Saronno, sabato sera torna Acque scure: concerto anarchico hard core alla decima edizione
6 Settembre 2023

SARONNO – Un lungo testo condiviso su Facebook per raccontare come è nata e come è rimasto vivo per un decennio l’evento punk e hard core ideato dai ragazzi del centro sociale Telos e diventato un appuntamento fisso del settembre di Saronno.
Volantini e locandine sono visibili da diverse settimana ma ora che si avvicina la data è arrivata anche una lunga presentazione. Il riferimento va ad Acque scure il concerto in programma sabato 9 settembre. Il programma è analogo a quello dell’anno scorso: location resa nota nel pomeriggio per dar vita a dj set e graffiti nel pomeriggio. Quindi dopo aperitivo e cena con raccolta fondi solidale la musica con diverse band per l’intera serata.
Ecco il testo condiviso nelle ultime ore
Il decennale di questa kermesse ci offre l’occasione per scrivere qualche riga a riguardo.
Come si usa partiamo dall’inizio: Acque Scure nasce all’interno delle quattro mura del TeLOS di via Milano, anzi, precisamente sul suo terrazzo. Nasce nell’estate del 2014, dopo cinque anni di occupazione, di collettività, di concerti e di lotte, con l’intento di avere un momento di festa collettiva esterna al Telos, che potesse essere percepito come aperto a chiunque apprezzasse la musica punk hardcore e soprattutto lo spirito con cui ci sentivamo di organizzarlo. Lo scopo era quindi quello di uscire dal Telos, perché all’epoca – ma crediamo potrebbe capitare anche oggi – non ci accontentavamo di due spazi occupati in città, sentivamo che quello era nulla rispetto ciò che avremmo voluto, e che sì, un festival autorganizzato era un altro tassello in quel mosaico che andavamo componendo.
Il caso – o meglio: la Questura – volle che proprio a tre giorni dalla prima edizione fissata per il 13 settembre 2014 venne sgomberato il Telos. Con tutto ciò che ne conseguì. Quello che doveva essere il primo momento per uscire dalle mura del Telos fu nei fatti il primo momento realmente fuori dal Telos. Quell’edizione poi si svolse in piazza Rossa, anche in accordo con alcuni dei vecchi organizzatori di Festoria, ma questa è un’altra storia.
In dieci anni sono cambiate molte cose, ce ne accorgiamo ogni giorno. La realtà che ci è toccata in sorte non è né semplice né confortevole. Se alziamo lo sguardo il futuro non è rassicurante: 41bis utilizzato in funzione di repressione interna, decenni di carcere appioppati come fossero noccioline, teoremi e castelli accusatori dai nomi fantasiosi, sgomberi, costo della vita alle stelle. La società del capitale appare in continuo rafforzamento, ogni anelito di libertà viene represso o masticato e digerito per la massa nella sua parodia.
In piccolo lo vediamo anche a Saronno: un lungo ciclo di occupazioni è stato represso a suon di sgomberi, denunce, condanne, fogli di via, tentativi di sorveglianze speciali. I più hanno applaudito il ripristino della Sacra Legge, gli stessi che oggi si lamentano dello spuntare infestante di supermercati e speculazioni edilizie su ogni spazio abbandonato di Saronno.
Ma ai titoli dei giornali e alla geografia del capitale abbiamo sempre opposto una nostra visione della città e dell’aggregazione: unirsi tra randagi provenienti da diversi vissuti e diverse esperienze e insieme fare tutto ciò che avremmo voluto. Questo forse il filo rosso più importante di questi dieci anni, forse la cosa più semplice e divertente che ci sia, mettere testa e cuore con al fianco compagni e compagne e crearsi lo spazio di cui si ha bisogno. Certo, a volte gira bene, altre gira male, ma una vita con questo spirito è una vita ben spesa anche nei mesi di bonaccia. Provare per credere. E a chi dice che non sono più i tempi per certe cose rispondiamo che a queste condizioni proviamo ancora più gusto, e se il punk hardcore non va per la maggiore a noi piace ancor di più.
Il cicaleccio democratico pretende di poter determinare le nostre vite dalla culla alla cassa da morto.
Noi abbiamo sempre trovato gustoso fare di testa nostra, ostinati e contrari.
A fianco di Alfredo, Anna, Juan, Paska e i tanti, troppi, compagni rinchiusi in quattro mura.
Certo, non è molto, ma questo siamo e questo restiamo.
DIECI ANNI DI OCCUPAZIONI
DIECI ANNI DI “NOI FACCIAMO QUEL CAZZO CHE VOGLIAMO”
DIECI ANNI DI ACQUE SCURE: IL FUOCO NON SI È SPENTO!
(foto archivio)
06092023
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Commenti
IL SARONNO non avrei dato voce a coloro che imbrattano la nostra citta’ … per dire cosa poi…..mah!
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Benvenuta nel club di chi sospetta che la giornalista Giudici sui Telos sia un pò di parte . E cara grazia che ha pubblicato il suo commento.
Le acque scure sono quelle della fogna?
I graffiti sui muri della città, immagino… poveri noi
Almeno qualcuno che anima la città
E dieci anni di chissenefrega delle vostre balle.
Ovviamente la polizia dormirà… peccato