Ospedale di Saronno, attivato il progetto telemedicina per il paziente cronico
SARONNO – Nel mese di settembre, il reparto di Medicina del Presidio Ospedaliero di Saronno ha iniziato l’attività di telemonitoraggio da remoto, ossia ha implementato il servizio di telemedicina.
I pazienti che possono usufruire del servizio sono i polipatoligici (affetti contemporaneamente da patologie croniche come il diabete, le malattie cardiache o i problemi respiratori) individuati in sede di dimissione da ricovero ospedaliero o da vista specialistica di follow-up multidisciplinare, e che possono ricevere un’assistenza e un supporto continui dal proprio team sanitario.
Attraverso la piattaforma tecnologica viene assicurata la rilevazione dei seguenti parametri: saturazione di ossigeno, frequenza cardiaca, pressione arteriosa, peso corporeo, elettrocardiogramma a 1 o 12 derivazioni.
L’Italia è considerata un Paese anziano in cui, grazie al progresso scientifico che ha migliorato i processi di cura, l’aspettativa di vita va ormai ben oltre gli 80 anni.
È un’opportunità certo, ma anche una grande sfida che necessita di un rimodellamento di gran parte degli assetti sociali ed economici, e che si riflette nel campo della produzione, del consumo, nel mercato del lavoro e soprattutto della sanità.
Per gestire un’evoluzione di questo tipo è essenziale un profondo cambiamento culturale e un approccio innovativo. L’Unione Europea ha decretato il 2012 come Anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni.
Nello stesso anno il Royal College of Physicians ha istituito la commissione dell’ospedale del futuro (Future Hospital Commission) con l’obiettivo di sviluppare un modello di cura ospedaliero progettato intorno alle esigenze dei Pazienti.
Consapevoli che l’invecchiamento va di pari passo con la comparsa di multiple patologie, spesso concomitanti, l’ospedale del futuro deve essere inteso come un modello flessibile, orientato non solo alla singola malattia ma soprattutto ai bisogni assistenziali del paziente. L’obiettivo finale deve essere una visione integrata – olistica – della persona.
I nostri ospedali, gravati negli anni da una progressiva riduzione dei posti letto e dalla necessità di ridurre i tempi di degenza per far fronte ai numerosi accessi di pronto soccorso, non sono generalmente attrezzati alla cura di pazienti polipatologici con importanti necessità assistenziali.
La vera sfida, quindi, è costruire dei nuovi modelli organizzativi i cui obiettivi principali siano:
- formare professionisti della salute attenti alla persona ed esperti nella governance
- implementare la deospedalizzazione in favore del territorio e delle reti
- utilizzare l’innovazione tecnologica, essenziale valenza strategica per assecondare tale processo
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