Coronavirus, appello dei nidi privati al sindaco: “Ci serve un aiuto, il rischio è di perdere un servizio essenziale per le famiglie”
SARONNO – E’ indirizzata al sindaco Alessandro Fagioli ma anche agli assessori ai Servizi sociali Gianangelo Tosi e alla Cultura Maria Assunta Miglino la missiva degli gestori e titolari di tutti gli asili nido e micronidi privati di Saronno.
E’ la secondo volta che i responsabili delle attività dedicati ai più piccoli chiedono un aiuto all’Amministrazione visto che già qualche settimana fa avevano chiesto un momento di confronto. Le difficoltà di questo periodo e i rischi di non poter riaprire offrendo un servizio essenziale per le mamme che lavorano e per tante famiglie sono il focus della missiva che chiede “un fondo a favore degli asili nido privati saronnesi che consenta a questi ultimi di azzerare o almeno ridurre consistentemente le perdite derivanti dalla sospensione delle rette” e “la sospensione della pressione fiscale comunale per il prossimo semestre a favore dei nostri asili: anche tale iniziativa potrebbe consentire un alleggerimento del carico di spese sostenuto e da sostenere in futuro pur in assenza di introiti causata della chiusura delle attività”.
Ecco il testo integrale
scriviamo la presente lettera nelle nostre rispettive qualità di gestori e/o titolari di tutti gli asili nido e micronidi privati attualmente operanti nel territorio di Saronno.
Quali massime cariche comunali e interlocutori istituzionali con le competenti autorità provinciali, regionali e statali, ci sembra opportuno metterVi al corrente del forte disagio che la nostra categoria sta vivendo a causa delle misure di distanziamento sociale imposte dal Governo per contenere la diffusione del Coronavirus Covid-19 che prevedono, ormai dal 24 febbraio, la forzata chiusura delle nostre strutture.
Sia ben chiaro, non soltanto non è nostra intenzione criticare le limitazioni imposte, ma teniamo da subito a sottolineare che – nostro malgrado – il divieto di assemblamenti tra persone e specialmente tra bambini in tenera età come quelli che frequentano i nostri asili sia a nostro parere la migliore se non l’unica scelta possibile per non aggravare ulteriormente le già tragiche conseguenze di questa storica ed epocale pandemia che segnerà per sempre le abitudini e i pensieri di ognuno di noi.
Sarà dunque nostra cura attenerci scrupolosamente alle direttive sanitarie che verranno emesse nelle prossime settimane, rispettando con meticolosa puntualità le regole, non soltanto per evitare le relative sanzioni ma anche e soprattutto per il forte senso etico e civico che da sempre caratterizza attività così delicate e fortemente impegnate nell’educazione di bambini di età compresa tra 0 e 3 anni.
Tanto doverosamente premesso, però, non possiamo non evidenziare la “ferita” economica che le suddette limitazioni stanno provocando e provocheranno nei prossimi mesi o addirittura anni alla nostra categoria.
La chiusura totale delle strutture, la retribuzione del personale dipendente, le costanti spese di gestione ordinaria e straordinaria dei locali (mutui, affitti, utenze …) e l’impossibilità (visto il tipo di attività svolta) di fornire servizi alternativi ai genitori dei bimbi che frequentano i nostri asili, ci procurano, ogni giorno che passa, un ingente perdita sia sotto un profilo prettamente economico che – forse ancor peggio – sotto il profilo commerciale.
Dal primo punto di vista, l’interruzione forzata dell’attività ci vedrà costretti a sospendere o ridurre – almeno a partire dal prossimo mese di maggio – la richiesta di pagamento delle rette da parte dei nostri clienti; questa scelta, pur non obbligata da statuizioni contrattuali, è dettata da ragioni di imprescindibile opportunità, laddove si pensi che la richiesta continuativa di pagamento di un servizio di fatto non reso precluderebbe del tutto la credibilità dei nostri istituti non soltanto nei confronti della clientela attuale ma anche di quei genitori che, in un prossimo futuro (almeno così ci auguriamo!!!) vorranno rivolgersi a noi per la cura e la tutela dei propri figli. Saronno è una piccola cittadina dove, notoriamente, il passaparola e l’opinione della gente sono elementi di forte influenza e giocano un ruolo fondamentale nelle scelte delle persone, in special modo se relative all’educazione ed alla crescita dei propri figli.
Le suddette considerazioni assumono ancor maggiore rilevanza a seguito della sospensione delle rette degli asili comunali, suggerita in ambito nazionale e adottata dal Comune di Saronno che, se non “replicata” nel settore privato, acuirebbe nella sensibilità pubblica il divario tra trattamento privato e pubblico in un campo, quale quello educativo, in cui tale divario non ha motivo d’essere.
A tal riguardo non può essere ignorato il fatto che, proprio in virtù dell’attività che svolgiamo, tutti i nostri asili non soltanto sono riconosciuti quali attività commerciali in possesso di tutte le necessarie autorizzazioni, ma sono altresì accreditati dallo stesso Comune di Saronno – sotto l’egida ed il controllo dei Servizi Sociali – quali enti in grado, da una parte, di soddisfare riconosciute esigenze educative e, dall’altra, di fornire un innegabile supporto allo stesso Comune nella gestione delle richieste di accudimento dei bambini che giungono ogni anno dalla cittadinanza.
In questo senso, il limite tra impegno pubblico e impegno privato viene ridotto ai minimi termini e ogni disparità di trattamento – anche e soprattutto nella gestione di una emergenza sanitaria universale e trasversale quale quella che stiamo vivendo – sarebbe “incostituzionale” (seppur nel significato non puro del termine) in senso giuridico e lacerante dal punto di vista umano.
Le misure economiche annunciate dal Governo a tutela delle imprese negli ultimi giorni, purtroppo, difendono solo in parte i nostri interessi, lasciando palesemente scoperte molte delle criticità che la nostra categoria sta riscontrando.
La cassa integrazione per i dipendenti e il rinvio delle incombenze tributarie e contributive di marzo, infatti, seppur da un lato sono interventi che forniscono temporaneamente un po’ di ossigeno, non possono infatti di per sé dirsi sufficienti a scongiurare – o, quantomeno, a rendere sopportabili – le nefaste conseguenze di questa terribile situazione.
Anche su scala nazionale, è prevista dagli analisti economici la chiusura definitiva di circa il 20% degli asili nido privati, proprio a causa delle perdite derivanti dalla serrata e della conseguente mancanza di liquidità sufficiente per garantire uno sforzo sostenibile di riapertura degli esercizi.
Nel caso specifico, non va inoltre dimenticato che tutti i nido saronnesi sono costituiti da piccole e piccolissime realtà, per lo più portate avanti in prima persona dalle scriventi titolari che, con
l’ausilio di pochissimi collaboratori, garantiscono la propria presenza quasi costante sul luogo di lavoro per tutto il tempo di apertura degli esercizi.
Si tratta dunque, come facilmente comprensibile, di attività che non prevedono guadagni importanti o entrate tali da poter consentire ai titolari di “ammortizzare” le ingenti perdite del momento né, in molti casi, di far fronte alle spese future necessarie per la riapertura e la ripresa a pieno regime dei singoli istituti.
Proprio all’opportunità di riaprire i nido superata la fase critica della pandemia è legato il secondo aspetto critico di questa drammatica vicenda: nell’assoluta incertezza delle tempistiche e delle modalità di riapertura (occorrerà organizzare gli spazi differentemente? potrà essere garantito lo stesso numero di compresenze di bambini? occorrerà adottare provvedimenti di distanziamento particolari? bisognerà pensare a una diversa gestione delle mense? Dovremo adottare particolari precauzioni igienico-sanitari? e fino a quando si protrarrà questa situazione? Un mese, 6 mesi, un anno, per sempre?) molti di noi vedono francamente assai remota la reale possibilità stessa di riprendere la propria attività.
Tale aspetto diviene ancor più incisivo laddove si consideri che, per prassi ormai consolidata, il periodo intercorrente tra i mesi di marzo e luglio è generalmente utilizzato per l’organizzazione degli “open day” e di tutti quegli eventi pubblicitari volti a consentire su larga scala la conoscenza al pubblico e la promozione dei servizi offerti in vista delle iscrizioni dei bambini a partire dal mese di settembre per l’annualità successiva.
L’impossibilità di attuare dette iniziative promozionali avrà inevitabilmente ripercussioni molto pesanti sull’andamento della prossima stagione lavorativa, prolungando così di fatto le perdite finanziarie degli asili ben oltre la fase c.d. “1” di contenimento del contagio e la fase cd. “2” di convivenza con il virus.
Come certamente capirete, dunque, la nefasta vicenda che interessa tutto il nostro Paese assume, con specifico riferimento alla nostra attività lavorativa e professionale, tinte ulteriormente drammatiche, con inevitabili gravissimi danni a carico delle nostre famiglie e di quelle dei nostri collaboratori, dei moltissimi genitori che ogni anno si rivolgono agli asili privati per la tutela e la cura dei propri figli e, non ultimo, dello stesso Comune di Saronno che potrebbe non essere in grado di sopperire alle richieste educative lasciate altrimenti inevase.
Per tutti questi motivi, certi della massima attenzione che vorrete rivolgere a chi Vi sta scrivendo, consapevoli delle facoltà che le istituzioni comunali hanno per venire incontro alle richieste dei propri “esercenti” e sicuri che abbiate compreso appieno quanto fondamentale sia l’apporto civico, pedagogico ed educativo che da sempre i nostri asili forniscono al Comune di Saronno, ci rivolgiamo a Voi per chiedere il massimo sforzo possibile per aiutarci a proseguire il delicato cammino imprenditoriale che abbiamo intrapreso mettendo tutto il nostro personale impegno a fronte di prospettive di lucro realmente minime.
Due sono le richieste che intendiamo sostanzialmente avanzare: la prima consiste nell’erogazione da parte del Comune di un fondo a favore degli asili nido privati saronnesi che consenta a questi ultimi di azzerare o almeno ridurre consistentemente le perdite derivanti dalla sospensione delle rette a far data dal 01 maggio 2020.
Tale fondo, elargito su base proporzionale ed in funzione del numero di bambini che ogni istituto può accudire, potrebbe essere immediatamente disposto dal Comune stesso senza necessità di alcuna autorizzazione sovra-comunale e andrebbe, di fatto, a parificare la situazione degli asili nido privati autorizzati e accreditati a quelli pubblici, per i quali la sospensione delle rette è già stata disposta ed attuata.
L’entità di tale contributo – che verrebbe corrisposto soltanto per il periodo di emergenza e fino al momento in cui sarà consentita l’effettiva riapertura degli istituti – potrà essere valutata dai competenti organi istituzionali tenendo in considerazione il danno economico derivante agli asili saronnesi dalla drastica prevista diminuzione di fatturato che sarà nostra cura dimostrare e attestare.
Il secondo intervento è quello della sospensione della pressione fiscale comunale per il prossimo semestre a favore dei nostri asili: anche tale iniziativa potrebbe consentire un alleggerimento del carico di spese sostenuto e da sostenere in futuro pur in assenza di introiti causata della chiusura delle attività.
Dopo attenta valutazione legale e parere positivo anche della nostra associazione di categoria, riteniamo che le istanze sopra formulate siano congrue e giustificate e confidiamo fortemente che un comune attento alle esigenze dei propri cittadini come quello di Saronno possa dare, anche in questa occasione, ulteriore prova di sensibilità e giustizia sociale intervenendo direttamente a sostegno di un servizio di primaria importanza e meritevole di particolare cura e tutela, quale educativo e pedagogico che i nostri asili ogni giorno coscientemente e responsabilmente hanno sempre fornito e sperano di poter fornire anche in futuro.
In attesa di sollecito riscontro, restiamo a disposizione per valutare, di concerto ai funzionari comunali preposti, tutte le possibili soluzioni di accoglimento da parte del Comune delle istanze avanzate.