Parla Germinetti: Sac e la tentazione Lega
L’avvocato Filippo Germinetti ha deciso di rispondere ad alcune domande e di fare il punto della situazione.
Perché Saronno al Centro non si è ancora espressa?
In questo momento manca solo Saronno al Centro, è vero; ora ci si appresta al travaglio ed al parto, dopo una gravidanza non facile.
Una metafora decisamente forte…
All’inizio si dava per scontato che nel centrodestra si sarebbe creata una coalizione e che Sac avrebbe potuto svolgere un ruolo autonomo, da lista civica alternativa ai partiti. Però lo scenario è cambiato quando la Lega saronnese ha avuto il coraggio di sottrarsi ad accordi calati dall’alto su basi economicamente vantaggiose ma politicamente indigeste come spaghetti alla marmellata. Anche i Fratelli d’Italia si sono poi defilati. A quel punto il dilemma per Sac: continuare sulla strada del viaggiar soli o percorrere una strada di coalizione. La Lega ha lanciato segnali di ragionevole disponibilità e si è affacciata una soluzione che io consideravo eccellente. Una coalizione bilanciata di centrodestra, guidata da Sac.
E quindi?
E quindi in Sac si è pur capito che in questo modo il nostro progetto innovativo per la città lo si poteva attuare, ma è trattenuta dal peso dei contrasti del passato, dalla lentezza del capire/decidere, dalla volontà di contarsi nel gioco al braccio di ferro tra vecchi compagni di strada politica. La politica delle botteghe saronnesi è purtroppo intrisa di contrasti personali che prevalgono da decenni – almeno nel centrodestra, parlo di ciò che conosco – sugli interessi della città.
In cosa consiste l’innovazione del progetto?
Tutti parlano delle stesse cose nello stesso modo. Io ho proposto a Sac di parlare delle stesse cose in modo diverso. Sulla base delle prime idee di Sac ho elaborato la teoria dei quattro pilastri. Responsabilità, sicurezza, sussidiarietà, riduzione della pressione fiscale. Solo un attimo e mi spiego. Responsabilità a mio avviso implica che si creino stabili infrastrutture permanenti che mettano in rapporto la società civile e l’amministrazione sui piani della consultazione e della verifica dei risultati. Un’amministrazione che sa cosa serve ai cittadini e che sa di esser da loro controllata deve solo lavorare, senza più cianciare sulla trasparenza che a Saronno è sempre mancata. Questa soluzione nella scienza della politica si definisce con un termine intraducibile: accountability. Sicurezza significa rendere decoroso il territorio da controllare. Non c’è un muro che non sia marchiato, coi cittadini si può fare pulizia. La città è culturalmente e commercialmente spenta, coi cittadini la si può rendere viva al punto da scoraggiare i malintenzionati. Mettere in rete la vigilanza del territorio con l’ausilio dei commercianti e dei condomini è possibile. Non bisogna militarizzare, bisogna solo tutelare il patrimonio di tutti. Il bene comune non è un concetto astratto come “l’acqua del sindaco”, sono le risorse di ciascuno che meritano più rispetto delle risorse personali. Sussidiarietà significa che quando le risorse scarseggiano non si può stare fermi o vendere qualche immobile. Con le risorse private e pubbliche si possono realizzare opere utili per la città, si pensi solo ai rapporti con le Ferrovie che sono fermi da decenni. Ridurre la pressione fiscale sui cittadini è una necessaria conseguenza di queste operazioni in sussidiarietà, che sono redditizia. In definitiva è questione di metodo politico, e questi quattro pilastri a Saronno nessuno li ha mai realizzati. Si fa fatica ad accettarlo, forse anche per disabitudine alla creatività.
E la sua posizione personale?
Io ho detto chiaro e tondo in Sac che se si voleva far vincere questo progetto ero disponibile, diversamente possono continuare da soli nelle battaglie inutili a discapito dei saronnesi che a mio avviso meritano le uniche attenzioni. Spero ancora che le ultime ore siano proficue, lo dico con la serenità di chi non fa dipendere il proprio futuro dalla politica.
23032015