Indelicato (Fdi) al Telos: “Serve coraggio morale non quello fisico”
Inizia così la nota di Alfonso Indelicato responsabile saronnese di Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale che propone alcune riflessioni su un tema caldo in città.
“In particolare mi ha colpito la parte conclusiva del documento, quella in cui, con metafore efficaci e suggestive (la “nave nel porto”, l’”animale selvaggio strappato alla giungla”, si dice in sostanza che il valore della sicurezza contrasta con quello della libertà. Ora, tutti sappiamo che “libertà” è termine ampio ed equivoco, perché si può intendere in più modi. Il modo che intende il Telos ha delle sfumature che – in quanto uomo di destra – mi hanno colpito. “Solo andando incontro al pericolo la vita si vive nella sua pienezza” dice il Telos. Mi è venuto subito in mente il Nietzsche di “Al di là del bene e del male” (“… prepotenza, schiavitù, pericoli per le strade e nel cuore”).
Che dire? Si tratta di una concezione della libertà in chiave eroica ma anche bellicistica. Mi spiego. “Eroismo” (ma più semplicemente possiamo parlare di coraggio) può significare sfidare le convenzioni, proporre il proprio punto di vista (qualunque esso sia) in situazioni difficili, cioè di fronte ad un uditorio mal disposto ad ascoltarti, un pubblico che ti ingiurierà e ti maledirà. Ma il Telos mi sembra parlare qui di coraggio fisico, non di coraggio morale. Invita cioè ad affrontare – per le strade di Saronno come in quelle della vita – individui violenti non sul piano di prevaricazione morale, ma su un piano fisico, e a considerare il quotidiano combattimento come un valore.
Questo lascia sinceramente perplessi. Mi limito in proposito ad alcune brevi osservazioni. In primo luogo rammento il manzoniano “Il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare”; qui si parla di coraggio fisico, evidentemente, che è mancato al povero Don Abbondio di fronte ai bravi. Ecco: possiamo chiedere a persone anziane, magari con salute malferma, ma anche soltanto a persone giovani e sane ma di indole mite, di percorrere le strade di Saronno come fossero una giungla, pronte a difendersi a colpi di krav maga? Ma poi – e proprio questo è il punto, a mio avviso – anche ammettendo di avere una popolazione tutta in splendida forma fisica e capace di difendersi, siamo certi che la prospettiva agonistica e darwiniana (perché ne deriverebbe, naturalmente, la selezione dei più forti) costituisca un valore?
Io ho dei forti dubbi in proposito, a meno di interpretare il pensiero di Nietzsche come lo interpretava sua sorella Elisabeth”.
(foto d’archivio)
15052014