Strada: “L’investimento di via Primo Maggio si poteva e doveva evitare”
SARONNO – “Ancora una volta dobbiamo registrare un nuovo investimento mortale per le vie della nostra città, si potrebbe parlare di tragica fatalità se non fosse che la via I maggio non è nuova ad incidenti del genere. Questo investimento si poteva evitare ? SI, si poteva evitare, se si fossero programmati degli interventi dopo il tragico incidente di qualche anno fa dove perse la vita una maestra in pensione”.
Inizia così la dura presa di posizione di Roberto Strada, esponente del Movimento cinque stelle saronnese che sul suo blog, poche ore dopo l’incidente costato la vita alla 23enne Viktoriia Medentsi torna a parlare del problema della sicurezza strada a Saronno.
Da anni, infatti, Strada segue la tematica con relazioni annuali puntuali sugli incidenti che avvengono in città con particolare attenzione a quelli che vedono come vittime i pedoni ed i ciclisti.
“La via è scarsamente illuminata, non ci sono passaggi pedonali protetti, non ci sono rallentatori di velocità. Via Primo Maggio è una via ad alto rischio che avrebbe dovuto avere la precedenza per i lavori di sicurezza stradale, ma nella città dei 30 all’ora, la precedenza è andata a via Valletta, è andata a via F. Reina, vie periferiche interessate al traffico di quartiere, dove è facile intervenire, dove con una pista ciclabile facile da fare, ci si lava la coscienza“.
Dura l’analisi politica che imputa precise responsabilità alla maggioranza: “In questi quattro anni la maggioranza che governa la città va fiera dei suoi “trenta all’ora”, la città per giorni è stata sulla cronaca nazionale per la sua coraggiosa scelta, in realtà il limite di trenta all’ora è stato un alibi per non fare nulla per la sicurezza stradale, lo sostenevo all’ora ed oggi lo ribadisco, con ancora più rabbia.
In una città come la nostra, dove 200.000 vetture l’attraversano da ovest ad est o da nord a sud, sono necessari interventi che limitano la velocità, che tutelino pedoni e ciclisti, mettere cartelli e limiti senza interventi strutturali non è sufficiente, limitatori di velocità, attraversamenti rialzati e una maggiore illuminazione sono le prime ricette!
Ma per fare ciò occorre scegliere priorità d’investimento diverse, la Giunta Porro è “colpevole” di aver sbagliato priorità, di non aver capito, di aver indirizzato le scarse risorse disponibili su altri obbiettivi viabilistici non così urgenti e poco inerenti alla sicurezza stradale.
Dopo tanti anni e l’ennesimo incidente mortale, purtroppo, non si è imparato nulla.
01092014
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Commenti
Bah, a me sembrano delle polemiche proprio inutili.
Da quando sono stati introdotti i 30 km/h la mia attenzione alla guida è molto migliorata in città, presto più attenzione ai passaggi pedonali e ai ciclisti che si immettono nelle strade.
Tra i 30 e i 50 alla fine c’è una bella differenza e percepisco che in un caso potrei fermarmi in tempo e nell’altro invece no.
Non accelero come un pazzo per poi inchiodare dopo 50 metri alla rotonda successiva, e questo ha contribuito a cambiare il mio stile di guida. Con un 1.9 diesel prima facevo i 6,7 litri/100 km adesso a parità di percorso faccio i 5,5.
Nel caso specifico mi sembra poi solo una fatalità che nulla ha che fare con la sicurezza stradale e la politica, poi se la volete buttare sul piove governo ladro fate pure.
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non concordo con te sui 30 km/h (la mia sensazione è che l’auto consumi di più perchè devo mantenere una marcia più bassa e che diano una falsa sensazione di sicurezza).
Concordo invece pienamente con te sul fatto che in questo caso si è trattato di una fatalità e di un incidente anomalo. Come più volte è stato ribadito la persona era “sdraiata” e non “seduta” (quindi l’auto investitrice non è passata vicinissima al marciapiede, magari aveva notato i primi soccorritori e stava evitando loro non rendendosi conto della persona a terra). Tra l’altro urtando una persona già a terra le conseguenze possono essere letali anche a bassissima velocità. Anche una bicicletta poteva investirla.
La dinamica dell’incidente è ancora da chiarire.
Molti si chiedono cosa ci facesse Viktoria seduta sul marciapiede. Vero, è una condizione di pericolo, ma parliamo di una strada larga quanto? Otto metri?
Io mi chiedo invece a quanto andasse l’auto che l’ha investita e come abbia fatto a passare così vicino al marciapiede. E mi chiedo anche come abbia fatto a non vederla.
Ci sono cose che non si possono mai controllare del tutto, come un malore, inciampare sulla strada, un bambino che ricorre il pallone e ti scappa.
Davvero ci sta bene una città che non perdona?
Governare la mobilità ci può permettere di sbagliare ed essere perdonati. Questo non vuol dire che va bene essere distratti o mettersi in condizione di pericolo, ma leggere cose del tipo “eh, ma era seduta sul marciapiede, in fondo è colpa sua” mi ha sinceramente ferito.
E altrettanto sinceramente penso che se mi avessero detto una cosa del genere in caso fosse successo a una persona a me cara l’avrei trovato del tutto inaccettabile, come penso penserebbe chiunque.
Dobbiamo pensare a città che proteggano le persone, non che siano una minaccia dalla quale difendersi.
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la donna era sdraiata in strada.
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Sinceramente non trovo accettabile colpevolizzare l’automobilista in un caso del genere: la ragazza investita si trovava in una posizione del tutto anomala (seduta o “semi-sdraiata” secondo alcune testimonianze al bordo della carreggiata), in condizioni di scarsa luminosità.
Mi pare che per alcuni valga la regola che “l’automobilista ha torto a priori”.
Le protezioni per i pedoni ci sono: ci sono i marciapiedi e gli attraversamenti pedonali (se ne vede uno nella foto dell’articolo), troppo spesso non vengono usati. Se in quel tratto l’illuminazione è carente deve essere migliorata a cura dell’amministrazione comunale -
Le protezioni esistono già: nel punto dell’investimento ci sono marciapiedi e attraversamenti pedonali. Pare che l’illuminazione pubblica sia carente. Questo incidente è anomalo: la persona investita sembra fosse seduta sul marciapiede o semidistesa in condizioni di scarsa visibilità (secondo alcuni l’impatto era inevitabile). Personalmente non me la sento di attribuire la responsabilità all’automobilista (che comunque avrebbe dovuto fermarsi a prestare soccorso), è una situazione troppo anomala.
Ci sono delle regole che tutti gli utenti della strada devono rispettare, pedoni e ciclisti compresi. Leggendo alcuni post sembra che i pedoni “abbiano sempre ragione” e gli automobilisti abbiano sempre torto.
Signor Strada non voglio aprire una polemica con lei perché non mi sembra il caso però la tecnologia c’è ma con questo non volevo affermare che il problema non si pone perche le auto son più sicure anche per i pedoni, però mi permetta di precisarle che vi è un ente europeo che si chiama EURO NCAP che ha fissato dei paletti che le case automobilistiche di tutto il mondo per poter vendere in Europa devono rispettare, dico che un autovelox fisso e ben visibile è più efficace di un limite che nessuno rispetta per N
motivi fra qui il fatto che non controlli che si viaggi effettivamente ai 30 all’ora….a prescindere che io son contrario ai 30 km/h.
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caro Fiero, NCAP parte dalla velocità di 40 km orari come limite “accettabile” per un investimento di un pedone, oltre non garantisce nulla, anche perchè l’impatto sarebbe più devastante, comunque i test fatti non è che non garantiscono danni, ma puntano a danni minimi. Comunque un bel passo avanti.
Naturalmente l’età dell’investito o la conformazione della persona non possono rientrare nei parametri, quindi NCAP è solo un indirizzo importante ma non può essere base.
La variabile della dinamica dell’impatto e la ricaduta dell’investito , quindi dell’impatto della testa con il suolo, non si possono pronosticare alla perfezione .
Comunque il tutto senza polemica, anzi apprezzo il tuo intervento, a mio parere l’importante è non cadere nella trappola di considerare pedoni ed automobilisti avversari, noi siamo tutti pedoni, ciclisti ed automobilisti e dobbiamo fare in modo che accadano sempre meno incidenti, perchè alla fine tutti possiamo essere “vittime della strada” ed aumentare la sicurezza è un interesse che non ha colore politico..-
Solo una precisazione: i 40km/h dei test Euro NCAP non sono la “velocità accettabile” di urto contro un pedone, ma la velocità standard a cui viene effettuato il test.
Anche gli altri test che simulano l’impatto contro ostacoli fissi e altre vetture vengono effettuati a velocità “standard” (es 64km/h o 29 Km/h, ben al di sotto dei limiti extrurbano / autostradale).
In ogni caso come ha detto lei è impossibile prevedere qualsiasi situazione che si potrebbe verificare in caso di incidente.
Nel caso specifico forse la differenza poteva essere fatta dai fari allo xenon (di cui la Punto non può essere dotata) che avendo una potenza maggiore potevano aiutare il guidatore a vedere con sufficiente anticipo il pedone a terra
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ma si può sapere esattamente come si sono svolti i fatti? alcuni dicono che era seduta sul marciapiedi altri che era sdraita sulla strada.
Fiero, le auto non sono studiate per limitare i danni al pedone, le auto fanno sempre del male al pedone, solo la velocità d’impatto limita i danni (sempre che il pedone cadendo non batta la testa sull’asfalto). I SUV poi sono sempre deleteri per i bambini (anche a bassa velocità), la loro altezza è comodamente all’altezza della testa del bimbo … pensa all’impatto !!
Poi sicuramente, come dici, il problema sta nella testa delle persone, ma in caso d’investimento le tecnologie non incidono nulla.
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…aggiornati sulle nuove tecnologie in fatto di sicurezza stradale e in particolare con coinvolgimento di pedoni e ciclisti …poi scrivi tutto quello che vuoi, ma che sia corretto!
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… veramente i test Euro NCAP prevedono appositi crash test che simulano urti contro pedoni “adulti” e contro pedoni “bambini” (ovviamente anche nel caso dei SUV) e si stanno studiando nuove tecnologie per migliorare ulteriormente la sicurezza dei pedoni.
Senza contare che le tecnologie già esistenti (es. ABS/ESP) già contribuiscono a ridurre gli incidenti.
In questo caso specifico va però chiarita la dinamica di quanto accaduto prima di fare le solite polemiche sulla sicurezza stradale che sembra un’emergenza cittadina (… quando abbiamo gente che si accoltella al supermercato o per la strada)
chi scrive non era li e non conosce la dinamica dell incidente, la sfortunata ragazza era quasi distesa a terra sulla carreggiata, quindi l’autovettura che sopraggiungeva difficilmente avrebbe potuto evitare l’impatto
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Senz’altro velocità moderata, ottima illuminazione e attenzione da parte del conducente riducono la possibilità d’incidente in ogni situazione.
Dobbiamo chiederci se queste condizioni ci fossero tutte e lavorare laddove possiamo per far sì che ci siano sempre, secondo me.
ma si può conoscere esattamente come sono andati i fatti? se come si diceva all’inzio questa donna era seduta sul marciapiede come è finita in mezzo alla strada?
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conosco personalmente uno dei ragazzi che inizialmente si avvicinarono alla donna. Era sdraiata a terra in strada, non seduta sul marciapiede.., per questo loro si sono fermati x prestare aiuto. Nel giro di qualche secondo c’è stato l’impatto, inevitabile.
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….aggiungo che il 30km/h soprattutto sulle arterie principali è pura utopia, altre citta come Gallarate e Legnano hanno risolto il problema con autovelox fissi e ben visibili. Se nei codici della strada di mezza Europa da più di 50 anni è stato verificato che i 50 km/h son il giusto limite per viabilità e sicurezza perché diminuirli? Oggi giorno esistono le tecnologie: le auto son studiate per limitare i danni ai pedoni in caso di impatto, le auto frenano prima, sempre piu spesso son dotate di radar….il problema sta nella testa delle persone.
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Ciao. I 50 km/h in ambito urbano appartengono il passato. L’Unione Europea sta lavorando per introdurre – giustamente – le Zone 30 in tutti i centri abitati.
Sono stato settimana scorsa in Germania e vi assicuro che si può, ma bisogna progettare con una visone decennale, non semestrale.
Leggete qui:
http://www.bikeitalia.it/2013/07/05/bruxelles-sicurezza-stradale-30-kmh/
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… si chiamano zone 30, a ragion di logica, perché tutelate da un limite inferiore di velocità massima consentita in quanto “ZONE” particolarmente individuabili ai fini di esercitare una maggior tutela sulla sicurezza stradale. Ti ripeto e sottolineo “ZONE”: …Saronno l’avete fatta diventare 30 in quasi tutta la città! …è questo il problema di fondo che i saronnesi non accettano, perché di fondo non ne vedono l’utilità, se non per le casse del comune quando sanziona!
Ben le zone (“ZONE”) dove effettivamente servono, ma generalizzare è stato davvero troppo!
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Io son pienamemte d’accordo ma alla base,come ggià scritto da altri vi deve essere il rispetto delle regole, perché non possiamo prima chiedere di avere dossi dissuasori ovunque e poi lamentarci della massiccia prsenza degli stessi. A parer mio gia illuminare maggiormente le strisce pedonali davanti al teatro non sarebbe male, poi se non erro vi è un altro attraversamento poco più in la verso l’imbocco del sottopasso, che io toglierei perché quello si molto pericoloso poiché posizionato appena dopo il termine della salita per chi viene dalla stazione, con il riberbero del sole nelle ore del tardo pomeriggio vi garantisco che per chi sale dal sottopasso non si riesce a vedere nulla e anche andando a 20 km/h si ammazzano le persone. Ho un ulteriore appunto che vorrei mi fosse confermato, dalle prime ricostruzioni ho capito che la ragazza era seduda sul ciglio della strada prima che avvenisse il tragico impatto, o ho capito male io?
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… anche io ho capito che questa persona era seduta sul ciglio della strada al momento dell’incidente: se fosse vero si trovava in una posizione davvero poco visibile (era buio) e anomala per l’automobilista.
E’ vero, le auto sono studiate e sottoposte ad appositi crash test per limitare i danni ai pedoni, purtroppo urtare una persona a terra / seduta può avere conseguenze letali anche a bassissima velocità (non serve un SUV, basta una bicicletta).
Bisognerebbe fare chiarezza sulla dinamica dell’investimento prima di fare polemiche sulla sicurezza stradale e sui 30 km/h.
In ogni caso l’automobilista doveva fermarsi a prestare soccorso.
Riguardo alla sicurezza sociale: dopo l’ennesimo accoltellamento direi che a Saronno sia un’emergenza !
concordo con te Ale Galli riguardo alla differente attenzione che viene dedicata a questi fatti d’insicurezza stradale e a quelli dell’insicurezza sociale, quest’ultima insicurezza spesso pilotata ad arte dalla politica. Ma non possiamo far finta che la seconda non esista.
Per me con una seria lotta allo spaccio si ridurrebbe drasticamente il problema e le conseguenti polemiche.
Per quanto riguarda la sicurezza stradale ti porto solo un esempio di come la si affronti superficialmente, davanti alla scuola S.Agnese in via Frua per abbattere le barriere architettoniche si è eliminato il bordo del marciapiede , facendo uno scivolo, azione (in teoria) corretta. Ma se siamo davanti ad una scuola non sarebbe stato più giusto rialzare l’attraversamento pedonale ? Si è voluto risparmiare, facendo finta che il problema della sicurezza stradale non esista o è stata una leggerezza ? Il dato di fatto è che si sono spesi dei soldi, senza affrontare il problema sicurezza e questo è sbagliato !
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Guarda Roberto, io penso che sia necessario fare tutto il possibile affinché passi il messaggio che i temi della mobilità, sicurezza compresa, sono fondamentali per la qualità della vita.
Ma dovremmo condividere pareri, interventi, opinioni, eventi con l’infinita pazienza che serve di questi tempi e per far crescere una sensibilità, che oggi, è troppo poca.
Invece capita che anche tra chi è attento a questi temi ci siano rapporti conflittuali e difficoltà a dialogare. Per me non va bene. Una soluzione non ce l’ho, ma apprezzo interventi come il tuo perché aiutano a tenere alta l’attenzione.
Purtroppo, sono cose che non vorrei mai leggere, perché sono scritte in seguito a un dramma di quelli davvero la nostra città dovrebbe fare di tutto per evitare.
Non per fare polemica, soprattutto di fronte ad un evento tragico costato la vita a un persona, ma le priorità di questa giunta in quattro anni e mezzo io non le ho capite.. in realtà le piste ciclabili cittadine sono per certi versi ancora un sogno. Provate ad attraversare la città, esempio dallo stadio fino al santuario partendo da via Roma per arrivare proprio in via Primo Maggio/Via Varese
A parte i toni polemici (non è esattamente vero che questa maggioranza se ne freghi della sicurezza stradale, anche se giuste sono le critiche all’applicazione delle Zone 30), concordo sul fatto che il tema dovrebbe essere più centrale non solo nell’azione di amministrazione della città (quindi più risorse e più progetti) ma anche nel dibattito politico e pubblico. Invece si parla troppo spesso di temi che, a oggi, di morti e feriti grafi tra i saronnesi non ne hanno causati, e io sono stufo e arrabbiato.
Illuminazione e moderazione del traffico sono sempre interventi che riducono la possibilità d’incidente grave e sono quelli su cui può lavorare chi amministra. Sulle imprudenze di chi viene coinvolto – ahinoi – si può fare meno, ma una morte a 23 anni sulla strada dev’essere considerata un terribile lutto cittadino al di là dei chiarimenti della dinamica.
Quando ci sarà una maggiore presa di coscienza sul fatto che la mobilità sia un tema primario che va affrontato con risorse consistenti e programmi seri, sarà più facile fare interventi profondi.
Oggi abbiamo ancora una visione autocentrica della città, con i soggetti più deboli che devono pensare a difendersi dal traffico piuttosto che trovarsi a muovere in un ambiente che li protegga.
Centinaia di cartelli con divieto di 30Km/h: soldi buttati ar cesso.
E se la povera si fosse “buttata” sotto la macchina per chissà quale motivo?
Da un lato è vero, ma credo che il problema sia all’origine, ovvero il rispetto delle regole e degli altri. Altrimenti ogni strada deve diventare un dosso, un dissuasore, e chissà cos’altro. Voglio dire in quel tratto ci sono i 30 km/h di limite basta rispettare quella velocità, al massimo andare a 40 e non ci sarebbero problemi. Peccato che se mettessero un autovelox, allora tutti ad accusare che si vuole fare cassa. Il problema è quello che ho detto sopra, oggi moltissime persone se ne fregano delle regole più basilari del codice della strada e ogni tanto purtroppo, questo mancato rispetto provoca incidenti seri e gravi. Dall’indicatore di direzione (ormai ritenuto fuori moda e invece fondamentale), alla distanza di sicurezza, alla velocità, al parlare col cellulare o fare altre attività mentre si guida, al dover sorpassare anche dove è vietato. Quei pochisimi istanti che perdiamo perché andiamo leggermente più piano, valgono davvero una vita?
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Il problema come al solito non sono i 30km/h che qualcuno continua a SOGNARE. A parte il fatto che nessuno li rispetta, e non saranno mai rispettati (perchè è impsosibile controllare tutte le vie interessate 24h/24), il problema è come la gente guida. Anche a 2Km/h, con un SUV, se passi sopra una persona l’ammazzi. Ergo, l’unica soluzione è proteggere appunto ciclisti e pedoni con piste ciclopedonali adeguate. Mica cospargere di cartelli di divieti la città….
concordo abbastanza con l’analisi… l’unica imprecisione… Via Valletta non e’ una via periferica… nel tratto fra viale prealpi e via volonterio e’ la porta d’entrata verso la stazione per il traffico da nord. Non a caso qualche decina di anni fa quel tratto e via vittime del lavoro sono diventate a “scorrimento veloce” = e’ vietata la sosta e la fermata….