa sua? –
V: – Ho chiamato la polizia! –
I: -Come la polizia? Così subito? Non ha provato a interagire con loro? –
V: – A far cusè? … –
I: – A interagire … a parlarci assieme insomma. –
V: – Sì che ci ho provato. –
I: – E che è successo? –
V: – Mi hanno detto che potevo andare a dar via il *** –
I: – Ssst! Ssst! E la polizia cos’ha fatto? –
V: – Siccome una delle donne era incinta, m’hanno detto che tutta la tribù se ne poteva stare dov’era. E allora il Luigi, che è il mio vicino, m’ha accompagnato di corsa all’Aler. –
I: – Lei certamente non voleva dire tribù, voleva dire: famiglia allargata, vero? E comunque, immagino che abbiano trovato una soluzione, data la situazione d’urgenza. –
V: – Non hanno trovato un bel … niente! Le case le avevano già date tutte ai negher. –
I: – Signora!! Ma vuole farci chiudere la trasmissione? Deve dire: le avevano date ai poveri migranti, ha capito? Vuole sorvegliare di più il suo lessico? –
V: – Io sorveglio tutto quello che vuole, ma il fatto è che a casa mia ci stanno gli zingari, e un’altra casa non me la danno perché ci stanno i negher. Le sembra giusto, a lei? E dove dormo stanotte io? Sotto il ponte della Ghisolfa? in ca’ del sindaco? –
Intanto il povero intervistatore, avendo sudato freddo per tutta la serata, e sorbitosi gli insulti del popolo bue ignorante e razzista assiepato là intorno, medita di chiedere il trasferimento alle Previsioni del tempo. Ma lì – pensa desolato – mettono le gnocche … volevo dire: le ragazze avvenenti.
02112016