Teatro, Sel: “Perchè non si apre la Fondazione ad altri soci?”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Sel Saronno in merito alla questione del teatro Giuditta Pasta. Un intervento articolato in cui si toccano tutti i punti dalle vicenda da quello economico a quello politico lanciando anche l’idea, per la verità ribadita più volte anche durante l’Amministrazione Porro, di aprire la fondazione a nuovi soci. Sulla vicenda si sono espressi nelle ultime ore i liceali del liceo GB Grassi e in consiglio comunale il Pd con il capogruppo Francesco Licata.
Ecco il testo integrale
“Aspettavamo da mesi che la nuova amministrazione si esprimesse in merito al Teatro di Saronno. Ci chiedevamo solo cosa potesse dire e fare, ovvero quale ruolo volesse dare al Teatro nel proprio progetto politico e amministrativo. La nostra aspettativa è stata soddisfatta con l’ultimo consiglio comunale, dove il sindaco ha dichiarato che l’amministrazione garantirà al Teatro solo la copertura dei costi sociali (stipendi, utenze, costi vivi) ma niente altro. Come a dire che il Teatro dovrà arrangiarsi a trovare risorse per realizzare le proprie attività, le stagioni serali di prosa, operetta e varietà, la stagione per i bambini e le scuole con tutte le attività collegate.
Il contributo di 270 mila euro
Negli ultimi 5 anni (per il teatro corrispondono alle stagioni 11/12, 12/13, 13/14, 14/15) il contributo che l’amministrazione comunale versava al Teatro G. Pasta si è aggirato su 270 mila euro all’anno. Si tratta di una cifra elevata, per un comune di media grandezza come Saronno. E tuttavia è quasi certo che la cifra conferita non copra tutti i costi che il Teatro affronta, in particolare quelli relativi alla Stagione Teatrale.
Questa è per altro una condizione generalizzata comune a molti enti teatrali che operano sul territorio nella “provincia italiana”.
Dire quindi che il contributo verrà ridotto significa mettere il teatro nella condizione di tagliare quelle che sono le sue attività essenziali, di non riuscire a realizzare una stagione teatrale, o di realizzarne una molto ridotta, il che è un danno sotto diversi punti di vista.
Il teatro di Saronno, infatti, è una struttura che ha costi di gestione abbastanza elevati: a suo tempo (2011) erano stati stimati intorno ai 1300 euro al giorno, il che significa, allora come adesso, che più il teatro sta chiuso, meno attività fa, più il danno è significativo e il “passivo” è certo; più lavora, più sono le attività che organizza, più sta “aperto”, più il passivo diminuisce e ci si avvicina all’obiettivo del pareggio di bilancio.
Quindi l’alternativa vera alla quale l’Amministrazione dovrebbe dare risposta è o chiudere il Teatro o espanderne l’attività, sapendo che comunque dovrà sostenere in parte i costi di questa espansione.
La Fondazione come strumento di gestione
Nel 2011, con l’amministrazione di centro-sinistra, la gestione del teatro di Saronno passò dalla Società per Azioni alla Fondazione, uno strumento nato almeno sulla carta per fornire opportunità interessanti nella direzione del “reperimento delle risorse”, coinvolgendo soggetti pubblici e privati in grado di investire fondi e di partecipare alla programmazione delle attività della Fondazione. Soggetti da trovare sul territorio, questo territorio, che ne fossero espressione, che ne avessero a cuore gli interessi, che condividessero insieme al Comune l’obiettivo di benessere generale da assicurare alla collettività.
Nei 5 anni di vita della Fondazione, tuttavia, il Comune di Saronno è stato ed è rimasto l’unico socio e di conseguenza l’unico erogatore di risorse economiche. Con forza SEL aveva chiesto senza successo a più riprese all’allora Amministrazione Porro di sviluppare conseguentemente l’intuizione avuta con la trasformazione da SpA a Fondazione. Poco, troppo poco, è stato fatto per coinvolgere altri soggetti nel progetto. Come avere una Ferrari e usarla in città per muoversi tra un semaforo e l’altro.
La prima cosa che l’Amministrazione dovrebbe fare di concerto con il CdA della Fondazione e l’allargamento della Fondazione agli altri Comuni e Enti del bacino territoriale interessato dalle attività del Teatro. Poi avviare la ricerca di partner anche sporadici, con progetti specifici, nel mondo dell’imprenditoria privata e del commercio.
La questione politica
Il punto è allora decidere quale ruolo gioca nella politica cittadina la cultura e il Teatro in particolare. Il Teatro è considerato o no un’eccellenza culturale, ma anche una parte dell’economia cittadina? Il Teatro è considerato o no un bene comune da tutelare, ma anche una risorsa per la crescita culturale, sociale, civile ed economica della collettività? Il Teatro è o no parte di questo territorio, di questa collettività, che in esso si riconosce e si identifica? Riteniamo che poco, troppo poco, sia stato fatto negli anni in questo senso. Non possiamo stupirci, dunque, delle scelte della presente amministrazione: sono solo i frutti di una politica miope e vecchia, che considera la cultura – e il teatro in particolare – al pari di un orpello, un lusso per chi se la vuole permettere, o un gioco non necessario, ignorando che ciò che si “spende” in cultura su un territorio genera un ritorno in termini di crescita sociale, civile ed economica stessa del territorio e della comunità.
Ma ormai sembra chiaro che questa Amministrazione ha una visione “strapaesana” della vita sociale e culturale della città, del ruolo stesso che Saronno può svolgere in un comprensorio più ampio e vuole di fatto condannare il Teatro alla chiusura e la città di Saronno all’irrilevanza economica e culturale. Altro che “prima i saronnesi”.
(foto archivio)
02032016
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Commenti
270.000 euro all’anno di contributo e non si riesce a far quadrare i conti? Mah, nella mia esperienza di gestione teatrale avessi avuto una cifra simile avrei fatto festa. Voglio pensare che per l’attuale management sia più congeniale ospitare compagnie piuttosto che dirigersi verso un sistema di produzione e distribuzione che consentirebbe di accedere al FUS con altri parametri, pesando meno sulla collettività. E se un teatro costa 1300 euro al giorno mi domanderei se non sia il caso di fare una bella spending review, perché mi sembra davvero una spesa eccessiva per un teatro da 591 posti. Quanti di questi soldi sono per la gestione del teatro e quanti per quella della fondazione? Questo senza permettermi di giudicare il management che sicuramente ha un progetto finanziario ed uno produttivo che, per mia ignoranza e perchè non partecipo attivamente alla vita culturale di Saronno, non conosco
E va beh, siaMo alle minacce di querela…
– Gli utenti non sono soci, usufruiscono di abbonamenti o di singoli biglietti.
– Il comune di Saronno è sostanzialmente socio unico della Fondazione.
– Il personale se fosse sovradimenzionato, non lo è per più di due unità, nel momento in cui dovessero aumentare le attività (giorni e orari di apertura) non lo sarebbe più…
Comunque se in un momento di crisi come questo la nuova amministrazione volesse licenziare lo dica, se ne assuma la responsabilità.
Noi crediamo che nessun posto di lavoro si debba perdere nel pubblico a Saronno.
– La Corte dei Conti non ha rimandato la precedente amministrazione ad alcun grado di giudizio, se ce ne fosse stato motivo forse lo avrebbe già fatto. E comunque riguarderebbe direttamente la Giunta.
INQUISITORE STIA ATTENTO A NON RIMANERE BRUCIATO NEI SUOI STESSI ROGHI
(attenzione per questa affermazione, provenendo da anonimo, IL Saronno sarebbe querelabile).
Querela anche la Corte dei Conti visto che è la Corte che ha scritto di aver trasmesso tutto alla Procura Regionale della Corte dei Conti.
Prima di minacciare querele, informati. Fai ridere.a bocce ferme due persone di troppo sono almeno 70.000 euro, se vi pare poco. Dove c’è scritto che il pubblico non possa licenziare è un mistero, casomai sarebbe anche ora di discutere se tutto l’organico pubblico non sia sovra dimensionato, altrimenti a fare i cosiddetti sacrifici rimangono solo i dipendenti privati: un po di redistribuzione sarebbe giusta. O no?? perché il cittadino medio si sta chiedendo se il costo del personale in percentuale così alta sul bilancio comunale sia sensato o meno.
Ha ragione forse qualche posto nel pubblico si potrebbe perdere… Soprattutto quando assegnatoo fuori da qualsiasi bando o graduatoria ai sodali… Iniziamo dai 160mila euro circa dello staff del sindaco ?
A parte il teatro ci anche altri complessi che vegetano a spese del Comune.
Mi limiterò a citare la ex Scuola Regina Margherita.
Chi paga il riscaldamento? La corrente,l’acqua,
Perchè in un edificio che è stato definito non agibile come scuola
pubblica è occupato da varie associazioni,dalla PRO LOCO ed in
modo massiccio da UNI TRE
Il Comune ha fatto addirittura installare un ascensore!!!!!
Egr.Sig. FAGIOLI Sindaco di Saronno quanto tempo devo attendere per una risposta esuauriente? Alrto che il Teatro!!!
GIA’ Grazie per avermi letto
Credo che la parola debba essere data ai Saronnesi.Basterebbe fare un bel referendum cittadino.
IL COMUNE NON E’ L’UNICO SOCIO. I COSTI SOCIALI NON SONO CERTO GLI STIPENDI DEI DIPENDENTI. LA CORTE DEI CONTI E’ STATA CHIARA IN PROPOSITO. SE NON SI VUOLE CAPIRE, CI SARANNO GRADI DI GIUDIZIO CHE VE LO FARANNO CAPIRE.
i gradi di giudizio?? forse è meglio studiare prima di aprire bocca…che spesso si fanno brutte figure
Quante parole al vento, da bar, senza fondamento…
più soci degli stessi utenti….non saprei dove trovarli.Vediamo se è tollerabile una struttura con personale sovradimensionato, giusto per dirne una….