Saronno, con Uboldi e l’Isola che non c’è per scoprire Pier Paolo Pasolini
22 Aprile 2022

SARONNO – “Cattolico, comunista, omosessuale, reazionario, scandaloso, pittore, regista, poeta, giornalista, profeta, solitario, gentile e tormentato nella vita privata”.
Queste sono alcune delle parole che ieri sera, giovedì 21 aprile, alle 20,45, nella sala del cinema Silvio Pellico, Giuseppe Uboldi ha pronunciato per descrivere la complessità di Pier Paolo Pasolini affidandosi alle parole di altri, contemporanei all’artista; artista del quale viene celebrato, quest’anno, il centenario della nascita con un calendario di eventi organizzati dall’amministrazione comunale, di cui l’assessore alla Cultura Laura Succi ieri è stata rappresentante, in collaborazione con Giuseppe Uboldi, il presidente dell’associazione culturale ‘L’isola che non c’è’, e con Vittorio Mastrorilli, direttore di Mastercine e gestore delle sale dei cinema Prealpi e Silvio Pellico. L’incontro è parte della rassegna dedicata a Pasolini iniziata il 6 aprile che terminerà il 22 maggio.
Uomo e artista contraddittorio e poliedrico Pier Paolo Pasolini esordisce come poeta con la raccolta ‘Poesie a Casarsa’, in dialetto friulano, nel 1942 e prosegue la sua carriera alternando diversi linguaggi, cinematografico – in cui alterna generi musicali diversi, opposti, irriverenti, che in ‘La ricotta’ paiono quasi dissacranti -, pittorico, linguistico passando dal dialetto friulano, al romanesco e all’italiano standard, per esprimere al meglio delle sue possibilità la nostalgia che sente verso una tradizione passata, arcaica; una nostalgia della ‘cosa’ , ossia dell’origine dell’uomo, di quel momento in cui l’uomo viveva in modo genuino, spontaneo ed essenziale. Pasolini ha una tale nostalgia dell’origine che la ricerca costantemente nei protagonisti delle sue opere, prima tra i contadini, poi tra i membri del sottoproletariato, com’è il caso del protagonista del cortometraggio presentato, Stracci, e da ultimo tra gli abitanti del terzo mondo (rispetto a una visione che divide la terra in tre sulla base di un certo sviluppo economico), che tuttavia neppure l’autorità della Chiesa cattolica riesce a sottrarre al “mostro della moderna cultura dell’omologazione e del consumismo neocapitalista” prodotto, secondo Pasolini, di una “borghesia perbenista e moralista”. Questo è emerso dal mediometraggio ‘La ricotta’ in cui, su un set cinematografico dedicato al rifacimento dell’episodio biblico della Passione di Cristo, si confrontano due gruppi di attori, quelli che interpretano i due malfattori crocifissi con Gesù Cristo, tre sottoproletari, e coloro che assistono alla crocifissione, borghesi. Tra i due gruppi si trova un regista borghese che guarda le dinamiche tra gli attori con cinico distacco e indifferenza adottando un atteggiamento contrario rispetto all’idea pasoliniana di intellettuale quale persona che denuncia, senza indugio, ciò che non funziona nella sua società; saranno la noncuranza dell’intellettuale e degli interpreti borghesi verso Stracci e l’incapacità immaginativa di Stracci stesso a rivoltare la sua condizione a condurlo a una morte che va oltre la fittizia crocifissione e diventa fine della vita nonché della possibilità di farsi comprendere.
Il prossimo appuntamento sarà giovedì 28 aprile alle 15,30 e alle 21 al cinema Silvio Pellico con la proiezione di ‘Mamma Roma’.





(foto dell’incontro)