Visto da Varese: l’altalena dello smog
ALLA FINE ci ha pensato Giove Pluvio: è arrivata insomma la sospirata pioggia tra le Prealpi e la pianura, col conseguente calo graduale dei livelli di smog. Superate così le giornate più difficili in cui i valori (soprattutto delle concentrazioni di polveri sottili) erano schizzati ben oltre le soglie di tolleranza, cancellate dalle mappe dei dati le macchie dai colori più forti estese attorno a Milano a sottolineare come un cupo abbraccio la pessima qualità dell’aria. Si inizia a tirare insomma un sospiro di sollievo, nell’area metropolitana anzitutto, visto che il nord della provincia di Varese è rimasto anche stavolta distante dai valori più preoccupanti di Pm10, che si avviano intanto pur con fatica a rientrare nella norma.
Emergenza in via di superamento dunque, almeno temporaneamente. In attesa che l’inverno foriero del micidiale mix fra traffico caotico e impianti di riscaldamento lasci il posto all’estate, carica comunque anch’essa dei guai suoi quanto a qualità dell’aria: non più alte concentrazioni di polveri sottili ma di ozono indotto anche dal gran caldo. E lì di nuovo emergenza, appelli diffusi, confronti di soluzioni efficaci normalmente impossibili da realizzare. In attesa sostanzialmente che piova di nuovo. Dalle polveri sottili all’ozono, e viceversa: respirazione difficile, ma cura del fenomeno ancora più ardua. Passi in avanti ne sono stati fatti, la sensibilità ambientale è cresciuta, i veicoli inquinano di meno e ci si scalda con più controllo. Fatto sta che questa sorta di “altalena dello smog” non la smette di accompagnare l’alternanza delle nostre stagioni. Prima le polveri con il gelo, poi l’ozono con la calura. Negli intervalli, si respira.
05022017