Ospedale, Saronno è pronta: “Se i sindaci non bastano, se serve un gesto eclatante: facciamolo”
SARONNO – La città di Saronno è pronta a salire sugli scudi per difendere e rilanciare il proprio ospedale. E’ il messaggio più forte emerso ieri sera, da più voci con diverse sfumature, dalla serata organizzata dal Pd cittadina sui problemi del presidio di piazzale Borella e presentata dal segretario Rino Cataneo. (QUI LA DIRETTA DE ILSARONNO)
Dall’incatenarsi sotto la sede della Regione con la fascia tricolore al più pacato “elaborazione di nuove strategie di richiesta e relazione con la Regione” gli interventi dei presenti hanno, dopo aver stigmatizzato le carenze del presidio, avanzato questa richiesta. Dai cittadini ma anche da un operatore del presidio (che ha strappato l’applauso più lungo alla sala spiegando con semplicità come nell’ospedale di Saronno “si respiri un clima di abbandono e rassegnazione, serve un cambiamento che ci permetta di offrere il meglio ai pazienti”) e dal portavoce della Società della cura l’appello è stato quello ad un’azione più forte e performante per far sentire la voce e le esigenze del territorio.
Del resto il fil rouge degli interventi dei relatori, oltre agli annosi e storici problemi della struttura, è stato proprio la determinazione del territorio di 200 mila persone che “vogliono un ospedale di primo livello performante e adatto ad essere un punto di riferimento di un bacino così strategico”.
Ad aprire la serata il sindaco Augusto Airoldi che ha riassunto quanto fatto in questi due anni di Amministrazione: dalla lettera bipartisan dei 19 sindaci nel febbraio 2021 “perchè l’ospedale è un tema di tutti non politico”, alla non risposta dell’assessore Letizia Moratti e ai due incontri con il dirigente Welfare di Region Lombardia (nel luglio 21 e nell’aprile 22) che però non hanno portato a nulla. “Ho il sospetto che non ci sia nessun piano per il rilancio dell’ospedale – ha rimarcato – alle nostre domande come comprensorio non hanno risposto e del resto mettere a norma dei reparti non è certo un rilancio ma solo un rispondere alle necessità più urgenti ma non è un rilancio”.
Nilde Moretti sindaco di Solaro ha posto l’accento su come “i tagli non possano essere la strategia per affrontare i temi della sanità”. Ha rimarcato l’importanza dell’ospedale di Saronno per la sua comunità “pur facendo parte di città metriopolitana il presidio saronnese è il primo punto di riferimento per i solarese”. Ha dedicato l’ultima parte del suo intervento ai problemi sul fronte della medicina territoriale condividendo alcune preoccupazioni sulla gestione dei medici di famiglia a partire dal caso della frazione Brollo rimasta senza medico per un pensionamento.
Il primo cittadino di Caronno Marco Giudici ha lamentato il mancato coinvolgimento dei sindaci e in generale delle istanze che arrivano dal basso partendo da casi concreti “la presenza di due case di comunità a Saronno” e nessuna a Caronno. Il primo cittadino ha rimarcato l’impegno della sua Amministrazione per fornire spazi e personale amministrativo “per poter fornire ai cittadini su servizio di analisi e prelievi e servizi infermieristici in città”. “Perchè venire per tutto a Saronno – ha concluso – sono servizi che servono soprattutto anziani e cronici e serve che siano di vera prossimità. Sappiamo tutti che in alcuni orari si fa prima ad andare a Milano che a Saronno”.
A fare il sunto degli interventi il consigliere regionale Samuele Astuti che ha rimarcato la propria attenzione per l’ospedale saronnese (negli ultimi mesi ha partecipato anche agli incontri della società della cura, de ilSaronno con Radiorizzonti). Ha fatto il punto anche sulle criticità legate al nuovo distretto e al fatto che a Saronno ci saranno due case di comuità ma nessun ospedale di comunità “ce ne saranno due a Somma come contentivo politico per i problemi dell’ospedale”.
Non sono mancate riflessioni sul progetto del nuovo ospedale unico con la richiesta di Astuti, per l’ennesima volta, di inserire nell’accordo di programma anche di Saronno e con la presenza di un membro del comitato bustocco a dimostrare la coesione e l’attenzione del territorio per le scelte fatte a livello comprensoriale non solo locale.
A chiudere la serata la risposta del sindaco Airoldi alle richieste dei presenti: “Ognuno ha il proprio ruolo – ha rimarcato – se nonostante 19 sindaci si siano attivati la Regione non risponde, vuol dire che la Regione non fa il suo lavoro. Il gesto eclantante può avere senso ma va fatto al momento giusto. Che senso ha farlo a tre anni dalle elezioni regionali? Va fatto solo quando serve, nella giusta modalità e rispettando il proprio ruolo”.
Tra i presenti gli assessori Mimmo D’amato e Gabriele Musarò, i consiglieri Francesco Licata, Mauro Lattuada e Mauro Rotondi i portavoce della Società della cura e del comitato per la Salvaguardia dell’ospedale.
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Commenti
Tutti sindaci che negli ultimi anno hanno dormito.
Gesto eclatante?
Nemmeno è riuscito a battere i pugni sul tavolo in Regione…
Conta come il due di picche a briscola, si rassegni.
Anzi, rassegni le dimissioni; quello si sarebbe un gesto eclatante e utile alla causa.
Iniziativa senza alcuno sbocco
20 ore di attesa al Pronto Siccorso, Svegliatevi e non addormentatevi come vostro solito
Bene si è già in piena campagna elettorale, dove vengono fatte le promesse, intanto il PD sponsorizza l’ospedale unici di Busto Arsizio e Gallarate che nessuno vuole e con costi sprositati se questa è la politica del PD sulla sanità siamo propa posto
Tutto corretto, giusto e condivisibile quello detto ieri sera, ma è mancato il contraddittorio con la Regione, senza la controparte, tante belle parole, proposte, ricostruzioni ma poi!?…
Anche in questo caso l’amministrazione Airoldi ,con il Sindaco in prima fila ,dimostra coi fatti e non solo con le parole di avere a cuore Il destino della nostra città e del suo ospedale.
Bravi !!avanti così
Grazie Fontana per voler distruggere il nostro ospedale.
AIROLDI: “Se i sindaci non bastano, se serve un gesto eclatante: facciamolo!”, qui si aspetta ancora che il sindaco vada in Regione “battere i pugni sul tavolo” (frase ad effetto detta per acquisire consensi in campagna elettorale)
AIROLDI: “…. incatenarsi sotto la sede della Regione con la sfascia tricolore”, sarebbe proprio da vedere per poterci credere, il Sindaco di Saronno “incatenato” sotto Palazzo Lombardia, cosa anche questa che ovviamente non farà mai (altra frase ad effetto per cercare di stabilizzare la sua posizione visto che la maggioranza in consiglio comunale è risicata)
AIROLDI: “Ho il sospetto che non ci sia nessun piano per il rilancio dell’ospedale”, se ne faccia una ragione, più che sospetto è una certezza concretizzatasi via via negli anni ed ormai è giunta con un processo irreversibile ad oltrepassare il punto del non ritorno.
Tutto il resto, quel che rimane dell’incontro: i soliti mugugni e tanto bla bla bla destinato al nulla di concreto per salvare l’ospedale di Saronno.
il presidente
del gruppo
AIROLDI!!! … il sindaco non esiste!!!
Esatto, Moratti pensa di fare le scarpe a Fontana, ma se continua così noi elettori la manderemo a casa.
Ottima presenza, neanche 40 persone. Saronno merita niente !!