ilSaronno sulla linea della paura di Trenord: alla stazione di Rho i soldati ci sono
SARONNO – I soldati a fare da guardia alle stazioni? A Saronno se n’è parlato tanto ma ancora non ci sono, ma sposandosi di una ventina di chilometri in treno sino a Rho Fiera il sogno di tanti saronnesi diventa realtà.
E’ la linea di Trenord che passa da Villapizzone, quella che anche i saronnesi percorrono per raggiungere Expo, il sito dell’esposizione universale milanese. E da Expo proveniva il treno che l’altra sera si è fermato a Villapizzone e dove un gruppetto di sudamericani ha ferocemente aggredito il capotreno, che ha rischiato di perdere un braccio dopo un colpo di machete. Episodio choc: ilSaronno ha voluto ieri percorrere quella che in molti dopo quanto accaduto hanno definito come la “linea della paura”, e che ha portato i sindacati dell’ente ferroviario ad annunciare la sospensione del controllo dei biglietti in orario serale e notturno, per protesta per mancanza di sicurezza.
Da Saronno ad Expo in treno ci vogliono circa un’ora e un quarto fra coincidenze e viaggio. Per i saronnesi la scelta migliore è il Saronno-Milano Centrale che arriva da Malpensa, con cambio a Porta Garibaldi. Da lì si scende qualche scala un po’ sporca e trasandata e si arriva nel corpo principale della stazione, per trovare la coincidenza basta seguire gli adesivi con la scritta Expo appiccicati al pavimento. E si sale sul Milano-Varese o Milano-Novara, quello che in pochi minuti arriva a Villapizzone. E anche di pomeriggio, con treni affollati, il clima improvvisamnente cambia. Quando il convoglio si ferma nella stazione dov’è avvenuta l’aggressione c’è un clima quasi irreale sul vagone, tutti guardano di fuori e commentano a bassa voce. Si percepisce che qualcosa non va, e ciò diventa palese quando arriva la capotreno a controllare i biglietti. Lo fa scortata da non una ma ben due guardie private, che la seguono passo a passo. Poco dopo il treno riparte, in qualche minuto arriva alla stazione di Rho Fiera, quella dell’Expo, e la situazioine cambia radicalmente: tutto tirato a lucido, ad attendere i viaggiatori sulla banchina c’è quello “schieramento” invocato anche da sindaci del Saronnese, ad iniziare da Dante Cattaneo di Ceriano Laghetto: un drappello di gentili soldati in divisa, sono dei giovani Alpini in tuta mimetica, da volti gentili e pronti a fornire qualche indicazione a chi lo chiede. Con loro presenti, tutti sono più tranquilli.
[gallery type=”rectangular” ids=”64465,64466,64467,64468″]
14062015
Lascia un commento
Commenti
L’avvocato difensore dice che era solo ubriaco e non voleva fare del male, voleva solo spaventarlo. E poi é sposato da poco ed ha un bambino piccolo.
E magari il giudice si fa impietosire.
Stamattina io ho preso il treno per andare al lavoro, mi sono portato l’ombrellino pieghevole per la pioggia, non il machete.
Se questo tenta di ammazzare un capotreno per una multa di 50 euro, chi mi garantisce che non usi il machete a casa sua con la compagna o col bambino, tanto piú che si ubriaca?
Inoltre non é iscritto all’AVIS o alla Croce Rossa o alla Caritas, ma é affiliato ad una gang di latinos, associazioni che, notoriamente, perseguono scopi filantropici…
Se il giudice non lo schiaffa in galera per 20 anni e non lo lascia li a meditare per 20 anni, senza sconti, allora non siamo un paese civile!
Un “ragazzino” di 19/20 anni che usa il macete per ammazzare un controllore pensate che abbia “timore” delle guardie private…???
Se una guardia privata spara, reagisce o manda all’ospedale un qualsiasi clandestino e/o delinquente di qualsivoglia razza, vista la lungimiranza delle leggi italiane, passa subito dalla parte del torto.
Le regole di ingaggio per la legittima difesa e le leggi che ne regolamentano le pene sono solo a vantaggio di chi aggredisce e non di chi si difende.
Occorrono i militari, che siano soldati o polizia, perché un loro ipotetico intervento anche armato è difeso dallo Stato dal principio di “fedeltà” delle loro azioni e dei loro comportamenti ritenuti veritieri e attendibili di credibilità in quanto Pubblici Ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni.