Dipendenti a Porro: “Abbiamo fatto sacrifici anche in termini economici”
“Le organizzazioni sindacali, letta la dichiarazione fornita ai media dal sindaco Luciano Porro, ci tengono a chiarire con la cittadinanza e il primo cittadino che la dichiarazione dello stato di agitazione è un esercizio del diritto proprio dei lavoratori pubblici e privati ed è sbagliato confondere le procedure previste dalla legge con ipotetiche minacce.
Il Sindaco sbaglia oppure è mal consigliato, infatti le procedure previste dalla 146/1990 iniziano con un tentativo di conciliazione al fine di raffreddare il conflitto e non per accentuarlo.
Nel merito, siamo lieti che il Sindaco intenda trovare una soluzione, che è nell’auspicio anche dei dipendenti e i loro rappresentanti.
Però porsi in modo critico rispetto alla legittimità delle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori non aiuta a gestire la questione in modo conciliativo, semmai i dipendenti del Comune di Saronno si aspettavano di essere valorizzati dal loro datore di lavoro e non di sentirsi trattare come persone inconsapevoli della crisi che sta attraversando il Paese.
E’ fondamentale informare i cittadini che già non se ne fossero accorti recandosi agli sportelli comunali, che, a fronte di una riduzione di personale del 10% – passati da 241 a 222, con un rapporto dipendente/ cittadino di 1 a 178 mentre Varese, città capoluogo di Provincia, ha un rapporto da 1 a 100 – l’ offerta di servizi e di qualità degli stessi non è diminuita, anzi è cresciuta esponenzialmente nonostante la riduzione effettiva degli operatori.
Quando si parla di fare sacrifici, ci sembra che i lavoratori del Comune di Saronno stiano dando parecchio anche in termini economici: Ccnl bloccato dal 2009 e fondi per la contrattazione integrativa in continua diminuzione.
Forse l’errore di questi lavoratori è stato quello di essere molto responsabili, anche prima che la politica si mettesse in cattedra”
18062014