Uboldo in fiamme l’auto del segretario durante l’assemblea cittadina
UBOLDO – “Questa sera abbiamo forse toccato uno dei punti più bassi della storia di questa comunità. Intorno alle 22, durante il consiglio comunale, è stata data fuoco alla macchina del segretario comunale, Francesco Paolo Alamia”.
Così nel cuore della notte sul proprio sito il sindaco di Uboldo Lorenzo Guzzetti a commentare quanto avvenuto in serata nel parcheggio davanti alla sala in cui era riunita l’assemblea civica in cui è bruciata l’auto del segretario comunale.
Un episodio che ha scosso profondamente Uboldo. E’ stata una donna ha vedere il bagliore all’interno di una delle auto in sosta, una Peugeot 306, e a dare l’allarme che ha richiamato sul posto le persone, a partire dagli agenti della polizia locale al sindaco, agli assessori ai consiglieri impegnati nella riunione cittadina che è stata subito sospesa.
Alcuni presenti hanno provveduto a rimuovere le auto vicino a quella in fiamme e armati di estintori hanno cercato di iniziare a spegnere l’incendio. L’arrivo dei pompieri ha fatto accorrere anche molti residenti che sono rimasti scontrati dall’accaduto. Per l’episodio in sè e per il rischio che le fiamme si propagassero alle altre auto. Le fiamme, che hanno danneggiato solo il cofano dell’auto, sono completamente domare dai vigili del fuoco in pochi minuti. Prima di fare ritorno in distaccamento i pompieri con i carabinieri hanno avviato gli accertamenti per risalire alle cause.
Da subito si è parlato di un atto doloso come spiega lo stesso Guzzetti a fine serata: “Una tanica di benzina e dei sassi sono appunto stati ritrovati vicino alla macchina. E’ stato un gesto ignobile, meschino, vergognoso.
Un gesto mafioso”.
Duro il commento del primo cittadino: “Alamia in questi anni da segretario comunale mi ha insegnato una cosa che tengo sempre nel cuore e nella mente: “Sindaco, si ricordi bene, lo Stato non si piega. Mai.” Questa sera sono le prime parole che ci siamo detti io e lui. E sono le parole che sento più che mai nostre: non arretriamo, non ci pieghiamo di fronte a questa barbarie. Certo è che l’escalation delle cose è davvero stucchevole”.
01042015
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Commenti
Piena solidarietà al collega Alamia che non conosco personalmente. Spero che gli inquirenti possano risalire presto agli autori di questo vile gesto.
Sicuramente solidarietà al dott. Alamia che conosco personalmente per motivi professionali. E’ bene che questi fatti non vengano sottovalutati. Sono cose serie, lasciamo ad altri batture ed ironia.
Fintanto che, nonostante i fatti di quotidiana illegalità, che degradano l’immagine dell’Italia nel mondo, ci sia ancora una parte di noi italiani che commenta il fatto di tale gravità accaduto a Uboldo con stupide battute significa che c’è ancora molto da lavorare in materia di cultura civile.
Donato
E’ certo che sia un gesto comunque ignobile, meschino e vergognoso. Che sia mafioso è da provare, a meno che il sindaco sappia di cosa stia parlando ed anticipi qualcosa che riferirà agli inquirenti. L’aggettivo stucchevole credo sia stato usato impropriamente.
Principalmente totale solidarità ad dott. Alàmia, persona di grande cultura, professionista affidabile e segretario comunale che spesso, per questioni giuridiche difficili, interpello: egli è sempre in grado di dare risposte ineccepibili. A lui il mio abbraccio.
Poi grande tristezza, soprattutto nella ripetuta consapevolezza che nei prossimi, non brevi, anni la situazione di pericolo pubblico peggiorerà in modo accentuato. Dovremo studiare con la Digos, la Polizia di Stato ed i Carabinieri forme di autodifesa anche militante. Dai terroristi e dalla malavita non ci si difende con la penna d’oca.
Piena solidarietà a Lorenzo, al dott. Alamia e ai cittadini di Uboldo.
Uboldo é paese con molti tamarri, sempre detto.
Solidarietá a Guzzetti e alla sua giunta.
Altro che Napoli..
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puoi sempre far cambio….
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Quasi quasi….
Almeno si mangia bene e c’è il mare.
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come era quel detto: chi semina vento raccoglie tempesta?
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Vergogna
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Vergognati
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io? per il fatto di ricordare un detto?
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Ri-vergognati. Sei davvero patetico. Come avvallare un gesto disgraziato. Penoso.
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