Ferrovia, linea S9: “Il terrore corre sulla Saronno-Seregno”
SARONNO / CERIANO LAGHETTO – “Tre aggressioni in una settimana in treni e stazioni: diciamo basta allo spaccio!” Così il vicesindaco di Ceriano Laghetto, e coordinatore di tutti i sindaci leghisti della Lombardia, Dante Cattaneo.
Cattaneo fa il punto: “A Saronno è stato rapinato nel sottopasso ferroviario un ragazzo di 15 anni; a Seregno è stata aggredita una capotreno di 25 anni; a Solaro è stato soccorso un ragazzo aggredito a alla stazione di Ceriano-Solaro. E’ solo la punta di un gigantesco iceberg rappresentato dal degrado che ha unico comune denominatore: la droga. La Linea S9 Saronno-Seregno è ostaggio di centinaia di tossici che ogni giorno ne combinano di tutti i colori: vagoni dati alle fiamme, finestre mandate in frantumi, siringhe, sangue e feci ovunque. Le stazioni, se è possibile, sono messe anche peggio. I pendolari sono terrorizzati. I tossici sono sempre più aggressivi e prima di drogarsi vagano per le nostre città in cerca di soldi: quando non li ottengono con l’elemosina, se li procurano in altro modo”.
Prosegue Cattaneo: “Nota positiva: la collaborazione dei cittadini è sempre più attiva, civica e tempestiva. Ciò ha permesso, ad esempio, alla nostra polizia locale, anche venerdì di allontanare il tossico di Aosta che aveva appena fermato un’automobile per strada e terrorizzato una donna. Nota negativa: gli strumenti legislativi in possesso delle varie forze dell’ordine sono “all’acqua di rosa”: Daspo e Fogli di via per gli zombie sono poco più che un “buffetto” per loro. Cosa si può fare? In attesa di non più rinviabili modifiche legislative radicali sul fronte della sicurezza e della giustizia, la cosa più utile che si può fare è segnalare tempestivamente e “denunciare, denunciare, denunciare”. Se non si denuncia, ogni anno nelle relazioni dei prefetti sentiremo sempre la solita litanìa: reati in calo. Purtroppo chi vive il territorio sa che non è così: non è un Paese civile quello in cui uno studente deve aver paura a prendere un treno, non è un Paese civile quello in cui una capotreno deve aver paura a fare il proprio lavoro; non è un Paese civile quello in cui parte della popolazione difende e giustifica tossici e spacciatori e denigra gli uomini in divisa”.
22012020