Consiglio comunale aperto su ex Saronno-Seregno: fissata la data
SARONNO – Si terrà mercoledì 6 dicembre alle 20 in Sala Vanelli il consiglio comunale aperto su tema “Ferrovia dismessa Saronno-Seregno: quali prospettive di riuso sostenibile”.
La seduta è stata convocata dal presidente del consiglio comunale Raffaele Fagioli in base alla richiesta effettuata dai consiglieri comunali di minoranza ad eccezione di Forza Italia. Sono arrivate in Municipio, in due diverse consegne, poco meno di 600 firme di cittadini che hanno chiesto all’Amministrazione un momento di confronto per fare chiarezza sul futuro dell’ex ferroviaria dall’uso (greenway o tangenzialina) alle modalità di realizzazione (sbancamento o sopraelevata).
Nel frattempo sul fronte del recupero dell’ex Saronno-Seregno si sono tenuti due momenti di approfondimento: la conferenza stampa organizzata sul tema della Ciclometropolitana dell’Amministrazione comunale in cui è stato presentato il concept della futura greenway da realizzare nei piani comunali con uno sbancamento della massicciata e l’incontro organizzato da Fiab con alcune proposte su un recupero dell’ex ferroviaria dismessa senza sbancamento.
Casualmente la data scelta dell’Amministrazione comunale per l’incontro con i cittadini cadrà esattamente un mese dopo il previsto avvio dell’abbattimento dei ponticelli di via Reina e di via Don Monza bloccato dopo poche ore dalla Soprintendenza. In queste ore si è in attesa della risposta al sopralluogo realizzato la settimana successiva per sapere se i ponticelli potranno essere abbattuti o saranno sottoposti a vincolo parziale o totale.
Sicuramente, considerando anche la commissione regionale si riunirà il 30 novembre, per il 6 dicembre sarà già stata resa nota la decisione della Soprintendenza.
(foto archivio consiglio comunale aperto)
22112017
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Commenti
Ponticelli si, ponticelli no, sopraelevata si, sopraelevata no, fate vobis. Sta di fatto che l’allora assessore Barin cambiando i sensi di marcia del quartiere con un’idea a dir poco geniale a fatto si che nell’angusta via Doberdò passano più di 1000 auto al giorno. complimenti ex assessore.
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Non si tratta di intuizione ma di tecnica viabilistica: dove esiste un problema serio di sicurezza tra veicoli e pedoni, allora era via S Michele, è necessario intervenire. Via Doberdò non è una strada privata, l’unico Intervento possibile era la riduzione della velocità dei veicoli, che è stato raggiunto.
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Bravo Piero e il problema non e’ solo quello che ha fatto in Via Doberdo ma anche in altre zone di Saronno. Ora che si e’ dato alla bicicletta chissa’ quali intuizioni geniali gli verranno in mente.
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A parole a sx sono bravissimi. A parole.
E’ certo che entro il 30 novembre verra’ resa ufficiale la determina della Sovraintendenza alle Belle Arti. Se, come i cittadini firmatari della petizione auspicano, il vincolo verra’ riconfermato, occorrera’ passare alla fase della progettazione della green way sopraelevata, con regolare bando di concorso tra architetti ed urbanisti e tenendo conto dei bisogni dei cittadini che la vorranno utilizzare. Un percorso forse piu’ lungo di quello prospettato dall’Amministrazione ma sicuramente meno impattante per l’ambiente e la storia del quartiere. Da realizzare anche in piu’ fasi, tenendo conto delle disponibilita’ finanziarie, sulla base di un progetto unitario che ridara’ slancio alla mobilita’ sostenibile a Saronno.
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Quale sarebbe la storia del quartiere?
Chissà cosa ne pensa Fagioli…
La puntualizzazione del cronista della data di svolgimento del Consiglio comunale aperto sarà pura coincidenza o i cittadini saronnesi dovranno aspettarsi l’esito tombale regionale determinato dal…. silenzio/assenso…. dopo i trenta giorni dal blocco dell’abbattimento dei ponticelli?
….quindi in ogni caso, visto che la decisione sarà già stata presa, un consiglio comunale a dirla con un eufemismo …”poco” utile e “in”concludente.
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Tutt’altro. La possibilità di sbancare la massicciata o meno lascia aperte una serie di ipotesi, che ipotizzo essere:
– come arrivare alla stazione dal ponte sul Lura in ferro
– come mettere in sicurezza la ciclabile su via Piave
– allargare o meno i ponti, se non si potessero demolire
– dove e come realizzare le rampe di accesso alla ciclopedonale, se si dovesse conservare la massicciata
– come “arredare” il nuovo parco lineare, per quali fruitori
– con qualsiasi soluzione di progetto, quali opere fare prima e quali dopo, visto che il denaro per fare tutto subito non c’è
… è senz’altro altro ancora.
Mi sembra abbastanza per una sola serata. Speriamo solo che l’amministrazione decida di collaborare e non cercare invece di bloccare ogni espressione democratica dei cittadini, qualunque essa sia.-
Gent.le Dott Barin, per anni Lei e’ stato assessore. Per anni non ha condiviso con i cittadini ne messo in discussione le sue scelte. L’allora amministrazione e’ sempre stata solidale con lei e mai ha interpellato i cittadini ( non ricordo nemmeno un consiglio comunale aperto sulla triste vicenda dei 30 all’ora o su altre misure da lei messe in atto. Per rimanere in zona non mi risulta che i residente del quartiere Stra Fossato hanno potuto dire la loro quando sono stati cambiati i sensi unici creando non poche difficoltà a chi doveva entrare e uscire da casa propria. Nemmeno e’ stato loro chiesto il parere quando tutto il quartiere e’ stato dipinto di rosso/arancio per simulare fantomatici marciapiedi…… Non quindi e’ quantomeno corretto affermare “….Speriamo solo che l’amministrazione decida di collaborare e non cercare invece di bloccare ogni espressione democratica dei cittadini, qualunque essa sia.”
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Egr. Sig. GC, la sua affermazione non corrisponde al vero. Innanzitutto gli interventi viabilistici da noi adottati nascevano da precise richieste della polizia locale e dell’ufficio viabilità, oltre che da un certo numero di cittadini (non tutti, ovviamente), legate al miglioramento della sicurezza dei veicoli, dei pedoni e dei ciclisti. Preciso anche che nei miei tre anni di assessorato ho incontrato diverse volte i cittadini, rispetto agli interventi sulla via Toti, in via Miola, via Reina/Doberdò e via Varese. In alcuni casi, come per la via Reina, abbiamo anche modificato l’intervento dopo aver risentito i cittadini.
Respingo quindi al mittente tutte le accuse.
Il limite dei 30km/h nasceva invece da valutazioni ben diverse, la riduzione dell’inquinamento. Questa relazione è stata anche sancita, per chi non lo sapesse, dal recente bando comunale relativo alla ex ferrovia Saronno Seregno, basta leggerlo.
Saluti. -
Per non citare della viabilità completamente modificata in zona via E. Toti che obbliga ogni volta a fare la circumnavigazione dell’intero isolato e della pista ciclabile più inutile del mondo in via Valletta (e lo dico io che sono un ciclista sfegatato)
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Egr. Sig. D, l’intervento sul comparto di via Toti è stato richiesto dall’associazione genitori della scuola Rodari. Quel quartiere è essenzialmente legato ai tre ordini scolastici ed è sempre stata lamentata la scarsa sicurezza del percorso casa scuola, oltre all’eccessiva presenza di auto. I parcheggi alternati servono quindi a ridurre la velocità delle auto, i nuovi sensi unici ad evitare velocità eccessive e la ciclabile a favorire l’accesso degli studenti alle scuole.
I bambini in bici non hanno le stesse esigenze di noi adulti (anch’io uso sempre la bici). Buona giornata
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Mi scusi, ma come si potrebbe allargare i ponticeli senza romperli?
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Sotto il ponte di via Don Luigi Monza è presente un rialzo in cemento realizzato molti anni fa per il passaggio di alcune tubature. Interrando le stesse si potrebbe ricavare un marciapiede a raso di almeno 80 cm, che è quello che manca a ciclisti e pedoni.
Il ponte di via F Reina, ben più stretto dell’altro, secondo esperti potrebbe essere allargato di circa un metro mantenendo la struttura originaria. Non permetterebbe quindi il doppio senso di circolazione ma agevolerebbe moltissimo il passaggio di auto e pedoni. Servirebbee in questo caso uno studio approfondito. -
Sono idealisti, non ingegneri. I ponti si allungano come i barbapapà 🙂
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Si rompono, ma si recuperano i materiali e si ricostruiscono con parte dei materiali e ovviamente parte di nuovi materiali ma simili.
Di interventi analoghi ne sono stati fatti tantissimi. Interventi di recupero di vecchie opere, adeguandole alle esigenze moderne (non trattandosi di opere archeologiche sono modificabili). Si chiama valorizzare.
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Forse era meglio muoversi prima per analizzare scenari e scelte.
Dubito comunque che si riuscirà ad avere tutte le risposte che molti vogliono per dipanare ogni dubbio su questa opera, ma mai direi mai.