Salvare il giudice di pace costa solo 84 centesimi l’anno. La decisione ai sindaci
SARONNO – Costerebbe solo 84 centesimi all’anno a cittadino, salvare l’ufficio saronnese del giudice di pace. Chiudendolo gli abitanti del Saronnese spenderebbero molto di più.
Conti alla mano, questo martedì 23 aprile sarà probabilmente il giorno decisivo per il futuro degli uffici giudiziari saronnesi: alle 18.30 nel Municipio di piazza Repubblica i sindaci della zona, a fare da padrone di casa quello saronnese Luciano Porro, riuniti con i rappresentanti dell’Associazione forense ed il coordinatore dei giudici di pace di Saronno, Erminio Venuto, dovranno decidere il da farsi. I “tempi tecnici” si stanno esaurendo: il Governo Monti, in nome della spending review, aveva decretato la chiusura degli uffici decentrati della Giustizia e quello di Saronno dovrebbe essere accorpato a Busto Arsizio, a meno che i Comuni interessati si prendano carico dei costi. Non quelli relativi allo “stipendio” dei giudici, che restano di competenza del Ministero, ma mettendo a disposizione uno o due addetti amministrativi e coprendo le spese relative alla sede, luce, gas e quant’altro.
A Saronno la cancelleria del giudice di pace fa base al palazzo di giustizia di via Varese, di proprietà comunale e quindi è a “costo 0”. In questi giorni si è fatto un conteggio dei possibili costi per mantenere il servizio in città, e si parla di circa 80 mila euro annui, comprensivi di tutto (personale compreso) e che sarebbero poi “spalmati” sui Comuni del Saronnese, in base al numero di abitanti. Il costo pro-capite sarebbe dunque di 84 centesimi annui, a carico non del singolo cittadino ma dei bilanci delle varie Amministrazioni.
Saronno, che conta 39396 abitanti, pagherebbe quindi 33 mila euro; Caronno Pertusella con i suoi 16417 abitanti dovrebbe versare 13 mila 790 euro; 6216 euro li pagherebbe Origgio per i suoi 7400 abitanti; Uboldo dovrebbe contribuire con 8810 euro; 8736 euro sarebbero a carico di Gerenzano che conta 10401 residenti; Cislago sarebbe chiamato a mettere a disposizione 8452 euro. Una cifra “insostenibile”, in tempi di crisi? Di certo queste somme sui bilanci dei singoli Comuni avrebbero una rilevanza del tutto trascurabile, oltre tutto a fronte della possibilità di mantenere sul territorio un servizio come quello del giudice di pace, in sede sia civile che penale.
Sono migliaia i procedimenti esaminati ogni anno dal giudice Venuto e dai suoi colleghi Giovanni Masala e Simona Sbrana; si va dai “banali” ricorsi contro le contravvenzioni stradali, alle liti condominiali, ad episodi anche gravi di minacce, ingiurie, lesioni; con una “giustizia rapida”, visto che a Saronno i procedimenti si esauriscono molto prima che nel resto d’Italia. Se l’ufficio chiude, e cioè nel caso potrebbe avvenire già dopo l’estate, chiunque – anche soltanto per presentare ricorso ad una multa – dovrebbe obbligatoriamente raggiungere Busto Arsizio, con le perdite di tempo ed i costi aggiuntivi facilmente comprensibili. E dalla possibilità di accedere al giudice di pace resterebbero escluse le categorie “più deboli”, ad esempio gli anziani o i disabili, ed in genere coloro che non dispongono di un mezzo proprio, considerando che la stazione ferroviaria bustocca è lontanissima dagli uffici giudiziari.
Si può anche azzardare qualche costo: oggi in occasione delle udienze penali, quando sono chiamati a deporre carabinieri e poliziotti, è loro prassi quella di fare evitare spese aggiuntive per la pubblica amministrazione, facendosi mettere di servizio in città nel giorno dell’udienza. Quando è il loro turno, fanno breve tappa al palazzo di giustizia, rilasciano le loro dichiarazioni e quindi riprendono la normale attività. Nel caso i processi si celebrassero a Busto ovviamente ciò non sarebbe più possibile e dunque chi dovrà testimoniare, dovrà recarsi – a spese del contribuente – sino a Busto Arsizio e restarci magari per l’intera giornata, ed al contempo sarà necessario trovare dei sostituti per il normale servizio cittadino. Insomma, i costi per le testimonianze si raddoppierebbero automaticamente. Azzardare una cifra non è semplice: considerando che ad ogni udienza questo discorso interessa almeno una mezza dozzina di agenti o militari, si parla di una somma comunque significativa. E poi a Busto dovranno essere assegnati spazi a cancelleria e sala d’udienza per i giudici di pace saronnese, i costi di riscaldamento e per la corrente elettrica comunque ci sarebbero. Insomma, alla fine volendo tagliare a tutti i costi, senza conoscere la realtà del territorio, il precedente Governo non solo rischia di mettere “in crisi” i saronnesi che cercano giustizia, ma anche di fare spendere di più all’intera collettività. Una prospettiva alla quale però oggi possono porre rimedio i sindaci della zona.
230413
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Commenti
Io per quella cifra costruirei un ben più utile parcheggio coperto per le bici dei dipendenti comunali. Ovviamente sono solo punti di vista.