Fagioli: “Vorrei attività produttive all’ex Isotta, ma non ci sono i fondi”
SARONNO – Dopo mesi di silenzio e la mobilitazione dei cittadini il sindaco Alessandro Fagioli affronta il delicato tema del futuro dell’ex Isotta Fraschini l’area dismessa alle porte della città.
“Il mio sogno sarebbe quello di rivedere l’area dell’Isotta Fraschini rivivere con delle attività produttive ma visti i fondi necessari non solo per l’acquisto dell’area ma anche per la necessaria bonifica credo che resterà a lungo un sogno”.
Nel fine settimana il sindaco Alessandro Fagioli ha scelto la mostra dedicata all’Isotta Fraschini firmata dal defunto Giacinto Romano Canazza ed inaugurata sabato al museo delle industrie e del lavoro saronnese di via Griffanti per svelare la posizione dell’Amministrazione comunale in merito al futuro dell’area dismessa tra via Varese e via Milano.
“Colgo l’occasione di questo evento per fare il punto della situazione – ha esordito Fagioli – l’Amministrazione non ha i fondi per acquisire in proprio l’area che comunque nel momento di sarà riqualificata prevede uno spazio di verde pubblico”. Il sindaco ritorna anche sull’asta andata deserta lo scorso 19 settembre: “Capisco che non sia facile trovare un operatore che versi 11 milioni di euro per acquisire l’area e poi una cifra analoga per la bonifica. Come ho detto sono cifre proibitive anche per la nostra Amministrazione comunale”.
Dopo la sentenza del Tar che ha eliminato il divieto posto dal Pgt di realizzare centri commerciali sull’area a fine giusto per l’intera estate l’area dismessa alle porte del centro storico è stata al centro di un vivace dibattito per la messa all’asta della proprietà. C’è stata una mobilitazione di cittadini, che sognano l’acquisto dell’area da parte dell’Amministrazione comunale, ed anche la proposta di Luciano Silighini Garagnani di realizzare un parco divertimenti tematico, Luraland, ma finora l’Amministrazione non era mai intervenuta. Fagioli ha rotto il silenzio sabato.
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Commenti
Ma va!
ha rotto solo il silenzio, ma è come se non lo avesse fatto. Poverini, sono all’anno zero