Saronno, Lega: “Perchè il sottopasso di via Milano non garantisce l’accessibilità e il superamento delle barriere architettoniche”
Il nuovo sottopasso ciclabile di via Milano perde l’occasione per garantire l’accessibilità, il superamento e l’abbattimento delle barriere architettoniche per persone con disabilità motoria.
La pista ciclabile può essere considerata una rampa per persone disabili soggetta alle “prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica e sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche”?
E’ tutta una questione di definizioni e tutto dipende da come si definisce questa pista ciclabile?
Non si capisce perché se un condominio privato deve realizzare una rampa di accesso per superare i gradini di ingresso del condominio, allora debba attenersi giustamente e scrupolosamente alle norme per le rampe delle persone disabili che prevedono porzioni di rampa in piano intercalati per ogni dislivello e corrimano lungo tutto il perimetro, mentre quando è il Comune a svolgere i lavori tutto cambia e la scrupolosità lascia spazio alla verbosità delle definizioni ed a mille distinguo della propaganda.
Due pesi e due misure che lascia indignati i cittadini.
Noi siamo indignati e riteniamo che quanto accaduto sia di una gravità inaudita.
Come è possibile che il sottopasso di via Milano non possa essere considerato dal Comune come una rampa disabili?
La normativa nazionale scritta nel Decreto Ministeriale n° 236 del 14/06/1989 è chiara: “la pendenza di una rampa va definita in rapporto alla capacità di una persona su sedia a ruote di superarla
e di percorrerla senza affaticamento anche in relazione alla lunghezza della stessa. Si devono interporre ripiani orizzontali di riposo per rampe particolarmente lunghe. Valgono in generale per le rampe accorgimenti
analoghi a quelli definiti per le scale.”
Per le rampe la normativa nazionale prevede che “ogni 10 m di lunghezza la rampa deve prevedere un ripiano orizzontale di dimensioni minime pari a 1,50 x 1,50 m, “oppure “1,40 x 1,70 m in senso trasversale e 1,70 m in senso longitudinale al verso di marcia, oltre l’ingombro di apertura di eventuali porte.
Qualora al lato della rampa sia presente un parapetto non pieno, la rampa deve avere un cordolo di almeno 10 cm di altezza.
La pendenza delle rampe non deve superare l’8%.
Sono ammesse pendenze superiori, nei casi di adeguamento, rapportate allo sviluppo lineare effettivo della rampa.
In tal caso il rapporto tra la pendenza e la lunghezza deve essere comunque di valore inferiore rispetto a quelli individuati dalla linea di interpolazione del seguente grafico. “
Legge regionale Lombardia del 20 febbraio 1989, n. 6 è più restrittiva e prevede che “la pendenza di eventuali rampe di collegamento fra piani orizzontali diversi, varia in funzione della lunghezza delle rampe stesse, e precisamente:
– per rampe fino a m 0.50 la pendenza massima ammessa è del 12%;
– per rampe fino a m 2.00 la pendenza massima ammessa è dell’8%;
– per rampe fino a m 5.00 la pendenza massima ammessa è del 7%;
– oltre i m 5.00 la pendenza massima ammessa è del 5%.
Qualora a lato della rampa si presenti un dislivello superiore a cm 20, la rampa dovrà avere un cordolo di almeno 5 cm di altezza.”
Per i percorsi pedonali la normativa lombarda dice che il percorso deve avere “larghezza minima m 1.50 con tratti, nei luoghi di maggior traffico, aventi almeno una larghezza di m 1.80. In presenza di passaggi obbligati o per restrizioni dei percorsi a causa di lavori in corso, la larghezza potrà essere, per brevi tratti, ridotta a m 0.90. La pendenza trasversale non dovrà superare l’1%. La differenza di quota senza ricorso a rampe non dovrà superare i cm 2.5 e dovrà essere arrotondata o smussata.”
Risulta evidente a tutti che il nuovo sottopasso ciclabile di via Milano manca di porzioni in piano intercalate dopo ogni dislivello e mancano i corrimano per le persone con disabilità motorie.
Dopo 1 anno di lavori, l’eliminazione di un filare di castagni e tanta propaganda ci saremmo aspettati che ci fosse stata attenzione e rispetto per tutti, anche per i cittadini con disabilità motorie, ma evidentemente non è stato così.
La sinistra si riempie la bocca di linguaggio inclusivo, ma poi nel concreto la stessa sinistra non dimostra attenzione per una pista ciclabile e non prevede quelle opere inclusive per trasformarla in una rampa ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche.
Non ci può essere condivisione con questa amministrazione che agisce sempre in modo ideologico e facciamo appello a chi fu sindaco di centro destra di staccare la spina.
La prossima amministrazione di centro destra cancellerà questo scempio indegno che grida vedetta e suscita indignazione per tutte le coscienze dei cittadini liberi.
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Commenti
Magari all’illumnato estensore di questo giusto un po’ fazioso articolo è sfuggito il fatto che con una rampa di pendenza differente il sottopassaggio arrivava in via Marconi.
Oltre al fatto che, in buona sostanza, è identico al progetto che hanno presentato loro ai tempi.
I soliti mondi paralleli leghisti, quelli che fanno le battaglie a Ceriano per le antenne e al tempo stesso invitano la gente a fare il bagno nelle acque di scarico delle industrie.
Idee chiare.
Quella specie di muretto camminabile sulla destra è sicuro?
Ok. Come mai non sistemato dalla precedente amministrazione?
Era nelle stesse condizioni e il tempo per farlo c’era stato.
E perché non è stato sistemato da quella precedente ancora, quella Di Porro?
Però una rampa a norma non poteva essere classificata come pista ciclabile, e se invece un tratto lo si qualifica come pista ciclabile può essere messo nel computo totale di chilometri di piste che una città deve avere, cosi a fine mandato il Centro Sinistra potrà vantare di aver realizzato X chilometri per le biciclette
ma i signori della Lega si ricordano in che stato disastroso era il sottopasso quando amministravano loro fino a tre anni fa? Inutilizzabile dai disabili, un passaggio a ostacoli per gli anziani, nessuna possibilità per i ciclisti. Sporco, poco illuminato, abbandonato.
Non credo passi molta gente da lì, solo per andare al cimitero?
Chiamare i gradini passaggio ad ostacoli? Adesso i ciclisti fanno lo slalom invece di accompagnare la bici a piedi, piú sicuro. Aspettiamo solo la riqualificazione da parte dei telos
Almeno questa Amministrazione si è presa la briga di sanare il vecchio sottopassaggio fuori norma. Perché non l avete fatto voi in 5 anni??
E quanto ci è costato?
Cioè implicitamente ammette che è stata fatta una riqualificazione non di qualità?
Al contrario, vi ricordo solamente che uno dei tanti motivi per i quali siete stati mandati a casa è la vostra mancanza di manutenzioni. Salvo poi fare di corsa asfaltature prima delle elezioni
Risponda nel merito della qualità del lavoro fatto lasciando fuori dalla porta l antileghismo. Grazie
Quelli dell’area salamelle non fatta e del muro buttato giù per sbaglio
Ti ricordo che dove il muro buttato giù per sbaglio sono stati fatti i camminamenti sbagliati e poi rifatti, gli errori ci stanno da tutte le parti, se parliamo poi dell’area salamelle potremmo parlare della Rodari…
Quando nevica o piove cammini lei a piedi in discesa e salita sulla suddetta rampa per biciclette. L odio politico vi acceca la logica.