Saronno, Trasporto: l’omelia del prevosto sul Crocifisso “per chi crede e per chi non crede”
SARONNO – Nella messa solenne di stamattina, domenica 22 ottobre, il prevosto monsignor Claudio Galimberti, che ha concelebrato con don Massimiliano Bianchi, don Gianluca Ferrara e don Emilio Giavini, ha tenuto un’intensa omelia dedicata alla ricorrenza del Trasporto.
“La Croce che risorge è il simbolo di nostra città – ha esordito – mi rivolgo a chi crede e a chi non crede più. Ci sono passaggi nella vita che richiedono una riflessione concreta e profonda. Nascono domande dentro di noi e possono generare paure di non trovare risposte adeguate o superficiali. Saronno non è la Chiesa ma Saronno ha bisogno della Chiesa che è proposta di umanità piena, capace di aiutare. Lo spirito di umanità e di sapienza, viene mandato su tutti noi.
Il male ha un nome ben definito: superficialità, egoismo. C’è chi apprezza ciò che fa il cristiano ma non gli interessa il perché lo si fa. C’è chi apprezza cosa fa la Chiesa, la bellezza e la storia dei monumenti religiosi, oratori funzionanti ma il perché ci sia una Chiesa e cosa accada non interessa più di tanto. Il motivo per cui c’è la Chiesa è l’accompagnare all’incontro con Gesù e al suo vangelo. Noi cristiani abbiamo qualcosa da rispondere, vogliamo presentare alla città la Chiesa con tutto ciò che fa, ma siamo capaci di accogliere, aiutare per superare le avversità?
Noi dobbiamo accogliere Gesù che è un Dio concreto. Siamo chiamati ad accogliere Gesù e a conoscere Dio tramite le parole di Gesù. Dio è misericordia e le sue intenzioni verso di noi sono buone per salvarci. Ecco le basi per sostenere e costruire il futuro per questa nostra comunità. Stiamo vivendo un periodo di transizione e un disimpegno delle responsabilità di qualcuno verso gli altri. Sembra di aver perso il centro della nostra esistenza come le famiglie, la scuola, gli oratori. É come se fossimo in lutto, ci manca un tempo che fu e che non tornerà. Non deve prevalere la resa o il marcare le differenze, rimanendo senza parole nei confronti del cambiamento ma abbiamo la parola di Dio: amore, vita, pace, salvezza, sapienza, eternità. Dio non ci lascia senza guida. Fidiamoci dei giovani: non chiamiamoli solo quando ne abbiamo bisogno ma ascoltiamoli, sono i nostri figli. Sono tante le associazioni che collaborano nella nostra città e per il bene della città. La cura della città spetta non solo all’amministrazione ma a tutti noi. Una vera comunità cristiana stabilisce legami con tutti, sa accogliere tutti, con concretezza, coraggio e semplicità.
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