Coronavirus a Saronno, Banfi: “Quanti sono i deceduti? E i guariti? Fagioli faccia come gli altri sindaci e parli!”
SARONNO – Quanti sono i concittadini guariti? Quanti quelli, purtroppo, deceduti? E’ la domanda ricorrente che anche i cronistici, oltre che i politici locali, si sentono spesso porre dalla gente. Facile, nel bene o nel male in questi difficili momenti, è comunque rispondere, per tutti i comuni del comprensorio, dove i sindaci informano con comunicato ogni volta che la situazione varia, in meglio o in peggio. Impossibile rispondere con puntualità a Saronno: al riguardo l’ultima comunicazione del sindaco è molto datata.
Un tema sul quale giunge ora l’affondo del consigliere comunale indipendente Francesco Banfi (al centro nella foto), che torna a chiedere la massima trasparenza. Ecco il suo intervento.
Nell’emergenza sanitaria, è con un misto di incertezza ed apprensione che stiamo tutti ricercando la normalità con una titubanza che deriva più che altro dai dati che, giorno dopo giorno, si susseguono. I giornalisti si affannano nel propinarci i risultati degli esami suddivisi per nazioni, regioni, province, comuni. Si tratta di cifre spesso non perfettamente contestualizzate: non si conosce con precisione il numero dei tamponi complessivo, il numero dei tamponi eseguiti su soggetti “nuovi”, sembra che nemmeno il personale sanitario sia costantemente esaminato, non si conosce l’età dei positivi piuttosto che il luogo in cui vengono trovati (un conto, ad esempio, è “un luogo circoscritto” come potrebbe essere “una Rsa” e un altro conto è in un casuale “in giro”, come fosse una promessa di ubiquitarietà del virus decretando perciò il fallimento del contenimento).
Dai numeri nazionali purtroppo emerge costantemente che il malato d’Italia risulta la Lombardia che da sola ha praticamente tutti i nuovi casi positivi giornalieri. Viene facile chiedersi “cosa stanno facendo”, ma subito egoisticamente si pensa “e qui?”.
Beh, Saronno al tempo, più che del Coronavirus, dell’amministrazione del leghista Fagioli è una città “da giallo”: non si riesce infatti mai a sapere “come va”. Sí: diversamente dagli abitanti di qualunque altro comune italiano i saronnesi hanno saputo che “qualcuno stava male” solo per il passaparola tra amici o vicini – spesso più per la chiacchiera che in certe situazioni fa solo male anche sul piano squisitamente umano- e le uniche parole certe sono arrivate o durante la preghiera dei fedeli della messa del 25 aprile (a pensarci ho i brividi ancora adesso pensando a tutte le persone che non hanno avuto un funerale) che la comunità pastorale Crocifisso Risorto ha dedicato ai deceduti nel periodo del lockdown oppure, puntuali ogni giorno, solo dai giornali, che ovviamente devono guardare la notizia. E purtroppo i guariti non fanno notizia.
Tutti gli altri comuni italiani hanno avuto il primo cittadino che viveva costantemente con il cruccio di come dare l’annuncio di nuovi positivi, di ricoverati, di deceduti oppure di come vivere la gioia per i guariti. Saronno invece è città del giallo, colore anche del più classico impermeabile di gomma che si indossa per ripararsi, quasi un muro che il sindaco Alessadro Fagioli ha alzato su questo tema tanto importante. Ovunque – altrove – ciò sarebbe fonte di scandalo. Ma a Saronno tristemente ci abbiamo fatto il callo.
Per Saronno l’unico dato ufficiale, da fonte regionale, è quello relativo al numero delle persone contagiate dall’inizio della pandemia ed aggiornato a ieri, 239. Riguardo ai decessi, l’ultima comunicazione del sindaco risale al 30 maggio, quando in una intervista a Radiorizzonti aveva fatto riferimento a 52 morti.
16062020