Saronno, appello per l’iconico albero in zona Santuario: “Salvatelo!”
SARONNO – Non è la prima volta che il faggio, una delle piante più iconiche di Saronno, diventa protagonista di un appello sui social ma questa volta sembra essere arrivati davvero all’ultima chiamata.
Il riferimento va al bellissimo albero posizionato nell’aiuola tonda davanti a Palazzo Insubria che domina anche nella visuale della vicina piazza Santuario. Ora il faggio è visibilmente secco: le foglie sono diventate marroni come se fosse autunno inoltrato. Probabilmente tra le cause ha contribuito la siccità con cui l’intera città sta facendo i conti.
Una situazione decisamente evidente che è stata denunciata da diversi saronnesi nelle ultime settimane. Ad accendere il dibattito sui social è stato però l’appello lanciato da Valentino Ripamonti saronnese noto per il suo impegno per la città con l’associazione nazionale carabinieri.
Il saronnese rivolge il suo appello “all’Amministrazione e al sindaco di Saronno”: “Domenica uscendo dalla Messa al Santuario di Saronno mi sono soffermato a guardare quello che è rimasto di quella bella pianta che c’è sul piazzale del Santuario quasi secca piena di sterpaglie infestata dall’edera”. Ripamonti chiede “se non sia possibile occuparsi dell’albero e magari salvarlo”.
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Commenti
E gli “abbraccialberi di via Roma” non si erano accorti di nulla?
I cittadini Sarannesi hanno veramente a cuore le proprie piante. Se il comune non ci arriva ognuno di noi può armarsi di taniche e bagnare le piante in difficoltà. Grazie a chi ha fatto la segnalazione comunque.
Perché al posto di fare un appello non si è armati di una tanica oer portare acqua? Se aspettiamo il Comune…..
Non è solo l’acqua il problema, ma le alte temperature e il calore generato dal sole. Di sicuro non ha aiutato la siccità, ma non è stato l’unico problema purtroppo. Per alcune essenze vegetali quest’anno è stato un disastro.
Anche se può sembrare strano, le infestanti con la copertura erbosa hanno contribuito a mantenere più bassa la temperatura alla base, quindi hanno avuto un effetto utile alla pianta. Purtroppo il faggio predilige climi più freschi e credo abbia mal sopportato le temperature davvero molto elevate di questa estate. Bisogna solo verificare se la seccatura delle foglie è dovuta a una perdita precoce proprio per il gran caldo (le piante non riescono a fare la fotosintesi se la temperatura è superiore o inferiore a determinati valori, in base alla pianta), per cui in genere perdono le foglie facendolo seccare, o se invece è dovuta alla morte dei rami. Nel primo caso, credo che la pianta potrà tornare a vegetare. Se invece intere parti della pianta sono morte sarà più difficile. Magari con una potatura quest’autunno, sperando che riesca a ricacciare nella primavera dell’anno prossimo, però magari esteticamente non sarà più molto bella.
E’ troppo tardi.
Aggiungo la mia testimonianza. Ho in giardino uno splendido faggio rosso di 40 anni. Per 39 anni ha tenuto il fogliame fino ad autunno inoltrato, poi esplodeva in una immensa fiammata e quindi si svuotava.
Ma quest’anno è accaduto qualcosa di inquietante. ha cominciato a perdere le foglie agli inizi di luglio ed ora è tanto se sui rami ne è rimasto il 30%, e queste rimaste sono avvizzite, tristi, con una gran voglia di morire.
Da luglio, ogni giorno aprivo le finestre e vedevo la dinamica di una piccola catastrofe naturale, parte dell’immensa catastrofe climatica in corso.
E tutti sembrano parlare d’altro!
Purtroppo ha fatto troppo caldo per il faggio, ne ho visti molti in sofferenza quest’anno. Per non parlare delle betulle, specie più ruspante, ma che ha sofferto tantissimo, tanto che ce ne sono moltissime completamente morte.
Abbatterlo e mettere al suo posto un monumento dedicato al migrante ignoto che purtroppo è morto in mare
Ahahahahaah!!
Questo commento di cattivo gusto poteva anche risparmiarcelo, signor Anonimo.
In via Bergamo la cosiddetta “rotonda dei vetri” è dedicata all’ immigrazione o sbaglio?