Arresti ospedale: i protagonisti, le accuse, le indagini
30 Novembre 2016
SARONNO – Con due anni di indagini i carabinieri della compagnia di Saronno guidati dal capitano Giuseppe Regina, in particolare il nucleo operativo e radiomobile del luogotenente Salvatore Carrà, hanno portato avanti l’indagine che ha fatto chiarezza su alcune morti sospette. Due i filoni d’indagine: i decessi avvenuti nel pronto soccorso ed imputati a Leonardo Cazzaniga e quelli dei familiari dell’infermiera Laura Taroni che avrebbero visto la coppia agire insieme.
GLI ARRESTATI: LUI
A finire in manette è stato il 60enne Leonardo Cazzaniga, fino a qualche mese fa medico anestesista del pronto soccorso di Saronno ed attualmente in forza al presidio di Angera. L’uomo è stato prelevato nella sua casa di Rovellasca. E’ separato e non ha figli. Ha chiesto ai militari di poter recuperare un libro di filosofia dall’ospedale da portare con sè in carcere. Era al corrente delle indagini a suo carico sia per le morti in ospedale sia per quelle dei familiari della compagna. Alla vista dei militari non ha opposto resistenza e si è mostrato sereno.
GLI ARRESTATI: LEI
Laura Taroni, 39enne madre di due figli di 8 e 11 anni, è stata arrestata nell’azienda agricola di Lomazzo di proprietà della sua famiglia. Lei lavorava come infermiera al pronto soccorso ma dopo i primi sospetti è stata trasferita in altri reparti. Per lei le accuse riguardano solo le morti dei familiari. I bimbi sono stati affidati ad una comunità. Il marito, Massimo Guerra, gestiva l’azienda agricola che aveva riforniva la casetta del latte di piazza Unità d’Italia.
IL MOVENTE
Per le morte in ospedale la procura “esclude il movente economico ed anche un’ideologia favorevole all’eutanasia. Da alcuni passaggi delle conversazioni tra i due emerge una certa sensazione di onnipotenza dell’uomo“. Mentre per quelle dei familiari della donna si pensa che fossero dovute al fatto che ostacolassero la relazione tra i due amanti.
L’AVVIO
Tutto è iniziato nel giugno 2014 quando un’infermiera si è rivolta ai militari saronnesi in seguito alle minacce ricevute da Cazzaniga parlando anche delle morti sospette. Nel 2013 era già stata istituita in ospedale una commissione interna per valutare alcuni casi del medico ed era stata presentata anche denuncia per una somministrazione sospetta di farmaci al marito della donna.
LE MORTI SOSPETTE IN OSPEDALE
I carabinieri hanno analizzato tutti i casi seguiti da Cazzaniga. Sono state valutate le cartelle da parte di esperti incaricati dalla Procura e arrivati da fuori regione. Secondo l’accusa il medico avrebbe somministrato dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione. Cazzaniga annotava nelle cartelle i farmaci somministrati ed anche le dosi. Si esclude la necessità di riesumare i corpi perchè ormai delle sostanze somministrate non ci sarebbe più traccia. Nello specifico per il “protocollo Cazzaniga” (come il medico chiamava il sovradosaggio) prevedeva l’uso di clorpromazina, medazolam, morfina, propofol e promazina. I casi per cui l’uomo è indagato al momento sono 4. Non sono stati resi noti i nomi delle vittime ma i decessi sarebbero avvenuti: il 18 febbraio e il 30 aprile 2012 e il 15 febbraio e il 9 aprile 2013. I familiari sono stati personalmente allertati dell’accaduto dal capitano Giuseppe Regina, martedì mattina, prima che la notizia fosse resa pubblica.
MORTE DEL MARITO
Massimo Guerra, marito di Laura Taroni, si è spento il 30 giugno 2013 all’età di 45 anni. Secondo l’accusa la moglie gli avrebbe fatto crede che aveva il diabete ma in realtà gli somministrava dei farmaci che poi avrebbero ne avrebbero provocato anche la morte. La vicenda è stata ricostruita anche attraverso le cartelle mediche in cui risultavano falsi ricoveri dell’uomo (per giustificare la somministrazione dei farmaci) e veri accessi del 45enne all’ospedale per le conseguenze dei medicinali che la moglie gli dava.
INDAGINI
Gli elementi a carico della coppia arrivano dall’analisi delle cartelle mediche realizzate dagli esperti della procura integrate con i risultati delle intercettazioni eseguite dal Nucleo radiomobile. Sono state interrogate oltre 150 persone. Al momento si indaga anche sulla scomparsa della madre della 39enne. Si esclude che si siano casi di omicidio successi al maggio 2014.
STAMPA
I primi giornalisti sono arrivati all’ospedale di Saronno intorno alle 7,30. Le pattuglie dei carabinieri sono arrivate intorno alle 9 ed hanno iniziato ad eseguire le perquisizioni all’ospedale. Il primo servizio della Rai è andato in onda poco dopo le 9,30 e da allora sono arrivate troupe di tutte le principali emittenti a partire da La7. Davanti al monumento di piazzale Borella, dove è ben visibile l’ingresso dell’ospedale, si è creato un angolo stampa. Dirette nel pomeriggio sono state realizzati da “Vita in diretta”, “Tgcom” e Sky.
La notizia è stata nei titoli di testa di tutti i telegiornali nell’edizione di metà giornata e serale ed anche sulle prime pagine dei quotidiani stamattina.
GLI ALTRI INDAGATI
Nel dettaglio sono state realizzate perquisizioni a carico del direttore sanitario e medico dell’ospedale di Saronno, del direttore del reparto operativo del pronto soccorso e due medici. Per i direttori è stato ipotizzato il reato di omissione di denuncia e di favoreggiamento personale in relazione all’attività della Commissione interna dell’ospedale di Saronno che ha valutato nel 2013 i casi di decessi sospetti avvenuti durante i turni di Cazzaniga. I due saranno presto sottoposti ad un interrogatorio.
Stessa accusa e informazione di garanzia per il direttore, all’epoca dei fatti, dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio che aveva istituito la Commissione intera e i tre membri della commissione interna (ossia un medico legale, un medico specializzato in anestesia e rianimazione, il responsabile Sitra aziendale). Finiti nei guai altri 5 medici, tre del reparto di pronto soccorso due di altri reparti: i reati contestati sono il falso ideologico in atto pubblico in concorso con medico e infermiera e l’omissione di denuncia. Sono in corso indagini preliminari anche nei confronti di un carabiniere, già interrogato, per il reato di omissione di denuncia in relazione ai fatti collegati all’omicidio del marito dell’infermiera.
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Commenti
vogliamo i nomi dei medici indagati
Che tristezza. Con Massimo Guerra avevamo stabilito un rapporto di amicizia. Veniva spesso in libreria a portarci i suoi prodotti e acquistava libri per i suoi figli. Ci aveva detto del diabete e, negli ultimi tempi prima di morire, qualche volta era venuto col padre che, comunque, incontravamo spesso mentre riforniva la casetta del latte. Massimo era una persona semplice e buona, innamorato del suo lavoro e della sua azienda agricola. Una vera tragedia.