Tre Valli: bimbi in piazza e selfie coi campioni non bastano più per emozionare i saronnesi
“Ogni anno bisogna fare di più e meglio, questo è il segreto della Tre Valli Varesine”. Sono le parole di Renzo Oldani, deus ex machina della Binda, che probabilmente raccontano meglio di tante polemiche e critiche perché stamattina a Saronno c’era un po’ meno pubblico dell’anno scorso e meno dell’anno di debutto della corsa varesina nella città degli amaretti.
Il primo anno la Tre Valli a Saronno è stata un grande evento. Una novità portata da una nuova Amministrazione del sindaco Alessandro Fagioli che voleva che la città che fosse protagonista a livello provinciale, regionale e non solo.
Oggi la Tre Valli sembrava il terzo film di una trilogia. Stesso copione, stesse location, stessi personaggi. A calare invece presenze ed entusiasmo (persino quello dei bimbi che messi dietro ai fotografi hanno visto ben poco della presentazione). Non a caso a far felici i presenti non è stata la passerella in piazza Libertà quanto la possibilità di vedere, toccare e fotografare i ciclisti e le bici in via Roma. Eppure i campioni c’erano e l’evento anche. La risposta della città è comunque mancata soprattutto se si pensa che le lamentele per i problemi di viabilità, sui social, in piazza e nei bar, hanno superato di gran lunga i commenti degli entusiasti dell’evento.
Lo mostrano, al di là delle sensazioni, le immagini riprese dell’elicottero della Rai in cui la nuvola dei ciclisti appare più numerosa di quelle del pubblico alla partenza e prima ancora di quella in piazza durante la presentazione di campioni come Nibali e Valverde. Davanti al palco il pubblico, esclusi fotografi e addetti ai lavori, non superava le cinquecento persone.
La Tre Valli a Saronno continua, purtroppo, ad essere l’evento di una mattinata. Malgrado i consistenti investimenti, malgrado le sponsorizzazioni, malgrado le polemiche e malgrado quanto avviene a Varese, nella città degli amaretti la Tre Valli inizia e finisce in 24 ore. A poco è vale l’ormai perfetta organizzazione, intaccata solo a qualche problema di traffico, e la scelta di coinvolgere le associazione sportive e gli studenti nel servizio d’ordine. Manca, come nelle prime due edizioni, un corollario di eventi che amplino il respiro della corsa.
Niente mostre, niente convegni, niente vetrine a tema. E ancora niente biciclettate nei giorni precedenti per far crescere la febbre da due ruote. In fondo i temi e gli insegnamenti che può dare il ciclismo sono molti: dall’importanza della determinazione e dell’allenamento per ottenere i risultati, al valore del gioco di squadra, dalla lotta al fenomeno del doping fino a tutti quelli legati all’importanza dell’attività fisica senza contare il tema della mobilità alternativa e dolce. Niente. A Saronno tutto si riduce al palco in piazza Libertà e all’arco gonfiabile in corso Italia. Del resto l’ha detto anche Lara Comi sul palco “il ciclismo è passione ed entusiasmo” e la città di Saronno sa e può fare molto di più di un migliaio di persone in centro del momento clou dell’evento.
Sara Giudici
Ps Mi rendo conto che l’editoriale di quest’anno sembra un po’ “la minestra riscaldata” di quello dell’anno scorso. Mi assolvo considerando che le criticità sono rimaste invariate. La speranza, visto che l’edizione 2019 è già stata confermata, è di poterne scriverne uno brillante ed entusiasta sulla città che sfrutta a pieno quest’opportunità tra dodici mesi.
(foto: immagine della partenza da Saronno riprese dalla Rai)