Visto da Varese: una Svizzera sempre più vicina
Undici valichi stradali di confine, una ferrovia internazionale lungo il Lago Maggiore. E adesso il nuovo binario Varese-Lugano reso possibile dalla bretella fra Arcisate e Stabio che proprio domani, lunedì, vedrà cadere uno storico diaframma nella galleria di Induno Olona alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Senza contare la futura “seconda Chiasso” nell’area del Gaggiolo, nuovo valico autostradale reso possibile dal completamento della tangenziale est varesina inserita nel progetto Pedemontana. Mai come oggi insomma la prospettiva di una Svizzera più vicina a Varese e al suo territorio si impone, anche come nuovo orizzonte culturale di interscambio. La marcia dei 26mila lavoratori frontalieri che ogni giorno dal Varesotto varcano il confine per guadagnarsi lo stipendio resta l’avanguardia concreta di questo tema in rapida evoluzione. Ma oltre alla storica mobilità quotidiana a sfondo economico e occupazionale c’è da costruire una nuova condizione di sinergia sulla direttrice Varese-Lugano, cuore di quella più ampia fra Lombardia e Ticino.
Il diaframma che cadrà domani nella galleria verso il confine a nord di Varese acquista insomma un elevato valore simbolico, non a caso sottolineato non solo a livello locale, ma con l’imprimatur del governo nazionale. La presenza del ministro Delrio rappresenta il suggello a un interesse concreto di Roma per la valorizzazione del sistema delle comunicazioni a cavallo del “nostro” confine, quassù nel “profondo Nord” , uno sviluppo che aprirà anche nuove e fondamentali opportunità per il collegamento della Confederazione all’aeroporto di Malpensa e alla stessa area metropolitana milanese. Una Svizzera sempre più vicina insomma, anzitutto grazie a nuove strade e ferrovie, ma anche sul fronte aperto di una nuova possibilità di qualificata integrazione. A tutti i livelli.
29012017