Laboratori di Progettazione “rionale”: la partecipazione oltre il Pgt
SARONNO – Alessandro Galli, coordinatore dei Laboratori di progettazione partecipata, attivi nel rioni Cassina Ferrara, Prealpi e Matteotti fa il punto sull’esperienza iniziata qualche mese fa che ha portato alla presentazione di 16 osservazioni sul Pgt. Il dibattito sul documento adottato lo scorso 20 dicembre in una seduta infuocata dell’assemblea cittadina è particolamente vivace come ha dimostrato la serata “Pgt, la parola ai cittadini” organizzata dall’Amministrazione comunale sottoforma di consiglio comunale aperto. L’analisi di Galli, però, va oltre i contribuiti e le osservazioni al Pgt affrontando il delicato tema del rapporto tra cittadini ed Amministrazione.
Ecco il testo integrale dell’analisi di Galli
Nel corso di questo inverno, come sapranno i più attenti alla politica locale, sono nati nei quartieri saronnesi ben tre Laboratori di Progettazione Partecipata: il primo al Matteotti, ideato dall’associazione “Amici per il Matteotti”, e a seguire quelli in Cassina Ferrara e al Prealpi. Sono gruppi apartitici, in cui i cittadini si possono confrontare sui problemi e le potenzialità dei propri quartieri. Chi scrive si sta occupando del gruppo di coordinamento dei laboratori, lavori che hanno portato a depositare in Comune, lunedì 18 marzo, 16 osservazioni al PGT (10 per la Cassina, 3 a testa per Matteotti e Prealpi). Questo però non significa, diversamente da quanto qualcuno ha inteso, che i laboratori siano nati per questo, né che il lavoro in questi gruppi si sia esaurito qui.
Un percorso senz’altro virtuoso che permette di trarre due conclusioni. La prima è che, al di fuori dell’agone politico, delle sue zuffe verbali e dei suoi tatticismi, i cittadini sono interessati a discutere dei problemi pratici che li riguardano tutti i giorni, toccando temi come la sicurezza, la fruizione del verde pubblico, la tutela delle fasce deboli, la qualità della vita. Non è vero che c’è disaffezione alla politica: c’è disaffezione a come spesso la politica viene condotta. La seconda, invece, è che al termine di un percorso di questo tipo i cittadini si aspettano delle risposte. Semplicemente delle risposte: sì, si può fare (e perché), no, non si può fare (e perché). I cittadini capiscono le carenze di bilancio, le difficoltà endemiche della macchina comunale, quelle del dover mediare attorno a determinate scelte. Sono anche disposti a contribuire con il loro tempo e il proprio impegno a risolvere determinati problemi. Non capiscono e non accettano, invece, una politica che li tiene fuori dalla porta, che non li coinvolge o che – peggio ancora – li ascolta, promette e poi non mantiene.
Anche se i Laboratori di Progettazione non sono un’esperienza nata
Il lavoro nei Laboratori proseguirà anche nei prossimi mesi. La speranza è che possa interessare anche i quartieri rimasti fino a oggi esclusi da questo percorso, coinvolgendo sempre più cittadini. Per chi volesse partecipare, gli incontri sono puntualmente segnalati sul periodico Saronno Sette e sul gruppo FB Laboratorio di Progettazione Partecipata.
Alessandro Galli
Coordinamento Laboratori di Progettazione Partecipata