Dal Tgr al Corriere, tutti parlano dei profughi “saronnesi”
Tutto è iniziato nell’aprile scorso quando la Comunità Pastorale, durante il venerdì santo, ha annunciato l’arrivo di 32 profughi nella struttura di proprietà delle suore che fino a pochi anni fa era usata come sede staccata del liceo scientifico. Il sindaco che a più riprese, chiamato dal Prefetto, aveva rimarcato l’indisponbilità all’accoglienza dell’Amministrazione aveva trovato alcune irregolarità nella struttura, nella pratica di cambio destinazione d’uso e nella realizzazione di alcune opere e così aveva informato la Prefettura che aveva provveduto a bloccare l’arrivo dei profughi.
Ed è proprio da qui, da una struttura pronta ma vuota che partono le ultime polemiche. Nell’articolo di Gianpiero Rossi pubblicato dal Corriere della Sera ieri mattina e nel servizio del Tgr andato in onda lunedì sera alle 19,30 si parla proprio di uno spazio “con i letti montati dagli scout” pronta ad accogliere ma inutilizzata. Se davanti alle telecamere il prevosto Monsignor Armando Cattaneo rimarca, come fatto svariate occasioni negli ultimi mesi, l’importanza della carità e dell’accoglienza nella storia della città, il sindaco Fagioli davanti alle telecamere sottolinea come la maggioranza dei saronnesi non voglia che ci sia accoglienza e come, se i privati la vogliano realizzare, questa debba rispettare tutte le regole. Il primo cittadino si dichiara pronto a protestare nel caso in cui si trovasse un altro spazio per ospitare i profughi.
A concludere, un po’ a sorpresa, la speranza del prevosto Cattaneo di un provvidenziale intervento di Roberto Maroni: “Se come ha chiesto in queste ore fosse dichiarato lo stato di emergenza – conclude il numero uno della Comunità pastorale – il Prefetto avrebbe le mani libere… E così…”. Il prevosto era già stato protagonista una settimana fa di un appello all’accoglienza lanciato dall’informatore parrocchiale che aveva seguito quello del cardinale Angelo Scola che aveva chiesto ai fedeli saronnesi di insistere “con educazione ma determinazione” per concretizzare il progetto di accoglienza.
(Foto archivio)