Banfi: “I saronnesi vogliono vivere la città. Serve un calendario per ottimizzare le proposte”
SARONNO – A tracciare un bilancio del programma estivo proposto dal Duc con la collaborazione dell’Amministrazione comunale e dell’Ascom è Francesco Banfi, assessore al Commercio e presidente del Distretto urbano del Commercio.
“I giovedì di apertura serale sono ormai un classico estivo atteso dai cittadini che, viste le presenze nonostante l’afa, dimostrano di voler vivere la città”. Il meteo è stata una variabile importante, uno degli eventi, nel dettaglio il corteo delle auto storiche, è completamente saltato, rinviato a settembre, proprio per il maltempo.
Tra le criticità anche la scelta di alcune attività di aderire alle aperture serali solo alle seconda o terza settimana: “Un ulteriore classico – continua Banfi – è l’esigenza dei cittadini e dei somministratori che non immediatamente si coniuga con le quelle dei commercianti che, come di norma, aprono a saldi iniziati”. Secondo l’esponente della Giunta iniziativache le presenze dimostrano essere interessante per la città, può essere potenziata con una maggiore programmazione: “Per quanto riguarda gli eventi, senza alcun dubbio è necessario che Saronno inizi a programmare secondo un calendario: è necessario non solo per le disposizioni regionali alle quali si sono assommate le richieste sul versante sicurezza fatte dagli organi superiori ma anche per evitare il sovrapporsi di manifestazioni nello stesso orario, la dispersione di forze”.
Banfi non ha intenzione di aspettare l’anno prossimo ma è pronto a rimboccarsi le maniche già da subito: “A tale avviso, a settembre verrà rivolto invito anche alle associazioni di indicare date, luoghi e modalità delle manifestazioni 2018”.
05082017
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DOVE STA ANDANDO LA NOSTRA CITTA’
Un gruppo di commercianti ha richiesto più volte l’apertura di un tavolo a questo proposito, con il Sindaco e le autorità preposte, perché è necessario ripensare e riformare il regolamento comunale, per valutare e dare riscontro alle esigenze che, quotidianamente, ci vengono poste.
Le persone che visitano o vivono nella nostra città, trovano una città spenta, indifferente, passiva.
Questa città che negli anni scorsi si è sempre mostrata accogliente, vivace e con interessanti attività commerciali, oggi allunga le sue ombre e non convoca più nelle piazze a far festa, è diventata agli occhi di tutti una città inospitale, minacciosa e aggressiva.
I negozi che illuminavano e animavano le nostre vie, piano piano si stanno spegnendo.
Quando un’impresa chiude, cambia gestione o si trasferisce e ciò non dipende dalle leggi di mercato o dalla situazione economica, significa che c’è qualcosa che non funziona.
Qui i negozi chiudono per mancanza di clientela è un fatto, ormai il classico “struscio” per le vie principali non c’è più, il centro di Saronno era rinomato per i suoi negozi, ora le persone si riversano su altre piazze che non necessariamente sono i centri commerciali (vedi Legnano).
La possibilità per i locali, bar, ristoranti, gelaterie,di avere degli orari prolungati, i dehors, oltre ad incrementare l’offerta turistica, potrebbero divenire anche un luogo di aggregazione per giovani e meno giovani.
Una sensazione che si è attenuata in questi mesi, grazie al brulicare di iniziative promosse dalle associazioni, alcune delle quali sostenute dal Comune.
Dobbiamo impegnarci tutti a presentare agli ospiti il volto migliore di Saronno. Ulteriori iniziative, devono essere messe in calendario per tutto l’anno, la nostra città ha molto da offrire anche a livello turistico e culturale, eventi di spessore attraggono gente interessata e non mordi e fuggi da birra e salamella.
Il Santuario, La Chiesa San Francesco, il centro storico di Via San Cristoforo, il teatro ecc…..va individuata una forma per “mettere a reddito” queste peculiarità.
Nascerebbe un biglietto da visita personalizzato, che potrebbe aiutare a far arrivare sul nostro territorio un numero maggiore di persone/turisti. Solo in questa maniera si potrà mettere a reddito l’importanza del ruolo storico-culturale-geografico della nostra città”.
Senza degli interventi seri, facciamo fatica, oggi a scorgere una visione di futuro per questa città e ci dispiace. E’ il momento che si torni sui tavoli di lavoro con convinzione ed è per questo che ci aspettiamo dagli organi predisposti, di venire convocati al più presto per poterne discutere.
Può essere anche utile … leggere queste righe. (per vostra fortuna, non farina del mio sacco).
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VALORIZZARE UN TERRITORIO: DA DOVE INIZIO?
https://costruireturismo.com/2012/04/16/valorizzare-un-territorio-da-dove-inizio/
Il destination management interessa tutte quelle attività volte all’elaborazione e messa in opera di un piano strategico di sviluppo e valorizzazione turistica di lungo periodo con l’obiettivo di migliorarel’organizzazione e la gestione (governance) turistica di una destinazione. Le azioni operative dovranno assicurare effetti diretti, in base agli obiettivi prefissati, con criteri di costi-benefici in relazione al tempo.
Diverso è il caso in cui questa destinazione debba esser creata, valorizzata e portata a conoscenza (come direbbe qualcuno: commercializzata). È il caso, ad esempio, dei piccoli comuni che spesso faticano ad emergere nel panorama dell’offerta turistica di una nazione. In questa circostanza il processo di destination building parte da un check delle risorse in senso lato: paesaggistiche, storico-culturali, monumentali, delle risorse umane (necessarie all’attuazione del progetto), ecc. che in parte formeranno il mio potenziale turistico.
Si passa, poi, per l’analisi socio-demografica del territorio da valorizzare che nella maggior parte dei casi, in riferimento ai piccoli comuni, tra l’altro, dimostra il rischio spopolamento di cui questo soffre. È importante, inoltre, percepire – anche attraverso la somministrazione di questionari- quanto la popolazione locale conosce il posto in cui vive, quanto sia disposta ad accogliere turisti e cosa ci si aspetta da un’eventuale sviluppo turistico del proprio comune.
Si procede, così, con l’analizzare il sistema (se esiste) di offerta turistica locale avvalendosi, anche in questo caso, di un’indagine per questionari agli operatori (N.B.: Gli operatori sono anche i piccoli bottegai del centro storico!). Allo stesso modo, si osserva l’andamento della domanda turisticaanalizzandone i trend ai vari livelli (non solo e prettamente locali). Si mettono in chiaro, con un’analisi SWOT, i punti di forza della destinazione che voglio valorizzare; quelli su cui devo lavorare per migliorare (debolezze); quelli su cui devo investire per trarne benefici (opportunità esterne); e quelli dai quali mi devo difendere per proteggere il successo dei miei sforzi (minacce esterne). Ci si guarda dalla concorrenza, ovvero dai territori limitrofi, con un’analisi di benchmarking e sulla base di tutti i risultati ottenuti definisco gli obiettivi del piano e la strategia da adottare (offline e online) per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Il monitoraggio non è indispensabile ma d’obbligo per un corretto follow up del mio piano.
Ma chi decide obiettivi e strategie? Il sindaco? L’amministrazione? Il project/destination manager? È giusto o sbagliato far arrivare turisti in un piccolo comune? L’indagine sociale di cui accennavo prima potrebbe fornirci delle risposte, utili al successo delle nostre idee. La popolazione locale è da considerare quale principale stakeholder di un comune e non solo per progetti di valorizzazione turistica. L’ascolto permette di virare il mio progetto nella direzione giusta, quella direzione condivisa con chi sarà l’anima, il biglietto da visita della mia destinazione. I progetti partecipati dal basso, quindi ideati e realizzati con l’appoggio ed il supporto della popolazione locale, ne permettono una più serena gestione con effetti sociali quali consapevolezza, coesione e responsabilità tra cittadini (ognuno si sentirà parte del progetto), garantendo sostegno e volontariato. Siete certi che i residenti di un comune conoscano il patrimonio esistente sul territorio che abitano? Avete mai provato a contare quante associazioni esistono nel vostro piccolo comune? E quanti volontari (o potenziali tali) sono coinvolti? Valorizziamoli, poniamoci delle domande e indaghiamo! E non lasciamo gli operatori locali e gli addetti ai beni culturali (guide, accompagnatori, ecc.) allo stato brado; supportiamoli e formiamoli alla cultura turistica (accoglienza in primis).
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Buona settimana della cultura a tutti!
Pasquale Stroia
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Per far quello che serve per Saronno ocorrono Eroi veri! Gli attuali Batman e Wonder Woman appaiono un po’ fragilini e troppo ossequiosi ai poteri per essere in grado di voltare pagina; perchè si tratta di voltare pagina visto che il fallimento dei 35 anni è palese se ancor oggi siamo qui al punto di partenza di allora, se non peggio. Gli Eroi dovranno correre il rischio anche di doversi contrapporre ai vecchi marpioni che da oltre 35anni coordinano/condizionano e spacciano per grandi eventi i mercatini piemontesi/trentini/siciliani, i trenini, i fuochi artificiali, i karaoke, le fontane danzanti, il carnevale con i pseudo carri riciclati, … e via dicendo. Ci si deve dotare di un’IDEA su cui impegnarsi a farla diventare attrattiva. Ma non tanto attrattiva per soddisfare i saronnesi, non si devono soddisfare le voglie di divertimento dei saronnesi, occorrono idee che attraggono in Città 1.000 persone al giorno per 365gg da tutta Italia! I saronnesi continueranno ad andare a divertirsi altrove, come hanno sempre fatto, va bene così, vadano pure a Legnano, a Lazzate, a Misinto a cercare lo sballo. Saronno deve incamerare le risorse economiche che portano i turisti attratti da : quell’UNICITA’/TIPICITA’ che saremo capaci di inventarci e di vendere a caro prezzo ai turisti ! Questo è progettare il benessere reale per la comunità; non il calendario degli eventi.
Torna all’oratorio!
A Rovellasca la sera la gente esce affolla il bellissimo parco centrale. A Saronno invece abbiamo crealizzato qell’obbrobrio che chiamiamo Piazza Alcide DE Gasperi, ma la piazza dov’è?
Concludendo qua nn abbiamo bisogno di occasioni per creare confusione e disordine. Ne abbiamo abbastanza. Ogni due per tre il centro diventa una schifezza. Bancarelle .. Ambulanti. Direi anche troppi.
Sembra un Suk ..algerino
Il mercato rionale si fa da un’altra parte!!!
Se si crede di risolvere i veri e profondi problemi cittadini con una “sepmlice agenda cronologica” degli eventi significa che siamo ancora troppo lontani da quello che sarebbe veramente utile alla Città, veramente utile alla Comunità. Prima occorre dotarsi di un FINE, di uno SCOPO FINALE, ci si deve chiedere e dare una risposta a : dove si vuole andare a parare! Ma pare, che non si vuole capire che preventivamente ci si deve accordare politicamente su un Progetto Cittadino Condiviso in grado di creare UNICITA’/ SINGOLARITA’/ ATTRATTIVITA’ PERMANENTE (e non a spot: 25 gg/365). Non vi è gradita questa idea perchè è vi è stata proposta da ben oltre cinque anni fa dall’Ambasciatore della Repubblica di Uzupis? Va bene. Attribuitene la paternità a chi volete voi! Prendetevene i meriti, a me non frega nulla! Non ho mai avuto velleità da primo della classe. Ma resta il fatto incontrovertibile che questa è l’unica strada percorribile; questa è una strada già percorsa con successo da tanti altri e non paragonabile alla baggianata di una semplice AGENDA degli eventi. (senz’altro utile ma non risolutiva dei problemi saronnesi). Se ciascuno va per la sua strada, con i suoi eventi, non si costruisce nulla di GRANDE, di UNICO, di ATTRATTIVO nel raggio di 200 Km., di PERMANENTE 365/365 gg. Le forze politiche devono trovare trasversalmente la SINGOLARITA’SARONNESE su cui far convergere tutte le iniziative di tutti ed investire intensamente su questa singolarità per i prossimi 20 anni trascurando di finanziare tutte quelle iniziative non inerenti al PROGETTO CONDIVISO.
Senti caro Banfi , mi sei tanto simpatico, però impegnati ce la devi fare…
Sento parlare di calendario da due anni, mi viene da ridere …
che mi ricordi io, già 10 anni fa c’era l’apertura del giovedì sera, d’estate. Non è cambiato nè è stato inventato nulla. Ah, si, qualcosa è cambiato: Sino all’anno scorso c’era il Cinema sotto le stelle.
Proprio nessuna vergogna a far passare i saronnesi per sprovveduti?
Forse è meglio che Fagioli pensi seriamente ad un rimpasto di giunta.
Basta con le solite iniziative in centro con i soliti noti… vogliamo l’area feste per concerti e feste! Saronno merita di più! Sveglia .
Saronno merita di più… e uno pensa che in un mondo normale il di più siano scuole di qualità, biblioteche avanzatissime, sale cinematografiche e teatri, treni in orario, ospedale di alto livello
e invece no..il di più è…l’area feste!
Bingo! Ecco dov’è il nuovo primato di Saronno; ma quale grande centro di industria e servizi, ma quali licei e istituti tecnici, ma quale reparto oncologia avanzatissimo! Saronno come Gardaland! questo è il futuro!
…e poi dobbiamo ce la prendiamo con la Merkel e i tedeschi
saronno è un dormitorio……a parte quattro negozietti aperti il giovedi sera per io resto il nulla o quasi….
I saronnesi hanno bisogno di sicurezza ragazzo. Non delle solite cazzate organizzate che ad ogni pie’ sospinto creano confusione in città.
Pensaci.
Abbiamo bisogno di una città sicura, ma anche pulita, civile, dove non si parcheggia alla cavolo, non si fa casino continuo di notte, non si buttano milioni di mozziconi per terra.
Mi sono rotto di notti bianche, notti gialle, movide notturne, e via casinando.
Il Banfi pensiero….il nulla!
??? e io che pensavo ci fosse giá da anni. Quindi fino ad ora è stato tutto improvvisato e lasciato al caso? Ma cosa ha fatto fino ad ora Banfi?