Visto da Varese: Riecco l’autunno dopo la lunghissima estate
15 Ottobre 2023

di EZIO MOTTERLE
Cadono le foglie, il gran caldo della lunga estate è finito, a metà ottobre avanza l’autunno. Finalmente, verrebbe da dire, archiviando l’aria di spensieratezza legata ai mesi della luce e accogliendo con sollievo anche un notevole abbassamento delle temperature, Il clima pare tornato sul binario giusto, si spera ora, per recuperarne una qualche normalità, di doversi attendere dense nebbie a novembre, freddo gelido a dicembre, neve copiosa a gennaio, forte secco a febbraio, piogge abbondanti a marzo, gradevoli tepori ad aprile. Resta dietro l’angolo pur sempre l’imprevisto, frutto di una allarmante mutazione climatica che ci insegue ormai senza tregua. Ma chissà che un “foliage” spettacolare acceso di gialli e rossi tale da attrarre nei boschi autunnali delle Prealpi visitatori estasiati, seguito a tempo debito da colline invernali ben imbiancate da un ovattante antidoto ad ogni grido emergenziale, con approdo successivo a tempi primaverili carichi di attesa per un soffice risveglio della natura, chissà che insomma un ritorno alla tradizionale sequenza delle stagioni apra puntualmente il tempo a una nuova estate riscaldata come si deve al momento giusto, arroventata dal solleone ma non troppo. Si spera che il clima pur facendosi largo tra le anomalie torni a fornire un’immagine rassicurante, richiamando magari quel tempo che fu, quando le stagioni duravano giusto tre mesi, ciascuna legata a immagini immutabili, quelle che la maestra di prima elementare invitava a disegnare sul quaderno a quadretti colorandole a tinte forti pastello, nell’ordine prati in fiore, ombrelloni al mare, foglie morte e comignoli fumanti sotto la neve. Ricordi di oltre mezzo secolo fa, per i pochi ormai che se li possono permettere, ripescando magari fogli antichi confinati nello scatolone dell’amarcord. Nostalgia di un mondo comunque rassicurante, senza pretese che il tempo scorresse come un orologio, col meteo prevedibile ora per ora scrutando radar e satelliti elaborati dall’ onnipresente cellulare, nell’illusione di poter governare anche la durata del sole o il flusso delle nuvole, o di stabilire quando deve cadere una foglia o sbocciare un fiore. Non che il dramma assai serio del mutamento climatico possa essere ridotto a pittoresche romanticherie d’antan. Certo che a volte…