Saronno, cinquecento studenti al Pasta con Confcommercio per approfondire il tema delle molestie sul luogo di lavoro
SARONNO – Grande curiosità e interesse per i 500 studenti delle scuole superiori cittadine che ieri mattina hanno partecipato a “Parole e gesti che non vorrei” la tavola rotonda organizzata ieri al teatro Giuditta Pasta da Terziario Donna di Confcommercio in collaborazione con l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni di Busto Arsizio, il provveditorato agli studi di Varese e con il patrocinio del Comune di Saronno.
Non a caso era presente Cristina Riganti presidente provinciale e vicepresidente nazionale Terziario Donna Confcommercio, il vicesindaco Laura Succi con le autorità militari e il presidente Confcommercio Ascom Saronno Andrea Busnelli.
Il punto partenza un limite con cui spesso si fatica a trovare un equilibrio: “Fino dove arrivano lo scherzo, la battuta, il gioco, e quando inizia la molestia?”. Così come nei precedenti appuntamenti di Gallarate, Luino e Busto Arsizio si è cercato di raccontare e analizzare sotto tutti i punti di vista la molestia lavorativa, sia fisica sia psicologica, cercando di inquadrare il fenomeno per prevenirlo. Il punto di partenza è stato il cortometraggio firmato dagli studenti della scuola del cinema di Busto Arsizio (Icma), realizzato grazie alla borsa di studio finanziata dal Terziario Donna.
Dal soggetto sulle molestie sui luoghi di lavoro premiato da una giuria di esperti, è nato un cortometraggio dal titolo “Le dita”. Sceneggiatore, regista e l’intera troupe: la “squadra” è composta da ragazzi e saranno loro a rivolgersi ai quasi coetanei in sala.
L’opera proiettata in esclusiva è stato lo spunto del dibattito che ha visto coinvolti esperti con competenze specifiche dalla magistrato Nicoletta Guerrero (presidente sezione Gip Tribunale di Genova) a Luciana Ceriani psicologa, associazione Rete Rosa. Moderatrice è stata Laura Campiglio, scrittrice Mondadori. Apertura e chiusura dell’evento sono affidate Carla Mammone (Centro di formazione Aifos) che porta sul palco due lettere aperte, scritte da due donne vittime di molestie e violenze sul logo di lavoro.
L’evento è stato inserito lo scorso mese di aprile nella settimana del Busto Arsizio Film Festival, diventando ulteriore occasione per gli studenti cittadini di toccare con mano anche il risvolto di carattere sociale che l’arte cinematografica spesso e volentieri porta con sé.
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