SARONNO - Potrebbe arrivare già il prossimo 31 marzo la sentenza del processo a carico del tunisino accusato di aver, con un complice marocchino, estorto oltre 10 mila euro in tre anni all'ex cappellano dell'ospedale di Saronno per tenere nascoste rivelazioni intime fatte dal religioso mentre i due erano ospitati nel suo appartamento. La vicenda era diventata di pubblico dominio nel 2017 quando il sacerdote era stato vittima di un pestaggio con tanto di minacce di morte.
E' stato proprio l'ex sacerdote nella giornata di giovedì a ricostruire in tribunale, in un'udienza a porte chiuse, tutte le fasi della vicenda.
Il cappellano aveva consegnato ai due stranieri somme tra i 50 e i 200 euro in più riprese per tre anni. Nell'agosto 2016 il ricatto era però finito. Uno dei due complici erano tornato l'anno successivo chiedendo di nuovo soldi. A fronte del rifiuto del religioso l'aveva scaraventato a terra minacciandolo con delle forbici e picchiandolo. Intervenne l'assistente del cappellano che mise in fuga lo straniero poi identificato dai carabinieri con una lunga serie di indagini fatte anche di pedinamenti e accertamenti sui tabulati telefonici. Identificato venne arrestato ma di lui si persero le tracce appena ottenne i domiciliari.
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In una intervista trasmessa dal canale televisivo Sky Tg24 il maggiore Fortunato Suriano, comandante della Compagnia carabinieri di Saronno, ha chiarito come nel giro di poche ore sia stato possibile rintracciare ed assicurare alla giustizia i responsabili dell’aggressione e della violenza sessuale ai danni di una ventenne sul treno Saronno-Varese e di una ulteriore aggressione alla stazione di Venegono Inferiore.
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08122021
[post_title] => Violenza sessuale sul treno, gli arrestati davanti al gip: resteranno in cella [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => violenza-sessuale-sul-treno-gli-arrestati-davanti-al-gip-resteranno-in-cella [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2021-12-08 07:09:43 [post_modified_gmt] => 2021-12-08 06:09:43 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://ilsaronno.it/?p=271256 [menu_order] => 0 [post_type] => post [post_mime_type] => [comment_count] => 1 [filter] => raw ) [2] => WP_Post Object ( [ID] => 270389 [post_author] => 2 [post_date] => 2021-12-01 06:01:00 [post_date_gmt] => 2021-12-01 05:01:00 [post_content] =>SARONNO - L'ex tribunale di via Varese prosegue la sua metamorfosi, anzi la sta iniziando: il progetto è quello comunale, di cui si parla da molto tempo, per trasformare il palazzo di giustizia nel nuovo comando cittadino della Guardia di finanza, che davvero non ci sta più negli "storici" spazi di via Vespucci. Un piano, quello di portare le Fiamme gialle, nell'edificio dell'ex tribunale, da molto tempo in disuso, che risale alla precedente Amministrazione comunale del sindaco Alessandro Fagioli, e che ora sta proseguendo l'attuale municipalità. D'altra parte l'edificio è di proprietà dell'ente locale. La novità l'hanno notata i cittadini che si trovano a passare nella zona: c'è la gru, ed il tetto è stato parzialmente "protetto" con dei teloni di plastica. Insomma, lavori in corso per fermare innanzitutto il rischio del degrado: che nello stabile piova dentro non è una novità, ancora anni fa quando c'erano le udienze, nel bel mezzo dell'atrio non era difficile imbattersi in secchi, posizionati ad hoc per raccogliere l'acqua piovana che filtrava copiosa dalla copertura.
Per ristrutturare l'edificio ci vorrà d'altronde del tempo: vanno riorganizzati gli spazi interni, e va compiuto un deciso maquillage dell'esterno, che porta tutti i segni del tempo. La palazzina, allora come pretura, era stata realizzata dal Comune negli anni ottanta.
01122021
[post_title] => Saronno, nuova caserma Finanza: si lavora sul tetto [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => saronno-nuova-caserma-finanza-si-lavora-sul-tetto [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2021-12-01 06:26:51 [post_modified_gmt] => 2021-12-01 05:26:51 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://ilsaronno.it/?p=270389 [menu_order] => 0 [post_type] => post [post_mime_type] => [comment_count] => 2 [filter] => raw ) [3] => WP_Post Object ( [ID] => 270369 [post_author] => 2 [post_date] => 2021-12-01 05:55:00 [post_date_gmt] => 2021-12-01 04:55:00 [post_content] =>ORIGGIO - I cittadini hanno fatto causa al Comune: il riferimento va all'azione legale avviata da alcuni residenti nella centralissima via Dante e dintorni nei confronti dell'ente locale, lamentano danni, quelli causati dagli allagamenti che si erano verificati nell'estate dell'anno scorso. L'acqua era entrata in cantine e nei negozi. L'udienza è stata fissata il prossimo 15 dicembre al tribunale di Busto Arsizio ed il Comune si prepara a "difendersi".
Gli allagamenti avevano riguardato non solo via Dante ma anche le vicine via Manzoni e via Lombardia: in occasione di alcuni nubifragi si erano trasformate in veri e propri torrenti, un sorta di "fiume in piena" con acqua alta parecchi centimetri: i cittadini ora intendono presentare il conto. Ma l'ente locale, evidentemente, cercherà di difendersi facendo leva sulla eccezionalità dell'accaduto.
Sulla vicenda, quindi, presto si pronuncerà il giudice.
(foto archivio: protezione civile al lavoro per un allagamento sempre nella zona)
01122021
[post_title] => Origgio: i cittadini di via Dante fanno causa al Comune [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => origgio-i-cittadini-di-via-dante-fanno-causa-al-comune [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2021-11-30 22:57:25 [post_modified_gmt] => 2021-11-30 21:57:25 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://ilsaronno.it/?p=270369 [menu_order] => 0 [post_type] => post [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [4] => WP_Post Object ( [ID] => 269505 [post_author] => 2 [post_date] => 2021-11-25 05:47:00 [post_date_gmt] => 2021-11-25 04:47:00 [post_content] =>ORIGGIO - L'altro giorno gli amici di Simone Mattarelli, il ragazzo che lo scorso 3 gennaio era stato trovato morto in un capannone nella zona industriale di Origgio, si sono ritrovati davanti al tribunale di Busto Arsizio, dove hanno esposto alcuni striscioni, "Giustizia per Simone". Obiettivo quello di sensibilizzare i giudici, dopo la proposta di archiviazione da parte della procura secondo la quale il giovane si sarebbe tolto la vita. Ipotesi respinta con forza dai suoi famigliari e conoscenti, secondo i quali le indagini devono andare avanti per chiarire tutti i contorni della vicenda.
La notte del 3 gennaio Simone non aveva rispettato l'alt ad un posto di blocco allestito dai carabinieri di Desio, c'era stato un inseguimento che era proseguito per tanti chilometri e per lungo tempo, dalla provincia di Monza e Brianza al Comasco per arrivare nella zona di Saronno. Infine il ragazzo era stato trovato morto ad Origgio. Simone era di Lentate sul Seveso ed aveva 28 anni.
(foto: una delle immagini degli striscioni esposti davanti al tribunale di Busto Arsizio dagli amici di Simone)
25112021
[post_title] => Morte misteriosa a Origgio: gli amici di Simone si oppongono alla archiviazione [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => morte-misteriosa-a-origgio-gli-amici-di-simone-si-oppongono-alla-archiviazione [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2021-11-25 02:42:02 [post_modified_gmt] => 2021-11-25 01:42:02 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://ilsaronno.it/?p=269505 [menu_order] => 0 [post_type] => post [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [5] => WP_Post Object ( [ID] => 264613 [post_author] => 2 [post_date] => 2021-10-21 05:33:00 [post_date_gmt] => 2021-10-21 03:33:00 [post_content] =>CERIANO LAGHETTO - "Il Tribunale di Monza, in prima istanza ha respinto il ricorso presentato dai sindacati, confermando di conseguenza la legittimità dei licenziamenti alla Gianetti Ruote, oggi Gianetti Fad Wheels di Ceriano Laghetto. E’ arrivata il 12 ottobre scorso la “doccia gelata” per i lavoratori e i rappresentanti sindacali dell’azienda, che continuano a ritenere la chiusura improvvisa della fabbrica e il licenziamento dei 152 dipendenti una operazione profondamente scorretta. Il Tribunale di Monza ha ritenuto invece formalmente legittima la procedura adottata dall’azienda, con una sentenza diametralmente opposta a quella pronunciata dal Tribunale di Firenze per la vicenda Gkn della Campi Bisenzio, dove dal 9 luglio scorso (6 giorni dopo il caso Gianetti, che resta il primo in Italia dopo lo sblocco dei licenziamenti) si sta vivendo una situazione molto simile a quella di Ceriano Laghetto, con la differenza che, dopo il pronunciamento del Tribunale, i licenziamenti sono stati annullati". Lo ricorda il Comune di Ceriano.
Il comunicato prosegue: "La drammatica vicenda della Gianetti ha avuto inizio il 3 luglio scorso quando, dopo che una parte dei 152 dipendenti aveva completato anche il turno straordinario del sabato mattina, l’azienda ha comunicato con una nota diffusa inizialmente via internet la chiusura immediata dello stabilimento con la messa in ferie di dipendenti dello stabilimento di Ceriano Laghetto. Successivamente si è arrivati alla procedura di licenziamento. Nei successivi 75 giorni non c’è stata nessuna possibilità di trovare un accordo tra le parti e la negoziazione si è conclusa senza intesa, così che dal 20 settembre scorso i licenziamenti sono stati formalizzati con le lettere individuali inviate ai lavoratori, che sempre dal 3 luglio mantengono il presidio notte e giorno davanti alla fabbrica. I sindacati intendono presentare opposizione a questa prima sentenza e procedere eventualmente anche con ricorsi agli ulteriori gradi di giudizio. L’obiettivo è quello di vedere riconosciuta una violazione della procedura e per questo risarciti. Si affievoliscono invece le possibilità di vedere riaperta la fabbrica o sostituita da altre attività produttive, visto il perdurante silenzio del Governo sulla vicenda".
Il sindaco Roberto Crippa, che con la giunta comunale è stato presente in più occasioni al presidio dei lavoratori, ha partecipato anche alle ultime assemblee in cui sono state comunicate le notizie ai lavoratori e ha manifestato la preoccupazione dell’Amministrazione comunale per il futuro dell’area industriale, già segnalata a suo tempo alla prefettura e a tutti gli organismi superiori. "E’ infatti probabile, considerando anche l’intervento con cui la proprietà è tornata in possesso del deposito cicli e dell’alimentazione elettrica, che a breve il presidio dei lavoratori verrà liberato. Se lo stesso dovesse accadere nelle prossime settimane o nei prossimi mesi anche con gli edifici del parco industriale, l’area diventerebbe ad altissimo rischio di occupazioni abusive, vista anche la sua ubicazione a ridosso di una stazione ferroviaria e del Parco delle Groane" ricordano dal Comune.
"L’Amministrazione comunale farà tutto quanto nei propri poteri per impedire che, all’enorme danno sociale provocato dalla incomprensibile decisione dell’azienda di chiudere con queste modalità, si aggiungano ulteriori danni ambientali e di ordine pubblico con l’abbandono del parco industriale e non smetterà di chiedere a Regione e Governo interventi mirati per evitarli” commenta il sindaco Crippa.
21102021
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