Tre Valli Varesine, l’intervista a Roglic e tutti i numeri della Saronno-Varese
8 Ottobre 2019

VARESE / SARONNO – Vicino all’ultimo chilometro, su un tratto in salita, c’è stato l’allungo vincente di Primoz Roglic della Jumbo Visma. “Il percorso – ha dichiarato alla fine lo sloveno – era fatto su misura per me, anche se normalmente prediligo salite più lunghe. La mia squadra è stata fantastica”. Roglic adesso non disputerà Milano-Torino e Giro del Piemonte: “Punto tutto sul Giro di Lombardia per chiudere col botto questa stagione bellissima. Ringrazio il pubblico italiano: oggi a Varese è stato fantastico con me”. E’ finita con il trionfo di Roglic la 99′ edizione della Tre Valli Varesine, gara ciclistica partita ieri a mezzogiorno da piazza Avis di Saronno con arrivo a metà pomeriggio a Varese. E seguita in diretta play by play da ilSaronno.
I numeri – Alla Tre Valli 2019 hanno partecipato 153 corridori e Saronno s’è dimostrata per il quarto anno consecutivo perfetta sede di partenza per presenza di pubblico e calore. Alla Tre Valli il danese Mads Pedersen ha sfoggiato per la prima volta in una competizione italiana la maglia da campione del mondo che ha conquistato ad Harrogate.
La cronaca – La corsa si è animata fin dal terzo chilometro grazie alla fuga di Michael Gogl (Trek-Segafredo), Umberto Marengo (Neri Sottoli), Valerio Agnoli, (Bahrain-Merida), Josè Herrada (Cofidis), Davide Ballerini (Astana) e Mattia Frapporti della Androni-Sidermec, squadra leader nella classifica della Ciclismo Cup. L’ultimo ad arrendersi è stato il comasco Ballerini: è rimasto in fuga per 158 chilometri. Nel corso del penultimo giro si è formato un gruppetto con Dunbar, Daniel Martin, Formolo, Teuns, Valverde, Woods, Luis Leon Sanchez, Frank, Bidard, Gaudu, Kelderman, Madouas, Molard, Ulissi. Su di loro all’ultimo giro si sono riportati Nibali, Aranburu e Mollema, proprio mentre in avanti scattava Luis Leon Sanchez. Alle spalle di Sanchez il drappello di Dunbar, Nibali e gli altri ad una rotonda ha proseguito su traiettoria rettilinea, senza affrontare la prima curva a destra. “Abbiamo seguito la moto della Rai”, hanno dichiarato i corridori. Sanchez si è difeso ma a pochi chilometri dall’arrivo è stato raggiunto da un gruppo comprendente tra gli altri Moscon, Visconti, Roglic, Skujins, Higuita, Benoot. Moscon è scattato in contropiede tuttavia i gregari di Roglic l’hanno braccato. E poi vicino all’ultimo chilometro, su un tratto in salita, c’è stato appunto l’allungo vincente di Roglic. Sul traguardo di via Sacco a Varese lo sloveno che proviene dal salto con gli sci dal trampolino è riuscito ad anticipare l’esperto e inossidabile Giovanni Visconti, il vincitore della passata edizione Toms Skujins, Andrea Vendrame e gli altri componenti del gruppo d’avanguardia. Roglic, che avrà 30 anni il 29 ottobre, è stato formidabile nella scelta di tempo e ha finalizzato nel modo migliore il lavoro della sua squadra. Primoz ha ottenuto la tredicesima affermazione della stagione, trentacinquesima da quando è professionista.
L’organizzazione – A rendere possibile l’organizzazione di questo grande evento, l’appuntamento sportivo più importante di tutto il varesotto, contribuiscono in maniera significativa, facendo squadra, Istituzioni pubbliche come, in primis, Regione Lombardia, il Comune di Saronno e il Comune di Varese e la Camera di Commercio di Varese con la sua Varese Sport Commission. A loro si affiancano enti e aziende del territorio che lavorano al fianco della Sc Binda per rendere ogni anno migliore questo grande momento di sport come la grande novità di Banco Bpm che con la sponsorizzazione della Tre Valli Varesine 2019 chiude l’intero Trittico Regione Lombardia.
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(foto Mitrano/Discacciati: l’arrivo e la premiazione della Tre Valli edizione 2019)
08102019
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“Non era chiaro dove andare – spiega senza giri di parole dopo la conclusione, visibilmente deluso, mentre cerca di alimentarsi dopo una giornata comunque faticosa malgrado il risultato sia stato lontano dalle aspettative – Gli organizzatori ci hanno mandato sulla strada sbagliata. I corridori non c’entrano niente, il circuito era troppo complicato, quindi nessuno di noi aveva idea di dove andare”. Daniel Martin