Violenza sessuale sul treno a Venegono: la vittima ricostruisce i fatti e riconosce uno degli aggressori
SARONNO – VARESE – E’ arrivato in aula al tribunale di Varese i procedimento per la violenza sessuale ai danni di una 22enne avvenuta lo scorso dicembre alla stazione di Venegono.
In aula la vittima ha riconosciuto tra gli imputati uno degli aggressori. Quella sera la giovane era diretta da alcuni amici e ha preso il treno come sempre. Secondo quanto ricostruito in aula, e riassunto da Varesenoi, l’aggressione era iniziata in un vagone vuoto, al piano superiore del treno, e proseguita nell’indifferenza generale dei pochi passeggeri presenti al piano di sotto, dove la ragazza si spostò, urlando, dopo una breve colluttazione, tra graffi e un morso che fece desistere il violentatore. Ma solo momentaneamente, perché di sotto, con le porte aperte e il treno ormai giunto a Venegono, il ragazzo riuscì ad avvicinarla di nuovo e a penetrarla, sfruttando le calze collant della ragazza già mezze abbassate a seguito del primo approccio. Il tutto con il padre della 23enne che dal telefono ascoltava urla e movimenti. Perché così era iniziato il viaggio, ha raccontato la giovane: auricolari nelle orecchie e una telefonata a papà per impiegare il tempo dello spostamento. Ma poi salirono i due aggressori, alterati dall’alcol: uno con una stampella, zoppicando, e l’altro con una bicicletta. Si misero di fianco a lei e iniziarono a infastidirla, prima di passare alle molestie vere e proprie. Fu il padre a rivolgersi dalle auricolari al capotreno per dare l’allarme, mentre la figlia era accasciata al suolo.
Come detto, nell’esame in aula la ragazza ha riconosciuto in uno dei due imputati in aula, quello dei due con la bicicletta. I due erano stati fermati pochi giorni dopo l’episodio a seguito dell’indagine dei carabinieri della compagnia di Saronno.