Indelicato condivide le “noterelle ad una guerra asimmetrica”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale indipendente Alfonso Indelicato dal titolo “Noterelle ad una guerra asimmetrica”
Da diverso tempo vado scrivendo, fidando sulla bontà di chi pubblica e la pazienza di chi legge, che la capacità mediatica della Sinistra rimane, nonostante il suo ridimensionamento in termini di voti, nettamente superiore a quello della Destra.
Immaginiamo due eserciti avversari. L’uno numeroso ma male armato: pistole, fucili, qualche mitragliatrice, pochi cannoncini da 57 mm. Sparuti aerei con ali di tela, il motore a elica e che non combattono in formazione. L’altro esercito dalle file più esigue, ma saldamente trincerato dietro reti di sbarramento e fortificazioni quasi inaccessibili, dotato di missili terra-aria in grado di intercettare ogni velivolo che compare all’orizzonte. Diabolica la sua capacità di occupare le postazioni più favorevoli, e di resistervi anche quando il territorio circostante sembra in mano alla truppa nemica assai numerosa quanto indisciplinata. I campi minati dei quali si circonda hanno mine a scoppio ritardato: esplodono all’improvviso quando il nemico si è acquartierato e pensa di aver consolidato le sue posizioni, seminando la strage. I soldati di questo esercito hanno tutti un paracadute in grado di salvarli nel caso cadano in qualche precipizio: gli ufficiali ne hanno addirittura due: uno sul petto, l’altro sulle terga. Queste schiere, dicevo, non sono numerose, ma con sperimentate astuzie belliche riescono a sembrarlo, in modo da intimidire gli avversari.
Chi vincerà l’ipotetica battaglia finale? La grande truppa generosa e disordinata o i professionisti della guerra, dotati di esperienza e armi tuttora micidiali?
Usciamo ora, almeno in parte, dall’allegoria e scegliamo fior da fiore. Guardiamo ad esempio alla città scaligera, che si appresta a ospitare il Convegno Mondiale delle famiglie con relativa marcia. Il Capo del Governo concede il patrocinio, poi si alza il fuoco di sbarramento, piovono gli shrapnel, ed ecco che si chiama fuori con un comunicato che sembra un puerile “non sono stato io” balbettato da un bambinetto sorpreso a fare una marachella. Il professor Blangiardo, degnissima persona, presidente dell’ISTAT e apprezzato docente di Statistica all’università, è invitato dagli organizzatori quale relatore e accetta. Poi la sezione CGIL dell’Ente da lui diretto gli chiede di declinare l’invito in nome dei diritti arcobaleno, e lui declina. Non si dice un’agguerrita cellula delle BR, si dice la sezione CGIL dell’Istituto Nazionale di Statistica con sede all’EUR. Ma è vero che si è arrabbiata anche la fine Cirinnà, forse è per questo che Blangiardo ha rinunciato. Resiste Salvini che ha detto che andrà e andrà per davvero, ma il nemico aumenta il volume di fuoco e così egli dichiara che comunque non intende “compromettere il riconoscimento giuridico e la piena legittimazione delle unioni civili e delle diverse forme di convivenza basate su vincoli di natura affettiva”. Insomma la famiglia costituita da un uomo e una donna è una delle tante varianti di coppia: meglio che niente, almeno non è un’associazione a delinquere. A proposito di Salvini, aveva inizialmente respinto la richiesta pelosa di concedere la cittadinanza ai due piccoli eroi a furor di Repubblica e di Corriere, con tutta una serie di motivazioni solidissime, ma Di Maio lo tira per la felpa e lo prega di non fare il cattivo: detto fatto, la cittadinanza c’è e i due ragazzini diventano “come suoi figli”. La contraerea, pardon, il circo mediatico della Sinistra, l’ha spuntata ancora una volta. E Pensare che Salvini è oggi – lo dico e lo penso davvero – l’unica speranza di salvezza di questa Nazione.
(foto archivio)
29032019